Tabelle vs. applicazioni per smartphone

[Roberto Frieri]

Conoscete qualche app in particolare che aiuti a calcolare i tempi di scatto così come facevano e continuano a fare le buone vecchie tabelle?
Grazie.

[Rocco S.]

Uso l'esposimetro per I-phone, ottimo veloce e preciso, non so se è stata implementata anche una app per android.

[Roberto Frieri]

Uso l'esposimetro per I-phone...

Ma ti fa impostare e ti ricalcola anche il tempo in funzione del filtro che intendi poi utilizzare sull'obiettivo della fotocamera?

La tabella mi dice i tempi a seconda degli stop di sottoesposizione del filtro...

[Rocco S.]

Ho fatto delle prove anche per filtri "molto pesanti" (vedi filtri IR), esponendo attraverso il filtro e tramite cartoncino grigio casalingo,
devo dire che con dei piccoli aggiustamenti, ho ottenuto dei risultati accettabili.
In condizioni di uso normale ha lo stesso comportamento degli esposimetri interni delle Leica.
La app, è gratuita, provala, vedrai che ti ci trovi benone.
La chiave di ricerca dovrebbe essere lightmeter, non riesco a dirti lo sviluppatore, purtroppo!

[Roberto Frieri]

Ok, grazie Rocco.
L'app per iPhone ce l'ho già, ma non pensavo di usarla mettendoci i filtri davanti.
Avevo in mente qualcosa che, come la tabellina, partendo dalla normale esposizione, mi offrisse un confronto immediato dei tempi di scatto con le varie opzioni-filtro disponibili.
Posso sempre continuare a portarmi dietro le tabelline insieme al treppiede (eventualmente salvate sull'iPhone invece che stampate su carta), ma sai com'è, con tutta questa tecnologia disponibile...

[luciano.xxk]

Ciao Roberto, non so se la matematica la consideri un'amica o no.
La formuletta che eviterebbe tabelle (ed app) è:

Tempo esposizione corretto=Tempo esposizione originale X 2 elevato alla ND

Esempio: 1/30, con fattore ND=8

Nuovo tempo= 1/30 X 2 alla 8 = 256/30 = circa 9 secondi

[Rocco S.]

Interessante Luciano, ma non mi è molto chiaro il calcolo che hai fatto.....
puoi cortesemente illustrarcelo?
Grazie.

[Roberto Frieri]

Ciao Roberto, non so se la matematica la consideri un'amica o no.
La formuletta che eviterebbe tabelle (ed app) è:
Tempo esposizione corretto=Tempo esposizione originale X 2 elevato alla ND
Esempio: 1/30, con fattore ND=8
Nuovo tempo= 1/30 X 2 alla 8 = 256/30 = circa 9 secondi

Ottimo, grazie!

[luciano.xxk]

Purtroppo le notazioni matematiche qui si scrivono con qualche difficoltà, ma il calcolo è molto semplice, in verità.

Un filtro Neutral Density è identificato con un numero che indica il numero di stop (o diaframmi, o valori EV) che bisogna applicare alla lettura esposimetrica per ottenere la corretta esposizione utilizzando quel filtro.

Ora, uno stop equivale a raddoppiare l'esposizione, 2 stop a quadruplicarla, 3 stop a moltiplicarla per 8...

Dunque la serie è: (1)-> tempox2; (2)->tempox4; (3)->tempox8; (4)->tempox16; (5)->tempox32 etc. etc; ovvero anche: 2 alla prima; 2 alla seconda; 2 alla terza; 2 alla quarta; due alla quinta etc.

Siamo arrivati alla formula: tempo di esposizione corretto = tempo di esposizione letto sull'esposimetro x (2 elevato ND)

Ovviamente a diaframma costante, altrimenti vanno bene tutte le altre coppie tempo / diaframma equivalenti

Attenzione però: con i filtri ND a fattore elevato si fa presto a prolungare moltissimo i tempi, e si incorre facilmente nell'effetto di difetto di reciprocità (conosciuto anche come effetto Schwarzschild), che va corretto successivamente con altre tabelle / grafici, specifici in funzione della pellicola usata; col digitale ovviamente ci si aiuta col fatto che il risultato è immediatamente visibile; qui il nemico diventa semmai il rumore termico del sensore

[pietro.peluso]

Parecchio tempo fa scaricai l'app NDCalc che, se non ricordo male, permetteva di calcolare i tempi a seconda dell'applicazione di un filtro ND di X stop.

Purtroppo non ho più l'aifogn e non posso verificare di persona, ma essendo gratuita penso tu possa far presto una prova (ammesso di avere un dispositivo iOS).

[Andrea De Sanctis]

Attenzione però: con i filtri ND a fattore elevato si fa presto a prolungare moltissimo i tempi, e si incorre facilmente nell'effetto di difetto di reciprocità (conosciuto anche come effetto Schwarzschild), che va corretto successivamente con altre tabelle / grafici, specifici in funzione della pellicola usata; col digitale ovviamente ci si aiuta col fatto che il risultato è immediatamente visibile; qui il nemico diventa semmai il rumore termico del sensore

Caro Luciano,

Il digitale è stato una vera e propria benedizione per gli appassionati di fotografia astronomica,proprio perchè i sensori,in particolare i CCD sono privi del difetto di reciprocità.

Prima bisognava ipersensibilizzare la pellicola in forming gas,una miscela di azoto ed idrogeno,ma anche solo idrogeno, per eliminare l'acqua e l'ossigeno,che hanno effetti desensibilizzanti, dall'emulsione e per velarla grazie all'effetto riducente dell'idrogeno.
In genere si preferiva la TP 2145 che,grazie a questo trattamento, poteva raggiungere la sensibilità di 250.000 Iso,con ridotto effetto Schwarzschild,ma conservando la granulosità di una pellicola per microfilm e le qualità di pellicola super pancromatica.

Ciao

[Roberto Frieri]

Parecchio tempo fa scaricai l'app NDCalc...

Grazie Pietro, è una di quelle disponibili, ho già visto che ce ne sono altre.

[...i sensori,in particolare i CCD sono privi del difetto di reciprocità...

Cosa non di poco conto.

[luciano.xxk]

Andrea, è sempre un piacere leggerti; c'è qualcosa che ignori di fotografia?
Ipersensibilizzazione (flashing, forming gas, al perborato di sodio, all'oro, all'acqua ossigenata....) o latensificazione (ai vapori mercurio, all'argento) sono pratiche che solo pochissimi ricordano.

Ammetto candidamente di conoscerle solo di nome, senza averle mai sperimentate (non rientrano nel tipo di fotografia, molto ordinaria, che ho sempre praticato), ma essendo un bulimico di tutto ciò che è letteratura fotografica, perlomeno mi suonano negli orecchi.

Circa il fatto che la foto digitale sia "priva di difetto di reciprocità", ovviamente tu sai che ciò è vero solo al netto dell'incremento fittizio di densità dei valori bassi provocato dal rumore Johnson dei CCD; non a caso i sensori dei sistemi professionali di acquisizione digitale per fotografia astronomica hanno sistemi di raffreddamento; è però sacrosanto che per la fotografica convenzionale, con tempi anche di svariate decine di secondi, il CCD approssima un comportamento perfettamente lineare, con errori -nei sistemi più moderni - anche sotto il 3%.

[Roberto Frieri]

Circa il fatto che la foto digitale sia "priva di difetto di reciprocità", ovviamente tu sai che ciò è vero solo al netto dell'incremento fittizio di densità dei valori bassi provocato dal rumore Johnson dei CCD; non a caso i sensori dei sistemi professionali di acquisizione digitale per fotografia astronomica hanno sistemi di raffreddamento; è però sacrosanto che per la fotografica convenzionale, con tempi anche di svariate decine di secondi, il CCD approssima un comportamento perfettamente lineare, con errori -nei sistemi più moderni - anche sotto il 3%.

Ah, però!

[Lorenzo Papadia]

Per iPhone esiste un'app utilissima che si chiama Long Time Exposure. Indica l'esposizione in base al filtro ND che si è montato davanti all'ottica. Comoda ma soprattutto gratuita