Bianco Nero, la mia metodologia prevede due strade
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- Alberto Bari
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Bianco Nero, la mia metodologia prevede due strade
Bianco Nero, la mia metodologia prevede due strade.
Entrambe comportano una serie di accorgimenti in fase di acquisizione dell'immagine:
Salvataggio rigorosamente in RAW
Iso bassi, possibilmente non oltre 400
Obiettivo con copertura fra 35 e 90 mm, con la GH2 utilizzo il 20/1,7 o il 50 /1,1 Voigtlander, il Summicron 35 o il 50 Elmar 3,5
Il diaframma deve essere a tutta apertura, al massimo con il Nokton 50 apro a f 1,4
Nei ritratti sia in primo piano che ambientati cerco la luce ottimale allo scopo di mettere in risalto le peculiarità di ogni volto
Una volta davanti al mio iMac, apro tutti i file RAW con Lightroom, è migliore di photoshop poichè riesco ad aprire contemporaneamente anche 500 scatti.
In “Sviluppo” sistemo innanzi tutto il bilanciamento del colore che deve essere perfetto, poi do un tocco all’esposizione, alla riduzione dell’eventuale rumore, poi assegno delle stelline alle foto che decido di utilizzare e le esporto in una nuova cartella in Tif 16 bit.
I file Tif salvati li apro in Photoshop CS4, non più di tre-quattro alla volta, e decido in base alla fotografia e al soggetto quale delle due strade percorrere, talvolta mi capita di seguirne una per poi cambiare idea e scegliere l’altra.
Le due strade portano a risultati completamente diversi e non tutti i soggetti sono adatti ad entrambe.
La prima, quella più apprezzata dai fruitori, mi è costata mesi di tentativi e esperimenti, che alla fine hanno portato ad una serie di interventi che devono essere eseguiti in un preciso ordine e che variano di “intensità” in base all’immagine che sto lavorando, diversi interventi possono essere saltati o intensificati e molti richiedono una personalizzazione : non esistono due fotografie che hanno subito lo stesso trattamento sotto il profilo delle regolazioni.
Visto il tempo dedicato per raggiungere questi risultati ho deciso per il momento di non rivelare a nessuno la procedura per ottenerli, è un po’ come una sorta di copyright sulle mie immagini più importanti.
La seconda strada, altrettanto valida e apprezzata, non è soggetta al timbro “Top Secret” quindi vi rivelo la mia metodologia di lavoro!
Fermi restando i punti descritti poco sopra relativi alla fase di acquisizione e pre-post produzione con Lightroom, anche in questo caso apro i file Tif con Photoshop.
Per prima cosa ottimizzo con “Shadow-Hightlight” le alte e le basse luci, se esistono zone bucate nel bianco, con i comandi “image - adjustment-level” sposto verso sinistra la freccina nella zona bassa “output levels”, fino a ottenere un grigio leggerissimo nelle zone totalmente bianche, successivamente ci penserà la grana a sistemarle a dovere.
A questo punto con “”image-adjiustment-exposure” agisco con moderazione sulle barre “Exposure” e “Gamma Correction” spostandole leggermente verso destra, alternando le barre fino ad ottenere un file di mio gradimento.
Come avrete notato sto sempre lavorando sul colore.
A questo punto apro l’applicativo Alien Skin che trovo sotto i filtri, e, dopo aver selezionato “Setting - Neutral” per azzerare memorizzazioni precedenti, scelgo sotto “B&W Films” la pellicola che decido di simulare, io amo molto la “Kodak TRI X 400”.
Mi sposto su “Tone”, in alto, e agendo sui nodi della curva cerco di ottimizzare luci, ombre e contrasto.
Talvolta agisco anche sulla grana riducendola o implementandola con l’apposito comando.
Poi con l’OK salvo il tutto e raggruppo i livelli riportando il peso a quello originale.
La foto è quasi pronta ma prima torno ad agire su luci ed ombre e ancora su Esposizione - Gamma, per una regolazione fine, poi salvo in Tif.
Mentre la prima strada porta ad immagini molto particolari con un grande senso di tridimensionalità, neri profondi e dettagli nitidi contrapposti al naturale sfocato del Nokton 50 a tutta apertura, la seconda strada restituisce fotografie molto “sature”, consentitemi la parola anche se siamo in BN, anche qui con neri profondi ma con una leggera grana che toglie un pelo di nitidezza ma elimina i buchi nel bianco, grazie a quel trattamento precedentemente descritto, e rende le fotografie molto gradevoli riportandoci con la mente alle stampe da Tri X 400 in camera oscura.
Le stampe, appunto, siamo arrivati al momento clou del processo di una fotografia, qui secondo i casi scelgo o la Harman Baryta, o la Canson Baryta, entrambe molto belle, stampo i file Tif con la Epson PRO 3800 dando il giusto taglio all’immagine in Photoshop solo l’ultimo momento, selezionando nel comando di stampa “stampa lenta” e uscita 16 bit.
Dopo aver lavorato le fotografie seguendo la prima strada o la seconda ( anche se talvolta le segue entrambe per poi decidere quale utilizzare), riapro tutti i file Tif con Lightroom e li esposto tutti in una nuova cartella salvandoli in Jpeg con riduzione a 2500x2500 pixel al 90% e 300 pixel per pollice, queste ultime sono destinate al mio sito e a Flickr per essere poi postate in Leicapassion.
In quel di Bassano, a Giugno, porterò una scatola di A3 in visione !
Entrambe comportano una serie di accorgimenti in fase di acquisizione dell'immagine:
Salvataggio rigorosamente in RAW
Iso bassi, possibilmente non oltre 400
Obiettivo con copertura fra 35 e 90 mm, con la GH2 utilizzo il 20/1,7 o il 50 /1,1 Voigtlander, il Summicron 35 o il 50 Elmar 3,5
Il diaframma deve essere a tutta apertura, al massimo con il Nokton 50 apro a f 1,4
Nei ritratti sia in primo piano che ambientati cerco la luce ottimale allo scopo di mettere in risalto le peculiarità di ogni volto
Una volta davanti al mio iMac, apro tutti i file RAW con Lightroom, è migliore di photoshop poichè riesco ad aprire contemporaneamente anche 500 scatti.
In “Sviluppo” sistemo innanzi tutto il bilanciamento del colore che deve essere perfetto, poi do un tocco all’esposizione, alla riduzione dell’eventuale rumore, poi assegno delle stelline alle foto che decido di utilizzare e le esporto in una nuova cartella in Tif 16 bit.
I file Tif salvati li apro in Photoshop CS4, non più di tre-quattro alla volta, e decido in base alla fotografia e al soggetto quale delle due strade percorrere, talvolta mi capita di seguirne una per poi cambiare idea e scegliere l’altra.
Le due strade portano a risultati completamente diversi e non tutti i soggetti sono adatti ad entrambe.
La prima, quella più apprezzata dai fruitori, mi è costata mesi di tentativi e esperimenti, che alla fine hanno portato ad una serie di interventi che devono essere eseguiti in un preciso ordine e che variano di “intensità” in base all’immagine che sto lavorando, diversi interventi possono essere saltati o intensificati e molti richiedono una personalizzazione : non esistono due fotografie che hanno subito lo stesso trattamento sotto il profilo delle regolazioni.
Visto il tempo dedicato per raggiungere questi risultati ho deciso per il momento di non rivelare a nessuno la procedura per ottenerli, è un po’ come una sorta di copyright sulle mie immagini più importanti.
La seconda strada, altrettanto valida e apprezzata, non è soggetta al timbro “Top Secret” quindi vi rivelo la mia metodologia di lavoro!
Fermi restando i punti descritti poco sopra relativi alla fase di acquisizione e pre-post produzione con Lightroom, anche in questo caso apro i file Tif con Photoshop.
Per prima cosa ottimizzo con “Shadow-Hightlight” le alte e le basse luci, se esistono zone bucate nel bianco, con i comandi “image - adjustment-level” sposto verso sinistra la freccina nella zona bassa “output levels”, fino a ottenere un grigio leggerissimo nelle zone totalmente bianche, successivamente ci penserà la grana a sistemarle a dovere.
A questo punto con “”image-adjiustment-exposure” agisco con moderazione sulle barre “Exposure” e “Gamma Correction” spostandole leggermente verso destra, alternando le barre fino ad ottenere un file di mio gradimento.
Come avrete notato sto sempre lavorando sul colore.
A questo punto apro l’applicativo Alien Skin che trovo sotto i filtri, e, dopo aver selezionato “Setting - Neutral” per azzerare memorizzazioni precedenti, scelgo sotto “B&W Films” la pellicola che decido di simulare, io amo molto la “Kodak TRI X 400”.
Mi sposto su “Tone”, in alto, e agendo sui nodi della curva cerco di ottimizzare luci, ombre e contrasto.
Talvolta agisco anche sulla grana riducendola o implementandola con l’apposito comando.
Poi con l’OK salvo il tutto e raggruppo i livelli riportando il peso a quello originale.
La foto è quasi pronta ma prima torno ad agire su luci ed ombre e ancora su Esposizione - Gamma, per una regolazione fine, poi salvo in Tif.
Mentre la prima strada porta ad immagini molto particolari con un grande senso di tridimensionalità, neri profondi e dettagli nitidi contrapposti al naturale sfocato del Nokton 50 a tutta apertura, la seconda strada restituisce fotografie molto “sature”, consentitemi la parola anche se siamo in BN, anche qui con neri profondi ma con una leggera grana che toglie un pelo di nitidezza ma elimina i buchi nel bianco, grazie a quel trattamento precedentemente descritto, e rende le fotografie molto gradevoli riportandoci con la mente alle stampe da Tri X 400 in camera oscura.
Le stampe, appunto, siamo arrivati al momento clou del processo di una fotografia, qui secondo i casi scelgo o la Harman Baryta, o la Canson Baryta, entrambe molto belle, stampo i file Tif con la Epson PRO 3800 dando il giusto taglio all’immagine in Photoshop solo l’ultimo momento, selezionando nel comando di stampa “stampa lenta” e uscita 16 bit.
Dopo aver lavorato le fotografie seguendo la prima strada o la seconda ( anche se talvolta le segue entrambe per poi decidere quale utilizzare), riapro tutti i file Tif con Lightroom e li esposto tutti in una nuova cartella salvandoli in Jpeg con riduzione a 2500x2500 pixel al 90% e 300 pixel per pollice, queste ultime sono destinate al mio sito e a Flickr per essere poi postate in Leicapassion.
In quel di Bassano, a Giugno, porterò una scatola di A3 in visione !
- Marco Pampaloni
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- Iscritto il: sab set 20, 2008 2:18 pm
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Re: Bianco Nero, la mia metodologia prevede due strade
Grazie Alberto, anche se prima di tutto ero curioso davvero sulla tecnica "top secret"
Comunque sono d'accordo con te sull'uso integrato e sinergico di LR e Photoshop, per quanto mi riguarda poi è comodissimo aprire i raw/dng con Lightroom, fare alcuni settaggi e poi poter esportare, con l'apposito comando, il file in Photoshop come oggetto avanzato ( smart object ), con tutti i vantaggi che ha questa modalità. Poi una volta lavorato su photoshop, chiudo direttamente il file, quando mi dice di salvare dico sì e in automatico mi riapre LR con il file, copiato in TIF, da correggere, eventualmente, ancora su LR.
Una domanda, per pura curiosità: quando lavori su ps con i vari comandi ( exposure, levels, shadow/highlights ) immagino che tu ti serva di un livello appositamente creato per ogni aggiustamento, se poi a questo aggiungi anche il livello creato da Alien Skin, quanto ti vengono grandi alla fine i TIF, in dimensioni?
Comunque sono d'accordo con te sull'uso integrato e sinergico di LR e Photoshop, per quanto mi riguarda poi è comodissimo aprire i raw/dng con Lightroom, fare alcuni settaggi e poi poter esportare, con l'apposito comando, il file in Photoshop come oggetto avanzato ( smart object ), con tutti i vantaggi che ha questa modalità. Poi una volta lavorato su photoshop, chiudo direttamente il file, quando mi dice di salvare dico sì e in automatico mi riapre LR con il file, copiato in TIF, da correggere, eventualmente, ancora su LR.
Una domanda, per pura curiosità: quando lavori su ps con i vari comandi ( exposure, levels, shadow/highlights ) immagino che tu ti serva di un livello appositamente creato per ogni aggiustamento, se poi a questo aggiungi anche il livello creato da Alien Skin, quanto ti vengono grandi alla fine i TIF, in dimensioni?
I should have never switched from whiskey to martinis - H.Bogart
ciao a tutti
Marco
ciao a tutti
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- Alberto Bari
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Re: Bianco Nero, la mia metodologia prevede due strade
Non sempre lo faccio su altri livelli con la seconda strada, in ogni caso dai circa 70 mb di base passo spesso a 140 e anche 280, soprattutto col sistema top secret !
- Marco Pampaloni
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Re: Bianco Nero, la mia metodologia prevede due strade
dai, allora a Bassano al LPD me lo dirai..
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ciao a tutti
Marco
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- Alberto Bari
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Re: Bianco Nero, la mia metodologia prevede due strade
Muto sonoMarco Pampaloni ha scritto:dai, allora a Bassano al LPD me lo dirai..
- Roberto Frieri
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- Iscritto il: sab ott 10, 2009 4:49 pm
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Re: Bianco Nero, la mia metodologia prevede due strade
Ecco, lo sapevo, niente Capture One!
Roberto Frieri
http://www.robertofrieri.net" onclick="window.open(this.href);return false;
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http://www.facebook.com/robertofrieri.net" onclick="window.open(this.href);return false;
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- Alberto Bari
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Re: Bianco Nero, la mia metodologia prevede due strade
Capture One era un'ottimo programma ... per la Leica M8 e fino a ieri.
Tutto si evolve a ritmo oramai settimanale e oggi Adobe secondo me ha superato gli altri, domani si vedrà se l'altalena torna a scendere dall'altra parte.
È così anche per gli strumenti.
Tutto si evolve a ritmo oramai settimanale e oggi Adobe secondo me ha superato gli altri, domani si vedrà se l'altalena torna a scendere dall'altra parte.
È così anche per gli strumenti.
- agostino123
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- Iscritto il: lun feb 25, 2008 8:26 pm
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Re: Bianco Nero, la mia metodologia prevede due strade
grazie alberto per le informazioni.
ho visto anche in precedenza il tuo sito, e posso chiederti qual'è un esempio dei risultati delle due tecniche, o perlomeno della seconda per avere anche il punto di arrivo del processo.
oppure penso che le due tecniche siano volte verso lo stesso obiettivo, e quindi ti riferisci alle tue foto in generale?
grazie
ho visto anche in precedenza il tuo sito, e posso chiederti qual'è un esempio dei risultati delle due tecniche, o perlomeno della seconda per avere anche il punto di arrivo del processo.
oppure penso che le due tecniche siano volte verso lo stesso obiettivo, e quindi ti riferisci alle tue foto in generale?
grazie
Agostino
per fotografare ho tutto,
quello che che vorrei in più è la capacità di vedere dei grandi maestri.
per fotografare ho tutto,
quello che che vorrei in più è la capacità di vedere dei grandi maestri.
- Alberto Bari
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- Iscritto il: ven apr 27, 2007 6:34 pm
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Re: Bianco Nero, la mia metodologia prevede due strade
I ritratti che sembrano forare lo schermo sono relativa alla prima strada, quelli più moderati alla seconda, la scelta del metodo dipende essenzialmente dal soggetto e da ciò che intendo enunciare, ad esempio il volto di una giovane donna non si adatta al primo metodo, qualsiasi difetto della pelle verrebbe enfatizzato provocando l'ira funesta delle ritrattate oltre a non rendere giustizia alla loro bellezza!agostino123 ha scritto:grazie alberto per le informazioni.
ho visto anche in precedenza il tuo sito, e posso chiederti qual'è un esempio dei risultati delle due tecniche, o perlomeno della seconda per avere anche il punto di arrivo del processo.
oppure penso che le due tecniche siano volte verso lo stesso obiettivo, e quindi ti riferisci alle tue foto in generale?
grazie
Mentre nel caso di un anziano barbuto e con il volto solcato da profonde rughe il primo sistema enfatizza proprio queste caratteristiche drammatizzando la scena e rendendola particolare ed unica rispetto ad immagini simili dello stesso soggetto.
Ovviamente in sede di ripresa devo sapere quale risultato desidero ottenere a stampa finita, quindi decido in sede di ripresa se seguire la strada uno o la strada due e mi comporto di conseguenza nella scelta della messa a fuoco, del punto di ripresa che incide sulle luci, nella scelta della focale, della distanza di ripresa e, ultima ma non meno importante, la scelta dell'esposizione.
Se poi in sede di post produzione cambio idea non tutto è perduto ma tutto si complica.