lavaggio negativi
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- Gianfranco Staro
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lavaggio negativi
Buongiorno, in mancanza di acqua corrente, o meglio con acqua corrente molto calcarea e clorata proveniente da un pozzo artesiano e stoccata in cisterna, come si possono lavare i negativi al termine del processo di sviluppo ecc...?
Ciao
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La fotografia non mostra la realtà, mostra l'idea che se ne ha. (Neil Leifer)
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Gianfranco Staro
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Gianfranco Staro
Re: lavaggio negativi
Ciao Gianfranco,
io uso il metodo ilford, che consiste in:
riempire la tank, 5 agitazioni e svuotare, poi riempire di nuovo la tank 10 agitazioni e svuotare in fine riempire la tank 20 agitazioni e svuotare. (5 + 10 + 20)
Dopo il lavaggio lascio riposare la pellicola in acqua e imbibente per qualche minuto ed infine asciugatura in doccia.
Io uso l'acqua demineralizzata (proveniente dall'asciugatrice). In alternativa puoi comprare al supermercato l'acqua distillata.
io uso il metodo ilford, che consiste in:
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ciao,
Massimo
"Non ci sono regole per una buona foto, ci sono solo buone fotografie" Ansel Adams
_________________
http://madeva71.wix.com/photographer
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- Gianfranco Staro
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Re: lavaggio negativi
Grazie Massimo! Molto utile per chi è abituato al rubinetto di acqua quasi pura!
Ciao
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- Mandelbrot
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Re: lavaggio negativi
Io attacco al lavandino di casa un filtro della PAterson (Paterson Water Filter) con un potere filtrante di 20 micron.
Lavo per 40 min lasciando correre l'acqua e svuotando ogni 5/10min completamente la tank.
Ciao
Lavo per 40 min lasciando correre l'acqua e svuotando ogni 5/10min completamente la tank.
Ciao
Ciao. Mario
- Gianfranco Staro
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Re: lavaggio negativi
Ciao Mario, il filtro risolve il calcare in parte e le altre impurità, il vero problema è il cloro disciolto nella cisterna per evitare muffe e funghi e animaletti vari.
Credo che userò il metodo MADEVA usando l'acqua dei climatizzatori (miei e vicini di casa).
Grazie
Credo che userò il metodo MADEVA usando l'acqua dei climatizzatori (miei e vicini di casa).
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Gianfranco Staro
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- Mandelbrot
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Re: lavaggio negativi
Il lavaggio dei negativi è estremamente importante e non deve essere preso alla leggera o sottovalutato.
Intanto la durata: in caso di lavaggio con acqua corrente non più di 10 minuti. Oltre si rigonfia la gelatina e si compromette la struttura della grana, cosa che negli ingrandimenti spinti si vedrà parecchio (basta provare da sé, non è un dogma)
In caso di mancanza di acqua corrente va bene anche il metodo ilford già ricordato.
Assolutamente da evitare per il lavaggio l'uso di acqua demineralizzata che indebolisce notevolmente la gelatina, e men che meno quella proveniente dalla condensa dei climatizzatori che può contenere una carica batterica non indifferente, cosa nociva perché potrebbe fare attecchire batteri o muffe nella gelatina. I batteri o le muffe non provengono dal condizionatore, ma si formano dentro i tubi, che nessuno sostituisce o pulisce mai.
Nel caso in cui l'acqua sia dura e clorata, basta farla bollire preventivamente, ed usare il metodo ilford.
L'acqua demineralizzata può essere usata solo nel risciacquo finale con imbibente, per un minuto al massimo (bastano già 30 secondi).
Esistono poi imbibenti speciali non in vendita per i fotoamatori che permettono l'uso di acqua comune e lasciano negativi perfetti, ma questo è un altro discorso; così come esistono additivi specifici per acque calcaree, magnesiache, ferruginose.
Il problema degli imbibenti commerciali è che il dosaggio consigliato è solitamente enorme rispetto al dovuto (5/10 gocce in mezzo litro), lasciando aloni saponosi piuttosto noiosi da togliere (ci si riesce bene con l'isopropanolo).
Altra cosa da evitare è l'asciugatura forzata (con macchinette tipo il mistral o equivalenti): su negativi medioformato si possono creare zone di densità differente laddove dovrebbe essere uniforme, e poi non c'è più modo di eliminarle, il negativo resta compromesso. Gli essiccatori per pellicola sono complessi, devono garantire un flusso di aria pura costante, un gradiente di temperatura uniforme su tutta l'altezza (non banale) e non superare la temperatura di 32 gradi, oltre la quale si possono creare fenomeni curiosi, come l'asciugatura rapida di gocce d'acqua, che restringendone rapidamente la sezione lascia una traccia sulla gelatina simile al percorso di insetti, oppure tracce filiformi scure.
Intanto la durata: in caso di lavaggio con acqua corrente non più di 10 minuti. Oltre si rigonfia la gelatina e si compromette la struttura della grana, cosa che negli ingrandimenti spinti si vedrà parecchio (basta provare da sé, non è un dogma)
In caso di mancanza di acqua corrente va bene anche il metodo ilford già ricordato.
Assolutamente da evitare per il lavaggio l'uso di acqua demineralizzata che indebolisce notevolmente la gelatina, e men che meno quella proveniente dalla condensa dei climatizzatori che può contenere una carica batterica non indifferente, cosa nociva perché potrebbe fare attecchire batteri o muffe nella gelatina. I batteri o le muffe non provengono dal condizionatore, ma si formano dentro i tubi, che nessuno sostituisce o pulisce mai.
Nel caso in cui l'acqua sia dura e clorata, basta farla bollire preventivamente, ed usare il metodo ilford.
L'acqua demineralizzata può essere usata solo nel risciacquo finale con imbibente, per un minuto al massimo (bastano già 30 secondi).
Esistono poi imbibenti speciali non in vendita per i fotoamatori che permettono l'uso di acqua comune e lasciano negativi perfetti, ma questo è un altro discorso; così come esistono additivi specifici per acque calcaree, magnesiache, ferruginose.
Il problema degli imbibenti commerciali è che il dosaggio consigliato è solitamente enorme rispetto al dovuto (5/10 gocce in mezzo litro), lasciando aloni saponosi piuttosto noiosi da togliere (ci si riesce bene con l'isopropanolo).
Altra cosa da evitare è l'asciugatura forzata (con macchinette tipo il mistral o equivalenti): su negativi medioformato si possono creare zone di densità differente laddove dovrebbe essere uniforme, e poi non c'è più modo di eliminarle, il negativo resta compromesso. Gli essiccatori per pellicola sono complessi, devono garantire un flusso di aria pura costante, un gradiente di temperatura uniforme su tutta l'altezza (non banale) e non superare la temperatura di 32 gradi, oltre la quale si possono creare fenomeni curiosi, come l'asciugatura rapida di gocce d'acqua, che restringendone rapidamente la sezione lascia una traccia sulla gelatina simile al percorso di insetti, oppure tracce filiformi scure.
- Gianfranco Staro
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Re: lavaggio negativi
Ciao Sandro, credo che leggendo e mescolando i vari metodi, Ilford "in primis", forse riuscirò a sviluppare i miei negativi anche con l'acqua del pozzo. Era ciò che mi ha fermato dal procedere all'analogico in Sardegna.
Si potrà poi procedere a un nuovo lavaggio con acqua filtrata una volta rientrato in città, a distanza di un paio di mesi?
Grazie del tempo che avete perso per aiutarmi.
Si potrà poi procedere a un nuovo lavaggio con acqua filtrata una volta rientrato in città, a distanza di un paio di mesi?
Grazie del tempo che avete perso per aiutarmi.
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Gianfranco Staro
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Gianfranco Staro
Re: lavaggio negativi
Onestamente, piuttosto che rilavarli due mesi dopo, li svilupperei due mesi dopo.
Se durante il lavaggio qualcosa va storto e danneggia l'emulsione, poi non ci sarà nuovo lavaggio che potrà ripararla.
Se durante il lavaggio qualcosa va storto e danneggia l'emulsione, poi non ci sarà nuovo lavaggio che potrà ripararla.
- Ottavio_Colosio
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- Iscritto il: lun feb 14, 2011 10:12 pm
- Località: Bergamo/Milano
Re: lavaggio negativi
Concordo sul far bollire acqua particolarmente dura,
personalmente la demineralizzata la uso solo per sviluppare le pellicole tecniche
oppure come risciacquo finale con una goccia di imbibente.
personalmente la demineralizzata la uso solo per sviluppare le pellicole tecniche
oppure come risciacquo finale con una goccia di imbibente.
Saluti
Ottavio
____________________
Matematicamente parlando, la fotografia e' un'applicazione lineare da R3 in R2
Ottavio
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