Quale metodo?
Moderatori: Emilio Vendramin, Riccardox, Massimiliano Liti, Sergio Frascolla, Michele Azzali, Ferruccio Lobba
Quale metodo?
Innanzitutto buongiorno al forum.
In epoca di fotografia digitale spesso si discute sull'opportunità ed etica del fotoritocco in camera chiara. I programmi oggi a disposizione rischiano di modificare in maniera eccessiva la fotografia e molti sono i detrattori di un loro utilizzo, estremo e no. Dopo l'acquisto della M8 ho fatto quello di Lightroom, e ho iniziato a conoscerlo poco per volta. Direi soprattutto poco, perchè le possibilità sono davvero tante. Il motivo per cui propongo questo post è il seguente: esiste un metodo considerato tanto comune da diventare IL metodo per correggere senza stravolgere uno scatto? Mi e vi chiedo questo perchè in effetti dopo aver visionato i primi scatti fatti con il nuovo acquisto non mi pare che ci sia un gran che da fare per migliorare le fotografie senza che queste diventino una "immagine". Il rischio è quello di perdere molti minuti scegliendo tra le tante opzioni proposte per poi chiedersi se sia valsa la pena spendere tanto denaro per l'apparecchio e l'obiettivo ma anche per il programma di ritocco. Insomma: cosa siete abituati a fare voi? Inoltre, lungi dal voler interferire con le scelte personali di ciascuno di noi, avete mai pensato di creare una sorta di protocollo etico per l'utilizzo del ritocco fotografico? Delle varie possibilità potremmo ad esempio accettare il bilanciamento del bianco, la taglierina, i livelli di luminosità e contrasto e via dicendo, sempre però senza interferire con l'originalità dello scatto. Magari, ma questa è ovviamente una proposta, potremmo stabilire che le fotografie postate possano aver subito un ritocco limitato a quello previsto da questa sorta di codice del forum, utile non solo per questioni etiche ma proprio per rendere maggiormente confrontabili gli scatti. Se tutti ci attenessimo ad un unico metodo potremmo confrontare con maggiore consapevolezza e scientificità i vari obiettivi, i sensori e le fotocamere.
Da parte mia la scelta di limitare le manipolazioni l'ho fatta. La vera manipolazione è comperare macchine e obiettivi superbi studiando i soggetti, l'inquadratura e la luce. Il resto è cosa che conosco ancor meno e che mi sottrae troppo tempo.
In epoca di fotografia digitale spesso si discute sull'opportunità ed etica del fotoritocco in camera chiara. I programmi oggi a disposizione rischiano di modificare in maniera eccessiva la fotografia e molti sono i detrattori di un loro utilizzo, estremo e no. Dopo l'acquisto della M8 ho fatto quello di Lightroom, e ho iniziato a conoscerlo poco per volta. Direi soprattutto poco, perchè le possibilità sono davvero tante. Il motivo per cui propongo questo post è il seguente: esiste un metodo considerato tanto comune da diventare IL metodo per correggere senza stravolgere uno scatto? Mi e vi chiedo questo perchè in effetti dopo aver visionato i primi scatti fatti con il nuovo acquisto non mi pare che ci sia un gran che da fare per migliorare le fotografie senza che queste diventino una "immagine". Il rischio è quello di perdere molti minuti scegliendo tra le tante opzioni proposte per poi chiedersi se sia valsa la pena spendere tanto denaro per l'apparecchio e l'obiettivo ma anche per il programma di ritocco. Insomma: cosa siete abituati a fare voi? Inoltre, lungi dal voler interferire con le scelte personali di ciascuno di noi, avete mai pensato di creare una sorta di protocollo etico per l'utilizzo del ritocco fotografico? Delle varie possibilità potremmo ad esempio accettare il bilanciamento del bianco, la taglierina, i livelli di luminosità e contrasto e via dicendo, sempre però senza interferire con l'originalità dello scatto. Magari, ma questa è ovviamente una proposta, potremmo stabilire che le fotografie postate possano aver subito un ritocco limitato a quello previsto da questa sorta di codice del forum, utile non solo per questioni etiche ma proprio per rendere maggiormente confrontabili gli scatti. Se tutti ci attenessimo ad un unico metodo potremmo confrontare con maggiore consapevolezza e scientificità i vari obiettivi, i sensori e le fotocamere.
Da parte mia la scelta di limitare le manipolazioni l'ho fatta. La vera manipolazione è comperare macchine e obiettivi superbi studiando i soggetti, l'inquadratura e la luce. Il resto è cosa che conosco ancor meno e che mi sottrae troppo tempo.
Saluti
Luca
Luca
Appunto.In epoca di fotografia digitale ...
In epoca di "fotografia digitale" chiedersi se sia o no lecito "il fotoritocco" (mettiamoci pur d'accordo quale..) è come chiedersi se dopo aver allestito un brasato al barolo sia lecito (o no) cuocerlo..
Fermo restando che sono mie convinzioni personali, ma cosa è la fotografia "digitale" se non una elaborazione dall'inizio alla fine?
A cominciare dal sensore, passando attraverso il software della fotocamera (che ci mette del suo, anche nei raw..) per finire col (per me quasi sempre necessario, per altri superfluo) fotoritocco vero e proprio in post produzione.
E tenendo presente, se mai ce ne fossimo dimenticati, che anche con l'argentique (come dicono i cugini d'oltralpe) i metodi per "pasticciare" con i parametri di una foto erano molteplici (solo un pò più complicati: ma non cominciavamo ad effettuare una forma di "ritocco-scelta-discriminante" già dalla scelta dell'emulsione per ottenere quel tal risultato? Per non parlare del resto, camera oscura e via dicendo).
Se ci riferiamo a certi interventi "invasivi" della post-produzione, o addirittura di stravolgimento dell'immagine, allora qui la vera discriminante non è più la tecnica, ma la cultura, il buon gusto e l'onestà.
Doti che non fanno strettamente parte dell'universo della fotografia, ma di quello dell'etica; e che ci possono appartenere o meno anche nella vita di tutti i giorni. Quindi...
Non mi farei troppe "pippe" mentali se sia o no giusto "ritoccare" la cromia di una foto, piuttosto che la curva o i livelli: fa parte, ormai, del normale workflow digitale (che ci piaccia o no).
Lambiccarci il cervello o vantarsi di "non aver toccato nulla, la foto è come esce dalla macchina", secondo me, è segno di non aver capito molto la "rivoluzione" che ha introdotto la tecnologia digitale (e non solo in campo fotografico..).
I bit sono bit, poco importa se li metto in fila o li impilo uno sull'altro.
La cosa fondamentale è produrre immagini "valide" con un contenuto credibile (un tempo dicevamo "una bella foto") e questo "a prescindere" se per farle abbiamo o no lavorato a posteriori sulla foto.
Fermi restando i paletti "etici" più sopra espressi, ma su quelli penso non si debba nemmeno discutere, a meno di non chiamarsi Corona..
Infine non bisogna "spaventarsi" per i troppi "comandi" a disposizione dei software di fotoritocco: è un male (o un bene, a seconda dei punti di vista..) di tutti i software commerciali: basta imparare ad usare bene quelli che servono veramente, che poi non sono nemmeno tanti.
Se poi non abbiamo voglia o tempo (questo è comprensibile) di "pasticciare" col fotoritocco, o, comunque, siamo così "etici" da considerarlo "invasivo" o "snaturante", non abbiamo che da scattare in jpeg ed affidarci a scelte effettuate da altri, in altro contesto, al nostro posto (beninteso, con la massima cognizione di causa: chi progetta software "on camera" sa il fatto suo).
Il "metodo" universale che tu chiedi è una risposta che tu solo puoi darti, quello che ti permette, come dici tu, che una foto non diventi "un'immagine" (anche se non capisco il ruolo negativo che tu affibbi al concetto di "immagine"..).
Buona giornata.
P.S. Mentre scrivevo, il buon Pino Caprio ha espresso più o meno lo stesso concetto, senza tutto lo sproloquio che ho ritenuto di usare io: a volte riesco ad essere decisamente logorroico..
Ultima modifica di maxberek il gio feb 18, 2010 4:05 pm, modificato 1 volta in totale.
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- Messaggi: 155
- Iscritto il: lun giu 29, 2009 6:01 pm
Concordo con Pino. E aggiungo che, se non si è interessati solamente all'aspetto tecnico della questione (il confronto tra obiettivi cui tu accennavi che sicuramente ha un senso in un forum su un marchio), e se non si hanno intenti prettamente documentativi come nel caso del giornalismo, per me non è molto importante sapere quali tecniche si siano utilizzate per ottenere una buona immagine.
Anzi, personalmente cerco sempre di immaginare cosa farò di un certo scatto nel momento stesso in cui premo il pulsante.
I programmi di fotoritocco sono un passaggio necessario del processo di creazione dell'immagine, come una volta erano (e sono) i trattamenti in camera oscura. Tutto questo nel mio modo di vedere.
Anzi, personalmente cerco sempre di immaginare cosa farò di un certo scatto nel momento stesso in cui premo il pulsante.
I programmi di fotoritocco sono un passaggio necessario del processo di creazione dell'immagine, come una volta erano (e sono) i trattamenti in camera oscura. Tutto questo nel mio modo di vedere.
Saluti a tutti da Nuto
- Francesco Lepri
- Messaggi: 2001
- Iscritto il: ven apr 27, 2007 7:30 pm
- Località: Castiglione della Pescaia
- Contatta:
A mio avviso ed in linea generale, la stella polare per la questione non può che rimanere il buon senso (come scritto da Pino).
D'altro canto, entro questo Forum non mi pare che la questione stessa possa porsi in maniera evidente (visti i generi fotografici praticati e, soprattutto, lo spirito con cui vengono praticati).
Detto ciò, non bisogna tuttavia dimenticare che, nelle fotocamere odierne, il livello delle potenziali prestazioni è pressoché direttamente proporzionale alla presupposizione che i costruttori fanno circa il consapevole impiego - da parte degli utilizzatori - dei software di sviluppo e di fotoritocco..
D'altro canto, entro questo Forum non mi pare che la questione stessa possa porsi in maniera evidente (visti i generi fotografici praticati e, soprattutto, lo spirito con cui vengono praticati).
Detto ciò, non bisogna tuttavia dimenticare che, nelle fotocamere odierne, il livello delle potenziali prestazioni è pressoché direttamente proporzionale alla presupposizione che i costruttori fanno circa il consapevole impiego - da parte degli utilizzatori - dei software di sviluppo e di fotoritocco..
Francesco (finalmente un "muso" degno del Summarit della Leica S2)
www.francescolepri.com
www.flickr.com/photos/francescolepri/
france.lepri@gmail.com
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- Domenico Caminiti
- Messaggi: 3156
- Iscritto il: mar feb 19, 2008 11:25 am
- Località: Reggio Calabria
Caro Luca,
anch'io uso Lightroom e mi limito al bilanciamento del bianco, all'esposizione, ai neri ed infine al contrasto. Sostanzialmente le medesime opzioni sulle quali si può agire durante una stampa analogica, anche se con qualche limite e difficoltà maggiori.
Ciao.
anch'io uso Lightroom e mi limito al bilanciamento del bianco, all'esposizione, ai neri ed infine al contrasto. Sostanzialmente le medesime opzioni sulle quali si può agire durante una stampa analogica, anche se con qualche limite e difficoltà maggiori.
Ciao.
Domenico
A volte si accomoderà sul tappeto fissandovi con occhi tanto teneri , affettuosi ed umani da intenerirvi e sarà impossibile credere che lì non vi sia un'anima. (Théophile Gautier)
A volte si accomoderà sul tappeto fissandovi con occhi tanto teneri , affettuosi ed umani da intenerirvi e sarà impossibile credere che lì non vi sia un'anima. (Théophile Gautier)
ciao luca, mio compaesano
che dire: io intendo off limits il levare qualcosa dalla foto, il sostituire parti di essa e lo stravolgerla completamente.
Per il resto sistemare i colori, la saturazione, le curve, i livelli e quello che si può fare senza distorcere la realtà o cambiare il significato delle foto lo reputo normale.
Per dirti, se in uno scatto c'è una testa di troppo in mezzo di un passante non mi sognerò mai di levarla, butto lo scatto se è fastidiosa.
Se in paesaggio c'è un traliccio della corrente non mi metterò mai a toglierlo ma in fase di scatto cercherò di: renderlo parte della foto o se non riesco a dare un significato al traliccio cercherò un punto di ripresa in cui il traliccio/fili della corrente non si vedano; se neppure questo mi riesce, lascio perdere
che dire: io intendo off limits il levare qualcosa dalla foto, il sostituire parti di essa e lo stravolgerla completamente.
Per il resto sistemare i colori, la saturazione, le curve, i livelli e quello che si può fare senza distorcere la realtà o cambiare il significato delle foto lo reputo normale.
Per dirti, se in uno scatto c'è una testa di troppo in mezzo di un passante non mi sognerò mai di levarla, butto lo scatto se è fastidiosa.
Se in paesaggio c'è un traliccio della corrente non mi metterò mai a toglierlo ma in fase di scatto cercherò di: renderlo parte della foto o se non riesco a dare un significato al traliccio cercherò un punto di ripresa in cui il traliccio/fili della corrente non si vedano; se neppure questo mi riesce, lascio perdere
M a r c o
www.mgfotografia.org
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- Roberto Piero Ottavi
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- Iscritto il: ven apr 27, 2007 3:42 pm
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Questo è semplicemente non "il migliore" ma "l'unico" atteggiamento corretto.
Il software cosiddetto di "fotoritocco" (definizione orribile e già di per sè terribilmente sviante) deve essere utilizzato per fare tutto ciò che normalmente facciamo in camera oscura.
Il vero problema è identico a quello della Ferrari in mano a chi non è in grado di guidarla: troppa facilità e risultati apparentemente incredibili portano alla troppa confidenza e quindi, nel caso della Ferrari, al primo muro e nel caso di PS a cedere alla tentazione del falso.
Ciao
Il software cosiddetto di "fotoritocco" (definizione orribile e già di per sè terribilmente sviante) deve essere utilizzato per fare tutto ciò che normalmente facciamo in camera oscura.
Il vero problema è identico a quello della Ferrari in mano a chi non è in grado di guidarla: troppa facilità e risultati apparentemente incredibili portano alla troppa confidenza e quindi, nel caso della Ferrari, al primo muro e nel caso di PS a cedere alla tentazione del falso.
Ciao
Tutto, in questo mondo terrestre/terreno ha un inizio, una vita e una fine ed io sono sempre stato contrario a qualunque forma di accanimento terapeutico.
Roberto - Site Admin
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- Emilio Vendramin
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Citazione MarcoLR: "... io intendo off limits il levare qualcosa dalla foto, il sostituire parti di essa e lo stravolgerla completamente .... sistemare i colori, la saturazione, le curve, i livelli e quello che si può fare senza distorcere la realtà o cambiare il significato delle foto lo reputo normale ... se in uno scatto c'è una testa di troppo ... sognerò mai di levarla ... se in paesaggio c'è un traliccio della corrente non mi metterò mai a toglierlo ma in fase di scatto cercherò di: renderlo parte della foto o se non riesco a dare un significato al traliccio cercherò un punto di ripresa in cui il traliccio/fili della corrente non si vedano; se neppure questo mi riesce, lascio perdere ..."
Citazione RPO: " ... Il software cosiddetto di "fotoritocco"... deve essere utilizzato per fare tutto ciò che normalmente facciamo in camera oscura ..."
Credo che le due citazioni che riporto dagli interventi precedenti chiariscano al meglio il mio pensiero.
Per me la fotografia è raccontare quello che vedo.
Così mi uniformo ad un'etica personale ma, immagino condivisibile, che nella fotografia, come nella vita, mi dice che se molto, anche grazie all'evoluzione tecnologica, è permesso, non significa che sia sempre, deontologicamente parlando, lecito.
Ciao.
Citazione RPO: " ... Il software cosiddetto di "fotoritocco"... deve essere utilizzato per fare tutto ciò che normalmente facciamo in camera oscura ..."
Credo che le due citazioni che riporto dagli interventi precedenti chiariscano al meglio il mio pensiero.
Per me la fotografia è raccontare quello che vedo.
Così mi uniformo ad un'etica personale ma, immagino condivisibile, che nella fotografia, come nella vita, mi dice che se molto, anche grazie all'evoluzione tecnologica, è permesso, non significa che sia sempre, deontologicamente parlando, lecito.
Ciao.
CIAO - WETZLAR 2011 ... io c'ero.
http://emilio-vendramin-fotografie.weebly.com/
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- Ario Arioldi
- Messaggi: 2274
- Iscritto il: lun apr 30, 2007 4:35 pm
- Località: Locate di Triulzi (MI)
"Per me la fotografia è raccontare quello che vedo"
C'è però una differenza sostanziale ed è che non si vede solo con gli occhi ma anche col cervello, mentre la fotocamera registra tutto quello che inquadra e che potrebbe essere diverso, spesso lo è, da quello che io ho visto e ho inteso rappresentare.
Ario
C'è però una differenza sostanziale ed è che non si vede solo con gli occhi ma anche col cervello, mentre la fotocamera registra tutto quello che inquadra e che potrebbe essere diverso, spesso lo è, da quello che io ho visto e ho inteso rappresentare.
Ario
- Andrea De Sanctis
- Messaggi: 6575
- Iscritto il: ven apr 27, 2007 6:55 pm
- Località: Orta Nova(FG)
Cari Amici,
Stiamo parlando di fotografia,e mi sembra davvero esagerato tirare in ballo termini come etica,stabilire cosa sia lecito,cosa mistificazione,ecc.
Premesso che non sono capace di usare i programmi di fotoritocco,se non in pochissime funzioni elementari,e non ho nè il tempo nè la voglia di imparare,dopo più di 40 anni di fotografia argentica,vediamo di ricordare come quest'ultima sia altrettanto,se non di più mistificazione,altro che rappresentazione della realtà.
I parametri modificabili,scelta dell'emulsione,tipo di esposizione,scelta del rivelatore,finegranulante,ad alta acutanza,morbido,compensatore,a due bagni, fisico o chimico,per mondenzatura,etc.,tipo di agitazione, temperatura dei bagni,tempo si sviluppo,etc.,scelta della gradazione della carta,del tipo di ingranditore,a condensatori,a luce diffusa,a luce puntiforme,scelta del rivelatore,infinite tecniche di esposizione nella stampa,e, soprattutto,mascherature e bruciature,poi ditemi ancora che nella fotografia tradizionale,ho volutamente tralasciato i fotomontaggi,non ci sono trucchi e che il risultato è la documentazione, non l'interpretazione, della realtà.
Ciao
Stiamo parlando di fotografia,e mi sembra davvero esagerato tirare in ballo termini come etica,stabilire cosa sia lecito,cosa mistificazione,ecc.
Premesso che non sono capace di usare i programmi di fotoritocco,se non in pochissime funzioni elementari,e non ho nè il tempo nè la voglia di imparare,dopo più di 40 anni di fotografia argentica,vediamo di ricordare come quest'ultima sia altrettanto,se non di più mistificazione,altro che rappresentazione della realtà.
I parametri modificabili,scelta dell'emulsione,tipo di esposizione,scelta del rivelatore,finegranulante,ad alta acutanza,morbido,compensatore,a due bagni, fisico o chimico,per mondenzatura,etc.,tipo di agitazione, temperatura dei bagni,tempo si sviluppo,etc.,scelta della gradazione della carta,del tipo di ingranditore,a condensatori,a luce diffusa,a luce puntiforme,scelta del rivelatore,infinite tecniche di esposizione nella stampa,e, soprattutto,mascherature e bruciature,poi ditemi ancora che nella fotografia tradizionale,ho volutamente tralasciato i fotomontaggi,non ci sono trucchi e che il risultato è la documentazione, non l'interpretazione, della realtà.
Ciao
Andrea
Σκιᾶς ὄναρ ἄνθρωπος (Pindaro)
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- Ario Arioldi
- Messaggi: 2274
- Iscritto il: lun apr 30, 2007 4:35 pm
- Località: Locate di Triulzi (MI)
Aggiungerei che anche in fase di ripresa, digitale o argentico che sia il procedimento, si usano comunemente artifici che sono funzionali a restituire l'intepretazione della realtà che è voluta dall'autore e che nulla hanno a che vedere con l'obbiettivo di una sua fedele riproduzione (panning, sfocatura e mosso intenzionali etc.). La stessa scelta dell'inquadratura può rientrare in queste categoria.
L'etica diventa rilevante solo nel momento in cui la fotografia viene utilizzata con la pretesa di fornire una rappresentazione fedele della realtà, ed invece non lo è.
Ario
L'etica diventa rilevante solo nel momento in cui la fotografia viene utilizzata con la pretesa di fornire una rappresentazione fedele della realtà, ed invece non lo è.
Ario
Buonasera a tutti. Ho letto con piacere, forse non per tutti, il termine "etica" in fotografia. Forse lo attribuirei più al "fotogiornalismo" e non alla fotografia in generale. Tutto è ammissibile per uso commerciale, per rendere più appetibile un prodotto da vendere, l'elaborazione estrema di uno scatto. Per il fotogiornalismo no.
Pochi mesi fa feci un work shop con Francesco Z. (non so se posso fare nomi e cognomi) e nei due giorni intensi, ma veramente intesi, si parlo' di etica fotografica, oltre che di immagine.
Allego due link molto interessanti, proprio sul fattore "elaborazione in post produzione" di uno scatto. Uno in inglese e uno in italiano.
http://nppa.org/news_and_events/news/20 ... nmark.html
http://www.10bphotography.com/dng/10b_P ... G_-_1.html
E poi di Susan Sontang "Davanti al dolore degli altri"
Secondo me, da tenere sul comodino, e leggerlo prima di addormentarsi ogni sera.
Scusate dell'intervento, ma non potevo non farlo, essendo un sostenitore del fotogiornalismo.
Grazie a tutti e buona serata
Maurizio
Pochi mesi fa feci un work shop con Francesco Z. (non so se posso fare nomi e cognomi) e nei due giorni intensi, ma veramente intesi, si parlo' di etica fotografica, oltre che di immagine.
Allego due link molto interessanti, proprio sul fattore "elaborazione in post produzione" di uno scatto. Uno in inglese e uno in italiano.
http://nppa.org/news_and_events/news/20 ... nmark.html
http://www.10bphotography.com/dng/10b_P ... G_-_1.html
E poi di Susan Sontang "Davanti al dolore degli altri"
Secondo me, da tenere sul comodino, e leggerlo prima di addormentarsi ogni sera.
Scusate dell'intervento, ma non potevo non farlo, essendo un sostenitore del fotogiornalismo.
Grazie a tutti e buona serata
Maurizio
"... fotografare vuol dire cercare nelle cose quel che uno ha capito con la testa.
La grande foto è un'immagine di un'idea... bisogna capire cosa c'è dietro i fatti per poterli rappresentare."
Tiziano Terzani
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http://www.mauriziovecchi.net
La grande foto è un'immagine di un'idea... bisogna capire cosa c'è dietro i fatti per poterli rappresentare."
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