Stampe macchiate, pulizia necessaria.
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Stampe macchiate, pulizia necessaria.
Per la prima volta in 8 anni di onorato servizio la mia stampante Epson Stylus Pro 3880 ha avuto bisogno di pulizia. Non aveva gli ugelli intasati, al contrario: c’era troppo inchiostro sulle testine di stampa. (Il problema degli ugelli non si è mai presentato, ricordo che era un inconveniente che avevano le stampanti di vent’anni fa, come ho avuto modo di scrivere fino alla nausea in queste pagine).
Il carrello in cui sono alloggiate le testine (quello che si muove avanti e indietro durante la stampa, per capirci) doveva essere sporco di inchiostro nella parte inferiore, quella che sfiora la carta da stampa. Come risultato ottenevo delle stampe macchiate, soprattutto lungo i bordi, come si vede nell’immagine sottostante:
Non conosco la causa di questo fenomeno ma ho avuto dei sospetti su una cartuccia di “photo black” rimasta troppo tempo inattiva. Dev’essere successo qualcosa perché tempo fa, stampando dopo quasi tre mesi, mentre l’indicatore del livello (collegato al chip della cartuccia) segnava pieno per un quarto, di inchiostro non ce n’era proprio. Credo che sia finito tutto nei tamponi e di qui alla cartuccia “di manutenzione”, cioè il serbatoio di raccolta dell’ichiostro in eccesso e di quello utilizzato per i cicli di pulizia delle testine.
Tutte supposizioni, tant’ è vero che mi sono messo a cercare nella rete qualche articolo o qualche tutorial che presentasse lo stesso caso. Ho avuto fortuna e mi sono imbattuto in questo video, veramente illuminante:
https://www.youtube.com/watch?v=_uSi7NzHkII
Ho quindi eseguito la procedura illustrata (con qualche necessario adattamento, come dirò più avanti), con ottimi risultati.
Attenzione: come dice il tecnico nel tutorial, questa procedura si applica solo alle stampanti Epson, che hanno il sistema di stampa piezoelettrico. Personalmente non ho nessuna esperienza con altre marche, tantomeno Canon, che invece utilizza il sistema termico Jet-Plate (per chi vuole approfondire le differenze, la rete è piena di articoli, a cominciare da Wikipedia).
Nel sistema utilizzato da Epson, in posizione di riposo le testine di stampa si appoggiano a due tamponi spugnosi collegati a delle micropompe ad ingranaggi che “succhiano” l’inchiostro in eccesso sugli ugelli, mantenendoli puliti. Nella mia stampante l’inchiostro così scartato viene inviato ad un serbatoio di raccolta che va sostituito periodicamente, ma so che ci sono anche altri sistemi. Inoltre, appena il carrello delle testine si muove, passa sopra una lamella di gomma morbida, la “Wiper Blade” citata nel video, che, per così dire, “raschia” le testine dal di sotto, preparandole per la stampa.
Sia i tamponi che la lamella ovviamente vanno puliti quando sono troppo sporchi.
E’ da notare che nei manuali d’uso non si fa alcuna menzione di queste operazioni, nemmeno nella “Guida alla risoluzione dei problemi”. Viene da pensare che sia perché l’azienda vuole che le macchine siano inviate all’assistenza…
Ad ogni modo mi sono deciso ad effettuare questa manutenzione come viene descritta nel tutorial, procurandomi il materiale occorrente, come si vede nella foto sotto, con qualche adattamento al mio caso. Alla fine ho trovato che è più semplice, ad esempio, della regolazione del telemetro!
Partiamo dal liquido di pulizia: come dice il tecnico nel video, il detersivo per vetri “Quasar” è lo stesso che è contenuto nelle confezioni specifiche per stampanti, solo che queste costano molto di più. Io l’ho trovato facilmente, in uno di quei negozi che hanno un po’ di tutto, gestiti… come dire… da personale dell’estremo oriente. Un flacone da 650 ml viene 2,19 Euro.
Attenzione: esiste il Quasar-bagno, il Quasar-acciaio, ecc., quello che ci interessa è il Quasar-vetri. Questo a sua volta può essere di due tipi: “formula originale” oppure “con ammoniaca”.
Nel tutorial viene utilizzato il primo tipo, mentre io ho usato il secondo perché contiene più ammoniaca, che è proprio quella che esercita l’azione pulente dall’inchiostro.
Ha un odore dolciastro, forse dovuto ad una profumazione aggiunta, che può risultare nauseabondo, ma per fortuna non è forte. In alternativa si può utilizzare anche il “Vetril ammoniaca”.
Siringa: è fondamentale. Ne avevo in casa una da 5 ml, comoda da maneggiare ma… finisce prima di quella da 10!
Boccetta in vetro: comoda per risucchiare più facilmente il Quasar con la siringa, anzichè dal bottiglione originario. E’ una mia iniziativa, nel video non viene menzionata. Va “sciacquata” preventivamente col Quasar per eliminare eventuali residui di… quello che c’era dentro prima!
Carta igienica: alternativa allo Scottex (mostrato nel video) e più facilmente maneggiabile perché in pezzatura più piccola. In ogni caso se ne usa poca, in pezzetti ritagliati. Consiglio il tipo “doppio velo”…
Forbici: per tagliare la carta igienica e i bastoncini cotonati (vedi oltre).
Pinzette (tipo lungo): nel video non ne parlano ma nel mio caso sono state importanti. La mia stampante non ha un accesso così facile alla zona dei tamponi, ha un coperchio stretto ed è anche più profonda. Io ho mani piuttosto piccole ma non ostante questo ho avuto difficoltà a raggiungere le parti da pulire, motivo per cui ho dovuto escogitare la genialata che segue.
Matita a pulsante: provenendo dal settore tecnico, mi è venuto un guizzo di intuito e ne ho usata una come prolunga per i bastoncini cotonati, tagliati in due. E’ un sistema perfetto, sembra fatto apposta perché il fusto dei bastoncini ha lo stesso diametro delle mine da disegno. Non si tratta ovviamente di una matita a micromina ma di una per mine da 2,0 mm di diametro. Nelle foto sotto se ne vede chiaramente l’utilizzo. Consente una discreta precisione ed evita di urtare e sporcare alte parti della stampante. Se ne trovano anche da 3,00 Euro.
Bastoncini cotonati: del tipo usato per pulire le orecchie. Per questo lavoro sono fondamentali. Ne ho usati 13 in tutto, tagliati in due (26 estremità). Infatti i primi sono da buttare dopo una sola passata.
Cestino gettacarte: non compare nella foto ma è importante. Aprendo la matita con il pulsante si scarica il bastoncino sporco direttamente nel cestino, così come la carta igienica imbevuta. L’inchiostro a pigmenti è micidiale per tavoli e… indumenti! Consiglio di foderare il fondo del cestino con carta di giornale.
Contrariamente al consiglio del tecnico non ho usato guanti ma non mi sono sporcato le dita.
Come illustrato nel video ho aperto il coperchio della stampante e l’ho accesa. C’è da dire che la 3880 non ha un vero e proprio coperchio ma piuttosto una larga feritoia che consente, aprendola, di guardare la stampa mentre viene eseguita, oltre a fornire un accesso, scomodo, alle parti in movimento (carrello, rulli, cinghia, ecc.). La stampante si accende anche con questo coperchio aperto.
Ho staccato la spina dell’alimentazione quando il carrello delle testine è uscito dalla posizione di riposo, come illustrato nel video. In tal modo si può delicatamente spostare il carrello stesso in posizione “fuori dai piedi”, scoprendo così i tamponi (freccia nella parte destra della foto sotto) e la Wiper Blade (nella parte sinistra). Quest’ultima, me ne sono accorto dopo, in questo modello è mobile, cioè ha una posizione “di rientro” ed una “estratta”, di fianco ai tamponi. Per cui ho tentato inizialmente di pulirla nella posizione più scomoda.
Uno strappo di carta igienica più volte ripiegato non è facilmente posizionabile, così ne ho ritagliato dei mini fazzoletti da applicare ai tamponi mediante una leggera pressione coi bastoncini cotonati (foto sotto) almeno all’inizio, per togliere il grosso dei residui. I fazzolettini, una volta imbevuti, tendono ad appiccicarsi e devono essere recuperati con le pinzette.
Per la wiper blade si possono usare solo i bastoncini. La mia era veramente sporca, coperta da grumi gommosi di inchiostro. Pulito il grosso “a secco” sono passato ai bastoncini imbevuti di Quasar e alla pulizia dei tamponi, sempre molto delicatamente e con più passaggi. Nel video dicono chiaramente che queste sono parti delicate e che se si rimpono… sono dolori! Ho usato la siringa per imbibire i bastoncini cotonati.
Infine il lavaggio dei tamponi secondo il metodo illustrato nel video, irrorandoli delicatamente di Quasar con la siringa, asciugando con altra carta igienica, lavandoli nuovamente, passando i bastoncini sui bordi, ecc.
Infine ho dato nuovamente corrente alla stampante. Questa “si è accorta” che il carrello era fuori sede e lo ha richiamato lentamente in posizione. Ma prima, con mia felice sorpresa, ha compiuto due operazioni:
1) la Wiper Blade è uscita completamente nella posizione estratta (freccia nella foto sotto). Ho rapidamente staccato di nuovo l’alimentazione e ho proceduto ad una pulizia migliore.
2) Il liquido nei tamponi è stato risucchiato dalle pompette ad ingranaggi ed ho notato la quasi completa pulizia degli stessi (foto sotto, da confrontare con quelle sopra). Quello di sinistra è per gli ugelli dell’inchiostro nero (sia Photo che Matte), quello di destra per gli ugelli dei colori.
Data nuovamente corrente, il carrello è rientrato del tutto, andando ad appoggiare le testine sui tamponi (ora pulitissimi) e compiendo un ciclo di pulizia.
Il video tutorial parla anche di pulizia dei tamponi disposti lungo la corsa del carrello, per chi stampa spesso senza bordi. Io non l’ho eseguita, non stampo senza bordi. Ho notato però che c’era dell’inchiostro sul fondo del vano (foto sotto). Con un bastoncino imbevuto è venuto via molto facilmente.
Bene, ringrazio chi ha voluto leggere fino a qui e spero che quanto ho descritto possa essere utile a qualcun altro che dovesse avere il problema delle stampe macchiate.
Un’ultima osservazione: ogni tanto capita di inserire dei fogli di carta non perfettamente piani ma incurvati ai bordi. Questi vanno a raschiare le testine di stampa, macchiandosi. Consiglio di controllare sempre la curvatura dei fogli e di correggerla con una leggera piegatura nel verso opposto. In particolare ho notato questo usando la carta Canson Platine Fibre Rag nei formati A3 e soprattutto A4.
Il carrello in cui sono alloggiate le testine (quello che si muove avanti e indietro durante la stampa, per capirci) doveva essere sporco di inchiostro nella parte inferiore, quella che sfiora la carta da stampa. Come risultato ottenevo delle stampe macchiate, soprattutto lungo i bordi, come si vede nell’immagine sottostante:
Non conosco la causa di questo fenomeno ma ho avuto dei sospetti su una cartuccia di “photo black” rimasta troppo tempo inattiva. Dev’essere successo qualcosa perché tempo fa, stampando dopo quasi tre mesi, mentre l’indicatore del livello (collegato al chip della cartuccia) segnava pieno per un quarto, di inchiostro non ce n’era proprio. Credo che sia finito tutto nei tamponi e di qui alla cartuccia “di manutenzione”, cioè il serbatoio di raccolta dell’ichiostro in eccesso e di quello utilizzato per i cicli di pulizia delle testine.
Tutte supposizioni, tant’ è vero che mi sono messo a cercare nella rete qualche articolo o qualche tutorial che presentasse lo stesso caso. Ho avuto fortuna e mi sono imbattuto in questo video, veramente illuminante:
https://www.youtube.com/watch?v=_uSi7NzHkII
Ho quindi eseguito la procedura illustrata (con qualche necessario adattamento, come dirò più avanti), con ottimi risultati.
Attenzione: come dice il tecnico nel tutorial, questa procedura si applica solo alle stampanti Epson, che hanno il sistema di stampa piezoelettrico. Personalmente non ho nessuna esperienza con altre marche, tantomeno Canon, che invece utilizza il sistema termico Jet-Plate (per chi vuole approfondire le differenze, la rete è piena di articoli, a cominciare da Wikipedia).
Nel sistema utilizzato da Epson, in posizione di riposo le testine di stampa si appoggiano a due tamponi spugnosi collegati a delle micropompe ad ingranaggi che “succhiano” l’inchiostro in eccesso sugli ugelli, mantenendoli puliti. Nella mia stampante l’inchiostro così scartato viene inviato ad un serbatoio di raccolta che va sostituito periodicamente, ma so che ci sono anche altri sistemi. Inoltre, appena il carrello delle testine si muove, passa sopra una lamella di gomma morbida, la “Wiper Blade” citata nel video, che, per così dire, “raschia” le testine dal di sotto, preparandole per la stampa.
Sia i tamponi che la lamella ovviamente vanno puliti quando sono troppo sporchi.
E’ da notare che nei manuali d’uso non si fa alcuna menzione di queste operazioni, nemmeno nella “Guida alla risoluzione dei problemi”. Viene da pensare che sia perché l’azienda vuole che le macchine siano inviate all’assistenza…
Ad ogni modo mi sono deciso ad effettuare questa manutenzione come viene descritta nel tutorial, procurandomi il materiale occorrente, come si vede nella foto sotto, con qualche adattamento al mio caso. Alla fine ho trovato che è più semplice, ad esempio, della regolazione del telemetro!
Partiamo dal liquido di pulizia: come dice il tecnico nel video, il detersivo per vetri “Quasar” è lo stesso che è contenuto nelle confezioni specifiche per stampanti, solo che queste costano molto di più. Io l’ho trovato facilmente, in uno di quei negozi che hanno un po’ di tutto, gestiti… come dire… da personale dell’estremo oriente. Un flacone da 650 ml viene 2,19 Euro.
Attenzione: esiste il Quasar-bagno, il Quasar-acciaio, ecc., quello che ci interessa è il Quasar-vetri. Questo a sua volta può essere di due tipi: “formula originale” oppure “con ammoniaca”.
Nel tutorial viene utilizzato il primo tipo, mentre io ho usato il secondo perché contiene più ammoniaca, che è proprio quella che esercita l’azione pulente dall’inchiostro.
Ha un odore dolciastro, forse dovuto ad una profumazione aggiunta, che può risultare nauseabondo, ma per fortuna non è forte. In alternativa si può utilizzare anche il “Vetril ammoniaca”.
Siringa: è fondamentale. Ne avevo in casa una da 5 ml, comoda da maneggiare ma… finisce prima di quella da 10!
Boccetta in vetro: comoda per risucchiare più facilmente il Quasar con la siringa, anzichè dal bottiglione originario. E’ una mia iniziativa, nel video non viene menzionata. Va “sciacquata” preventivamente col Quasar per eliminare eventuali residui di… quello che c’era dentro prima!
Carta igienica: alternativa allo Scottex (mostrato nel video) e più facilmente maneggiabile perché in pezzatura più piccola. In ogni caso se ne usa poca, in pezzetti ritagliati. Consiglio il tipo “doppio velo”…
Forbici: per tagliare la carta igienica e i bastoncini cotonati (vedi oltre).
Pinzette (tipo lungo): nel video non ne parlano ma nel mio caso sono state importanti. La mia stampante non ha un accesso così facile alla zona dei tamponi, ha un coperchio stretto ed è anche più profonda. Io ho mani piuttosto piccole ma non ostante questo ho avuto difficoltà a raggiungere le parti da pulire, motivo per cui ho dovuto escogitare la genialata che segue.
Matita a pulsante: provenendo dal settore tecnico, mi è venuto un guizzo di intuito e ne ho usata una come prolunga per i bastoncini cotonati, tagliati in due. E’ un sistema perfetto, sembra fatto apposta perché il fusto dei bastoncini ha lo stesso diametro delle mine da disegno. Non si tratta ovviamente di una matita a micromina ma di una per mine da 2,0 mm di diametro. Nelle foto sotto se ne vede chiaramente l’utilizzo. Consente una discreta precisione ed evita di urtare e sporcare alte parti della stampante. Se ne trovano anche da 3,00 Euro.
Bastoncini cotonati: del tipo usato per pulire le orecchie. Per questo lavoro sono fondamentali. Ne ho usati 13 in tutto, tagliati in due (26 estremità). Infatti i primi sono da buttare dopo una sola passata.
Cestino gettacarte: non compare nella foto ma è importante. Aprendo la matita con il pulsante si scarica il bastoncino sporco direttamente nel cestino, così come la carta igienica imbevuta. L’inchiostro a pigmenti è micidiale per tavoli e… indumenti! Consiglio di foderare il fondo del cestino con carta di giornale.
Contrariamente al consiglio del tecnico non ho usato guanti ma non mi sono sporcato le dita.
Come illustrato nel video ho aperto il coperchio della stampante e l’ho accesa. C’è da dire che la 3880 non ha un vero e proprio coperchio ma piuttosto una larga feritoia che consente, aprendola, di guardare la stampa mentre viene eseguita, oltre a fornire un accesso, scomodo, alle parti in movimento (carrello, rulli, cinghia, ecc.). La stampante si accende anche con questo coperchio aperto.
Ho staccato la spina dell’alimentazione quando il carrello delle testine è uscito dalla posizione di riposo, come illustrato nel video. In tal modo si può delicatamente spostare il carrello stesso in posizione “fuori dai piedi”, scoprendo così i tamponi (freccia nella parte destra della foto sotto) e la Wiper Blade (nella parte sinistra). Quest’ultima, me ne sono accorto dopo, in questo modello è mobile, cioè ha una posizione “di rientro” ed una “estratta”, di fianco ai tamponi. Per cui ho tentato inizialmente di pulirla nella posizione più scomoda.
Uno strappo di carta igienica più volte ripiegato non è facilmente posizionabile, così ne ho ritagliato dei mini fazzoletti da applicare ai tamponi mediante una leggera pressione coi bastoncini cotonati (foto sotto) almeno all’inizio, per togliere il grosso dei residui. I fazzolettini, una volta imbevuti, tendono ad appiccicarsi e devono essere recuperati con le pinzette.
Per la wiper blade si possono usare solo i bastoncini. La mia era veramente sporca, coperta da grumi gommosi di inchiostro. Pulito il grosso “a secco” sono passato ai bastoncini imbevuti di Quasar e alla pulizia dei tamponi, sempre molto delicatamente e con più passaggi. Nel video dicono chiaramente che queste sono parti delicate e che se si rimpono… sono dolori! Ho usato la siringa per imbibire i bastoncini cotonati.
Infine il lavaggio dei tamponi secondo il metodo illustrato nel video, irrorandoli delicatamente di Quasar con la siringa, asciugando con altra carta igienica, lavandoli nuovamente, passando i bastoncini sui bordi, ecc.
Infine ho dato nuovamente corrente alla stampante. Questa “si è accorta” che il carrello era fuori sede e lo ha richiamato lentamente in posizione. Ma prima, con mia felice sorpresa, ha compiuto due operazioni:
1) la Wiper Blade è uscita completamente nella posizione estratta (freccia nella foto sotto). Ho rapidamente staccato di nuovo l’alimentazione e ho proceduto ad una pulizia migliore.
2) Il liquido nei tamponi è stato risucchiato dalle pompette ad ingranaggi ed ho notato la quasi completa pulizia degli stessi (foto sotto, da confrontare con quelle sopra). Quello di sinistra è per gli ugelli dell’inchiostro nero (sia Photo che Matte), quello di destra per gli ugelli dei colori.
Data nuovamente corrente, il carrello è rientrato del tutto, andando ad appoggiare le testine sui tamponi (ora pulitissimi) e compiendo un ciclo di pulizia.
Il video tutorial parla anche di pulizia dei tamponi disposti lungo la corsa del carrello, per chi stampa spesso senza bordi. Io non l’ho eseguita, non stampo senza bordi. Ho notato però che c’era dell’inchiostro sul fondo del vano (foto sotto). Con un bastoncino imbevuto è venuto via molto facilmente.
Bene, ringrazio chi ha voluto leggere fino a qui e spero che quanto ho descritto possa essere utile a qualcun altro che dovesse avere il problema delle stampe macchiate.
Un’ultima osservazione: ogni tanto capita di inserire dei fogli di carta non perfettamente piani ma incurvati ai bordi. Questi vanno a raschiare le testine di stampa, macchiandosi. Consiglio di controllare sempre la curvatura dei fogli e di correggerla con una leggera piegatura nel verso opposto. In particolare ho notato questo usando la carta Canson Platine Fibre Rag nei formati A3 e soprattutto A4.
Spesso quello che cerchi è dentro di te... oppure nel frigo!
http://www.photomaz.com/
https://www.instagram.com/photomaz59/
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- Massimiliano Liti
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- Messaggi: 5345
- Iscritto il: mar feb 05, 2008 12:09 pm
- Località: Firenze
Re: Stampe macchiate, pulizia necessaria.
Articolo completo e meraviglioso Michele da inserire nell’archivio tecnico!!
Massimiliano Liti (già HAWK)
Quant'è bella giovinezza
Che si fugge tuttavia
Chi vuol essere lieto sia
Del doman non v'è certezza
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- Danilo Belloni
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- Iscritto il: sab apr 28, 2007 11:24 am
- Località: Nel mezzo del cammin tra Lecco e Bergamo...
Re: Stampe macchiate, pulizia necessaria.
L'articolo è molto interessante e dettagliatissimo nella spiegazione, non ho Epson come stampante ma questi tutorial sono sempre utilissimi e concordo con Massimiliano per inserirlo nell'archivio tecnico del forum. Grazie Michele.
Ciao
Danilo*
Danilo*
- webmax
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- Iscritto il: lun feb 18, 2008 11:30 am
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Re: Stampe macchiate, pulizia necessaria.
L’ ho letto tutto d’un fiato, anche se non ho una stampante fotografica ( ho un bravo stampatore )
Grazie Michele
Grazie Michele
Massimo
- valerio.falzetti
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- Iscritto il: lun ott 18, 2010 9:25 am
- Località: Fabriano
Re: Stampe macchiate, pulizia necessaria.
Michele questo non è d’archivio tecnico questo è da Wikipedia:) grande!
Vale
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Vale
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Ho sempre pensato che la fotografia sia come una barzelletta: se la devi spiegare non è venuta bene.
Ansel Adams
Ansel Adams
- Emilio Vendramin
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- Iscritto il: mar ago 28, 2007 6:53 pm
- Località: Ancona
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Re: Stampe macchiate, pulizia necessaria.
Ottimo articolo.
Testo ben scritto e narrazione circostanziata.
Ho letto tutto con attenzione e curiosità.
Credo anche io che il post sia da spostare nell'archivio Tecnico (magari depurato dei nostri commenti).
Testo ben scritto e narrazione circostanziata.
Ho letto tutto con attenzione e curiosità.
Credo anche io che il post sia da spostare nell'archivio Tecnico (magari depurato dei nostri commenti).
CIAO - WETZLAR 2011 ... io c'ero.
http://emilio-vendramin-fotografie.weebly.com/
http://emilio-vendramin-fotografie.weebly.com/
- Michele Azzali
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- Iscritto il: mer mag 02, 2007 10:39 am
- Località: Trento
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Re: Stampe macchiate, pulizia necessaria.
Grazie a tutti per gli apprezzamenti, sposterò presto l'argomento nell'archivio tecnico.
Vorrei aggiungere un'altro particolare in merito alle carte con i bordi leggermente incurvati, come accennato sopra: parlando con un riparatore/installatore che conosco da trent'anni, mi ha detto di evitare assolutamente questi tipi di carte, sono la causa del danneggiamento delle testine e ne accorciano enormemente la vita.
Mi ha spiegato nel dettaglio cosa succede al momento del caricamento del foglio, del passaggio sotto i rulli che lo tengono in posizione e di come "sfregano" sotto la testina, soprattutto nei primi centimetri. C'è da rabbrividire ma ho ancora due pacchi di questa carta e la voglio utilizzare, tantopiù che ha una resa splendida. Ci sarebbero un paio di trucchetti "artigianali" (altro che camera oscura... ), per altro banali, ma me li tengo per un'altro eventuale intervento...
Vorrei aggiungere un'altro particolare in merito alle carte con i bordi leggermente incurvati, come accennato sopra: parlando con un riparatore/installatore che conosco da trent'anni, mi ha detto di evitare assolutamente questi tipi di carte, sono la causa del danneggiamento delle testine e ne accorciano enormemente la vita.
Mi ha spiegato nel dettaglio cosa succede al momento del caricamento del foglio, del passaggio sotto i rulli che lo tengono in posizione e di come "sfregano" sotto la testina, soprattutto nei primi centimetri. C'è da rabbrividire ma ho ancora due pacchi di questa carta e la voglio utilizzare, tantopiù che ha una resa splendida. Ci sarebbero un paio di trucchetti "artigianali" (altro che camera oscura... ), per altro banali, ma me li tengo per un'altro eventuale intervento...
Spesso quello che cerchi è dentro di te... oppure nel frigo!
http://www.photomaz.com/
https://www.instagram.com/photomaz59/
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- Andrea Podesta'
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Re: Stampe macchiate, pulizia necessaria.
... ho avuto modo di praticare il metodo suggerito da Michele alla mia Epson 3800 ferma da parecchi mesi e che presentava alla riaccensione i problemi esposti in prima pagina.
La procedura ha raggionto il risultato e quindi sono qui a ringraziare chi ha voluto condividere la sua esperienza rendendola disponibile.
Grazie !
La procedura ha raggionto il risultato e quindi sono qui a ringraziare chi ha voluto condividere la sua esperienza rendendola disponibile.
Grazie !
Un saluto
Andrea
... prima il contenuto, poi la qualità; oppure, prima, la qualità del contenuto .....
A.P.©
Andrea
... prima il contenuto, poi la qualità; oppure, prima, la qualità del contenuto .....
A.P.©