Per anni il nome Leica è stato sinonimo di fotografia.
Il rullino di pellicola più usato è comunemente conosciuto come “formato Leica”
Fin qui la storia è nota.
Poi apriamo il sito del produttore, oppure riceviamo una news letter e incontriamo l’ultimo grido, per adesso, dicembre 2022, della produzione attuale, la Leica M11.
La fotografia, realizzata con fotocamere digitali è ormai entrata nel quotidiano.
La proposta di nuovi modelli, oppure l’aggiornamento di quelli esistenti, è continua.
Per una collocazione temporale di quello che seguirà, conviene un richiamo alla storia recente.
Nel 1975 un ricercatore della Kodak, Steven Sasson, inizia a lavorare ad un’invenzione rivoluzionaria: la prima fotocamera digitale, che aveva l’ambizione di superare la pellicola, dando vita ad una nuova macchina fotografica che potesse digitalizzare le immagini appena scattate. Sasson utilizzò la tecnologia CCD (Charged Coupled Device, un sensore in grado di catturare la luce trasformandola in segnale elettrico).La prima macchina digitale uscita sul mercato nel 1981 fu la Sony Mavica FD5 che utilizzava, come supporto di memoria un floppy disk.
Dopo questa breve premessa torniamo in casa Leica.
Nel 1988 nasce Leica Digitalkompaktkameras (letteralmente fotocamere digitali compatte).
La primissima Leica digitale, che si chiamava S1, che venne presentata nel 1996 in tre varianti, con diverse risoluzioni, S1 Alpha (risoluzione 2570x2570), S1 High Speed (risoluzione 4000x4000) e S1 Pro (risoluzione 5140x5140)
Dopo dieci anni, siamo nel 1998, nasce la Leica Digilux (da una alleanza con Fujifilm), su design di Achim Heine, cui seguiranno, nell’arco di tre anni, una Digilux Zoom ed una Digilux 4.3
Nel 2002, da una cooperazione con Panasonic, vengono proposte sul mercato la Digilux 2, nel 2002, ed a seguire la Digilux 3, nel 2006, anno in cui, alla Photokina del 2006 vengono presentate diverse serie di fotocamere compatte digitali, per la maggior parte derivate da modelli Panasonic ma rielaborate e migliorate, soprattutto per quanto riguarda il software di gestione, da Leica.
Questo un elenco dei diversi modelli:
Leica C-Lux 2 (2007)
Leica D-Lux 4 (2008)
Leica D-Lux 5 (2010)
Leica D-Lux 5 Titanium
Leica D-Lux 6 (2012)
Leica D-Lux 109 (2014)
Leica D-Lux 7 (2018)
Leica V-Lux 2 (2010)
Leica V-Lux 3 (2011)
Leica V-Lux 4 (2012)
Leica V-Lux 20 (2010)
Leica V-Lux 30 (2011)
Leica V-Lux 40 (2012)
Leica X1 (2009)
Leica X2 (2012)
Leica C (2013)
Leica X Vario (2014)
Leica X (Tipo 113) (2014)
In seguito verranno prodotte in casa Leica nuovi tipi di fotocamere digitali.
Leica Q (nata nel 2015, la più recente è la versione Q2 declinata anche in tipologia Monochrom) e Leica SL (oggi nelle versioni SL2 ed SL2-S).
La Leica serie Q: fotocamera full frame con ottica fissa Summilux 28/1,7
La serie SL: mirrorless ad ottica intercambiabile con baionetta L (sviluppata con Sigma).
Questa introduzione era necessaria per arrivare a parlare di quella che, per tutti immagino ma almeno per me è così, è la “vera” LEICA, la M.
Fotocamere equipaggiate con sensore CCD
M8
La prima LEICA M digitale in ordine di tempo è il modello M8.
Prodotta del 2006 al 2009 ricorda molto le sue sorelle a pellicola.
È solo poco più spessa di una MP o di una M7 per lo spazio necessario all’elettronica interna e per la presenza dello schermo posteriore e dei vari comandi.
Utilizza un sensore CCD Kodak che, date le dimensioni di 18x27 mm, genera un crop di 1,33.
In termini semplici utilizzando un obiettivo 28 mm il campo inquadrato è simile a quello di un 35 mm (anche se questa semplificazione è appunto una semplificazione e come tale non completamente corretta ma accettabile dal punto di vista della caratteristiche delle ottiche citate che rimangono , ovviamente le stesse).
La presenza di un filtro posto di fronte al sensore, costringe, pena colori non corretti in ripresa, montare su ogni obiettivo un filtro UV/IR
M8.2
Nel 2008 viene proposta una nuova versione, che si affiancherà alla precedente e resterà in produzione ugualmente fino al 2009.
Identificata dalla sigla M8.2 ricalca in massima parte le caratteristiche del modello precedente, caratterizzandosi per un otturatore più silenzioso (che si ferma ad 1/4000 mentre la M8 arriva ad 1/8000) ed un vetro più robusto a protezione del display posteriore.
Con l’uscita della M8.2 era possibile richiedere a Leica l’aggiornamento della M8 alla nuova versione.
M9
Per avere la prima M full frame bisogna aspettare il 2009.
È settembre quando viene presentata la M9.
Il passo in avanti è epocale.
Gli obiettivi, gli stessi a baionetta che dal 1953 equipaggiano i corpi M, ritornano alle loro lunghezze focali di targa.
In realtà il sensore, sempre un CCD con 18milioni di pixel, misura esattamente 23,9 x 35,8 ma questo lieve differenza con il fotogramma della pellicola non produce effetti misurabili.
Sul corpo, nell’innesto degli obiettivi compare una piccola finestra che può leggere una codifica a 6 Bit che, se presente sulla baionetta dell’ottica, permette alla fotocamera di sapere quale quale obiettivo si sta usando.
Questa informazione comparirà sui dati efix e, per gli obiettivi non codificati è possibile comunicare il tipo alla macchina agendo sul menù.
La sensibilità ISO va da 80 a 2500.
Aggiungo un ricordo personale, un misto di curiosità ed anche una certa emozione quando - eravamo con alcuni amici del forum a Venezia nei giorni della festa della Madonna della Salute - ci fu “affidata” dall’importatore una delle prime M9 disponibili, nera, da provare…….
M9-P
Passano due anni e viene proposta la nuova versione che si chiamerà M9-P, sostanzialmente identica alla precedente, a parte, se non ricordo male, la sostituzione del vetro a protezione del display posteriore con un vetro Gorilla Glass, in materiale alcalino-alluminosilicato, prodotto dalla Corning appositamente per la protezione di device portatili.
Anche in questo caso, come già avvenuto per la M8, era possibile, per i possessori di M9, richiedere l’aggiornamento a M9-P.
Sia la M9 che la M9-P usciranno di produzione nel 2011.
Interrompo momentaneamente questa elencazione perché un piccolo accenno al problema dei sensori della M9, la c.d. varicella, va fatto.
Nel 2014 sul sito DPREVIEW, compare questo comunicato della casa Leica: “Un numero crescente di utenti Leica segnala la comparsa di punti bianchi sulle immagini scattate con le fotocamere M9, M9-P, M Monochrom e ME. L'elemento comune a tutti questi modelli è il sensore CCD Kodak full frame da 18 MP, protetto da un pezzo di vetro Schott S8612. Oltre ai modelli normali, questo problema ha anche il potenziale per influenzare una qualsiasi delle numerose edizioni speciali di Leica basate sull’M9……..
Sul forum “La Vida Leica” l'azienda conferma che il problema è dovuto alla corrosione del vetro di copertura del sensore.
Leica interverrà sostituendo gratuitamente i sensori anche ben oltre la scadenza della garanzia. Purtroppo anche i sensori sostituiti potevano ripresentare lo stesso problema, che fu risolto dopo alcuni anni sostituendo il vetro di protezione del sensore (solo i sensori sostituiti dopo il 1/9/2015 sono immuni dal problema)."
In seguito Leica comunica che “..non ha più la possibilità di sostituire i sensori nemmeno a pagamento”; questo significa che se il sensore CCD della M smette di funzionare correttamente, si può solo pensare di cambiarla con un nuovo modello.
Per questa operazione di upgrade, normalmente, è riconosciuto uno sconto sul prezzo del nuovo.
Va sottolineato che il problema affliggeva anche le altre macchine con sensore CCD full frame (Monochrom e ME), che beneficiarono della stessa sostituzione in garanzia estesa.
MONOCHROM
Arriviamo al 2012 e nel mese di maggio, per gli appassionati del bianconero, Leica propone una nuova M.
È battezzata come MONOCHROM, ha sempre il sensore CCD da 18 Mp, con sensore CCD della Kodak e la stessa carrozzeria della M9.
Nata come un esperimento, sarà un successo di nicchia.
Due parole sul bianco e nero. Se fotografando in digitale è questo quello che desideriamo, la Monochrom sarà la macchina più bella del mondo e probabilmente l’unica per la quale ha senso investire.
È una macchina che copre un genere, è l’unica a farlo e lo fa molto bene. Le foto hanno un microcontrasto e un quantitativo di dettagli enorme perché tutti i pixel collaborano all’immagine complessiva anziché servire solo uno dei tre colori del mosaico del filtro di Bayer.
Citando Michael Kenna possiamo sintetizzare dicendo che il bianconero è una riduzione essenziale della stimolazione sensoriale che permette alla nostra immaginazione di attivarsi.
La fotografia in bianconero - nata per necessità quando non era possibile fare altrimenti - dice all’osservatore che non sta guardando una copia delle realtà, ma piuttosto un’interpretazione di quello che il fotografo ha visto con i propri occhi.
ME
Nel settembre del 2012 arriva sul mercato la Leica ME.
Resterà in produzione fino al 2015.
Si tratta di una M9 semplificata, uguale in tutto e per tutto alla sorella maggiore da cui deriva.
Stesso sensore CCD da 18 Mp (sarà l’ultima ad utilizzarlo) priva del selettore delle cornici, con carrozzeria color antracite e comandi (gruppo interruttore/pulsante di scatto e ghiera dei tempi) cromati.
Se mi è consentito una valutazione personale e non sostenuta da prove, ebbi, al momento dell’uscita sul mercato della ME (alcune fonti riportano/scrivono M-E, ma è la stessa macchina), la netta impressione che si trattasse di una operazione commerciale mirante a sfoltire le scorte dei sensori CCD che avevano dato i noti problemi.
Fotocamere equipaggiate con sensore CMOS
M-D
Sembra ormai diventata una consuetudine quella di alternare modelli che ammiccano al mercato, con novità che il mercato lo caratterizzeranno per la loro originalità.
Così, dopo la Monochrom un’altra novità esce da casa Leica.
Sto parlando delle Leica M-D.
Si tratta di una fotocamera digitale apparentemente come le altre ma con un’innovazione,
Sul retro, dove normalmente troviamo uno schermo ed una serie di pulsanti, non c’è altro se non una ghiera per impostare la sensibilità.
La foto digitale è ridotta, ma solo apparentemente, all’essenziale.
Come con le fotocamere a pellicola, il risultato non è immediatamente verificabile.
Nel mirino, con dei led, sono segnalate la correzione dell’esposizione, la velocità di scatto se si lavora in automatico, oppure; come nella M6 analogica, la corretta esposizione con i due led triangolari e e uno circolare al centro.
La risoluzione è adesso di 24 Mp con il nuovo sensore CMOS, che equipaggerà, da qui in vanti, tutti i modelli Leica digitali.
Con questa nuova fotocamera, Leica fa quello che sarà definito come “Un passo indietro nel futuro”,
Utilizzando una Leica M-D viene tolta al fotografo la “distrazione” del display, la revisione dello scatto (con i pro ed i contro che singolarmente ogni utilizzatore rileva in questa situazione). Il file che viene fornito dalla fotocamera è solo un RAW nel consueto formato DNG e quindi, proprio come per la pellicola, la fotografia potrà nascere solo con la post produzione.
M-240
Restiamo ancora nel 2012, anno in cui viene presentata la nuova Leica M (typ240)
Con questa fotocamera Leica fa un ulteriore passo in avanti nel mondo del digitale, per quello che riguarda le fotocamere a telemetro.
La M-240 ha un sensore CMOS (complementary metal-oxide semiconductor) da 24Mp e la funzione live View (che consente di utilizzare il mirino opzionale visioflex).
Permette di realizzare video full HD, anche se di questa funzione avendola avuta ed utilizzata, non sentivo la necessità su una fotocamera a telemetro (ma questo è solo un parere personale). Ottimamente carrozzata, tropicalizzata, mostra netti miglioramenti rispetto ai precedenti modelli per quanto riguarda il rumore, che rimane accettabile fino a 6400 ASA.
Il display posteriore fornisce una preview ottima con i suoi 920.000 pixel su una superficie di circa 3 inch.
M-P
Rispettando quella che sembra ormai una consuetudine, dopo due anni dalla M-240, arriva sul mercato la versione aggiornata M-P
Si tratta di un aggiornamento del precedente modello. In particolare l’elettronica, con un buffer da due gigabyte (doppio rispetto alla M-240).
Inoltre il display posteriore viene protetto da un vetro zaffiro, in sostituzione del Gorilla Glass.
Ritorna sulla carrozzeria la classica scritta Leica in corsivo e sul frontale scompare il bollino rosso, mettendo in evidenza la vite (come sulla MP analogica).
Alla presentazione al Photokina, la macchina è proposta, come sempre nelle versioni argento (L107-72) e nera (L107-73)
MONOCHROM (typ246)
Sono trascorsi tre anni dalla presentazione della M-240 e della prima Monochrom.
Visto l’interesse suscitato dalla prima versione, quella con sensore CCD, Leica fa il bis con una nuova Monochrom (typ 246), il cui arrivo sul mercato viene annunciato il
Ridotta all'essenziale per una fotografia in bianco e nero vera, autentica e diretta, la Leica M Monochrom offre prestazioni d'immagine senza precedenti, eccezionali capacità in condizioni di scarsa illuminazione e ricchezza di dettagli.
Dispone, come ormai tutti i modelli digitali Leica M, di un sensore CMOS da 24 Mp, di un buffer da 2 Gb e del processore Leica Maestro.
Il corpo macchina è in lega di magnesio, impreziosito da top e fondello in ottone massiccio.
Altre caratteristiche sono facilmente rintracciabili in rete.
Fotografando consapevolmente ed avendo come fine l’interpretazione, attraverso la propria creatività, della realtà che l’autore propone con il proprio bianco e nero, la Leica M Monochrom è lo strumento moderno, evoluzione della prima, precedente fotocamera digitale in bianco e nero al mondo.
Con la giusta post produzione, permette di ottenere immagini caratterizzate da nitidezza, profondità e chiarezza prima inimmaginabili.
M10
Arriviamo al gennaio 2020 (giorno 19 per la precisione) viene annunciata (sarà disponibile al mercato dal mese di febbraio) la Leica M10
Siamo ad un ulteriore salto di qualità rispetto al passato.
La prima cosa che si nota, esternamente, sono le dimensioni del corpo macchina (139x80x38,5 mm).
Mentre in alcuni dei modelli precedenti queste erano lievemente diverse dai modelli analogici, oggi la nuova M-10 ha le dimensioni della regina delle Leica a pellicola, la M3.
Inoltre, nella stessa posizione del nottolino di riavvolgimento della M3 e della MP, troviamo un nottolino con cui impostare la sensibilità.
Dal punto di vista dei contenuti, la M-10 ha il sensore CMOS da 24 Mb, utilizza la piattaforma Leica Maestro II°, può scattare fino a cinque fotogrammi per secondo.
Sul retro ha solamente tre pulsanti (liveview, play e menù) ed un joistick.
Ha una funzione wi-fi integrata che consentite di gestire da remoto la fotocamera attraverso l’app Leica FOTOS.
E disponibile sia in versione nera che argento.
M10-P
Dopo un anno e mezzo, come ormai prassi consolidata, arriva la versione M10-P.
Sostanzialmente la stessa fotocamera con una diversa finitura (nessun logo o bollino rosso sul davanti) ed alcune migliorie, fra cui un otturatore ancora più silenzioso (anche se a mio personalissimo parere nessuna M digitale ha, in fase di scatto, l’accattivante ronzio di una M3) e la funzione touch screen sul display posteriore.
M10-D
Come per la M-D del 2016, anche la M10 esce con una versione “semplificata” e ancora una volta Leica cerca di stupire (e secondo me ci riesce) proponendo una M10 priva del display posteriore, ispirandosi forse ad una iconica affermazione di Giorgio Armani che ebbe a dire: la legge del lusso non è aggiungere ma togliere.
Le caratteristiche principali rimangono le stesse del modello da cui deriva.
M-E (typ262)
Ancora una versione semplificata.
La Leica ME (typ 262) è una variante della MP (typ 240) meno costosa.
Non ha il connettore per l'impugnatura multifunzione (ma comunque quello per il mirino elettronico) il vetro dello schermo posteriore è un Gorilla (e non un vetro zaffiro).
È più leggera perché la calotta è realizzata in alluminio.
M10 MONOCHROM
Leica continua a essere un pioniere nel mondo della fotografia digitale in bianco e nero e, a gennaio 2020 propone la nuova Leica M10 Monochrom (typ 246).
Dotata di un nuovo sensore da 40 megapixel si propone come strumento essenziale per gli amanti del bianconero, oggi realizzabile con la tecnologia più aggiornata.
Il sensore in bianco e nero ad altissima risoluzione dell'M10 Monochrom offre immagini ricche di dettagli e caratterizzate da una notevole nitidezza.
Il nuovo M10 Monochrom si dimostra nei fatti più versatile dei suoi predecessori in bianco e nero, con una gamma di sensibilità ampliata da ISO 160 a ISO 100.000.
Basata sulla Leica M10-P, anche la M10 Monochrom ha le stesse caratteristiche, tra cui un corpo più sottile, ghiera ISO dedicata, controlli touchscreen, l'otturatore più silenzioso, e wi-fi integrato per la connessione con Leica FOTOS.
M10-R
Il sensore da 40 Mb, già inserito nella nuova M10 Monochrom, equipaggia dal luglio 2020, una nuova versione della M10, la M10-R
La nuova fotocamera, utilizza il processore di immagini Leica Maestro II° e, conservando le peculiarità del modello da cui deriva, si distingue per la qualità dell'immagine, la gamma dinamica e la sensibilità, con una gamma ISO 100-50000 e basso rumore.
Utilizza schede SD/SDHC/SDXC
Esternamente, l'unica differenza tra M10 e M10-R è l'aggiunta di una "R" all'incisione sulla slitta.
Internamente, è una storia diversa.
L’M10-R passa dai 24 Mp della M10 a 40 Mp.
Non c’è una funzione video.
Grazie al nuovo sensore, la gamma dinamica è migliorata in modalità Raw. Nonostante il significativo aumento delle dimensioni dei suoi file, la velocità di scatto continuo dell'M10-R è di 4,5 fps, appena inferiore ai 4,8 fps dell'M10 originale.
Come l'originale M10-P, la sensibilità ISO nativa va da 100 a 50.000 e il tempo di esposizione massimo è stato esteso a 16 minuti dai 4 minuti dei modelli precedenti.
I file raw vengono registrati in formato DNG, a 14 bit, con compressione senza perdita di dati.
M11
Chiudo questa “rassegna” con l’ultimo prodotto di casa Leica: la M11, arrivata nei primi mesi del 2022.
Le esperienze da riferire su questa nuova fotocamera sono ancora ridotte (personalmente, come utilizzatore, sono fermo alla M10, non potendo inseguire il mercato ad ogni piè sospinto) per cui mi limiterò ad elencare alcune caratteristiche interessanti.
Il sensore CMOS full frame da 60 MP dell'M11 presenta anche un design retroilluminato (BSI) che offre prestazioni di rumore migliorate e velocità di lettura più elevate. La risoluzione più elevata si adatta ad applicazioni più orientate ai dettagli, come paesaggi e soggetti architettonici, e i vantaggi di riduzione del rumore del design BSI migliorano la chiarezza e la precisione del colore quando si lavora in condizioni di scarsa illuminazione con ISO più elevati. Il design fisico del sensore include anche un aggiornamento vetro filtrante ultrasottile a doppio strato, che assorbe le lunghezze d'onda UV e IR per una maggiore chiarezza e una resa più accurata dagli obiettivi M.
Un'altra caratteristica presente per la prima volta su una Leica M, è la possibilità, per il fotografi, attraverso un processo di pixel binning (i dati raccolti da un gruppo di quattro pixel vengono combinati in un unico “super pixel” che è in grado di dare vita a risultati migliori in termini di cattura e elaborazione della luce) consente di scegliere se ottenere file a 60, 36 o 18 Mp.
I file possono essere registrati sia in formato DNG (RAW) che JPEG.
La scheda di memoria è accessibile dal vani batteria (per la prima volta in una Leica M il fondello non è rimovibile).
L’otturatore, in modalità meccanica consente esposizioni da 60 minuti ad 1/4.000 di secondo ed in modalità elettronica da 60 minuti ad 1/16.000 di secondo.
Per questa fotocamera è disponibile anche un Visioflex II° inclinabile ed il liveview è stabilizzato.
Concludo questa “breve” trattazione sottolineando come siano state volutamente escluse le numerose edizioni limitate, safari, titanium, safari, Leica 60, Leica100, Lenny Kravitz, ecc. ecc.
Questa scelta è determinata dal fatto che queste versioni non hanno sostanzialmente mai nulla di diverso, dal punto di vista funzionale, con i modelli da cui derivano e l’interesse di chi le acquista è, nella maggior parte dei casi, collezionistico.
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Per questo post ho eseguito varie ricerche in rete.
Di seguito una elencazione non completa delle fonti/siti da cui ho principalmente tratto informazioni.
cameratimes.org
dpreviw.com
fotografidigitali.it
laba.biz
lavidaleica.com
leica-camera.com
leicapassionforum.it
macitynet.it
rangefinderforum.com
summilux.net
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E possibile che questa lunga elencazione contenga inesattezze, imprecisioni, errori. Invito chi avesse segnalazioni al riguardo, a contattarmi privatamente (MP).
GRAZIE
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Leica M digitale
Moderatore: Ferruccio Lobba
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Leica M digitale
CIAO - WETZLAR 2011 ... io c'ero.
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Re: Leica M digitale
Ottimo lavoro Emilio!
Spesso quello che cerchi è dentro di te... oppure nel frigo!
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- Massimiliano Liti
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Re: Leica M digitale
Lavorone Emilio!!!
Davvero ben fatto
Davvero ben fatto
Massimiliano Liti (già HAWK)
Quant'è bella giovinezza
Che si fugge tuttavia
Chi vuol essere lieto sia
Del doman non v'è certezza
Quant'è bella giovinezza
Che si fugge tuttavia
Chi vuol essere lieto sia
Del doman non v'è certezza
- Emilio Vendramin
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Re: Leica M digitale
Ringrazio quanti mi hanno segnalato carenze e/o imprecisioni che, grazie ai suggerimenti ricevuti ho provveduto a correggere.
CIAO - WETZLAR 2011 ... io c'ero.
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