L'argomento "infrarosso" per me e' appassionante e vi riporto quello che so.
Scusate la lunghezza e le imprecisioni
Nessuna delle pellicole attualmente in commercio ha la sensibilita' all'infrarosso cosi' estesa come lo aveva la Kodak HIE, se ricordo bene arrivava fino a circa 950 nm. Questa pellicola era senza trattamento antihalo e aveva un supporto perfettamente trasparente. Entrambe queste caratteristiche davano la famosa "aura" e la criticita' nella manipolazione necessariamente da fare al buio (il supporto trasparente si comporta come una guida di luce che incanala la luce all'interno del rullino, poi nessun trattamento antihalo e quindi nessuna protezione faceva il resto). A me personalmente la famosa aura non piace per nulla, ma e' solo questione di gusti.
Al momento attuale le uniche pellicole commercializzate come sensibili all'infrarosso sono:
- la Rollei IR 400 (in realta' e' la pellicola Agfa Aviphot per controllo del traffico e fotografia aerea) sensibile fino a circa 820 nm, ma la sensibilita' inizia a crollare a circa 750 nm;
- la Efke IR 820 che arriva fino a circa 820 nm, come suggerito dal nome, ma crolla gia' a 750 similmente alla Rollei.
- la Iflord SFX 200, la stessa Ilforf la definisce "
extended red sensitivity", se si guarda il grafico della risposta spettrale si nota che la sensibilita' crolla a zero praticamente a 740 nm.
Col marchio Rollei esiste anche la Retro 400S che a datasheet ha una risposta spettrale identica a quella della IR 400, entrambe sono definite "superpanchromatic". Probabilmente anche questa deriva dalla Agfa Aviphot Pan 400S, forse le due Rollei sono la stessa pellicola ma con nome diverso per motivi commerciali, ma potrei sbagliarmi perche' Maco ha una strategia per me confusa e i datasheet non mi chiariscono i dubbi.
Con queste pellicole per arrivare alla sensibilita' estesa della vecchia Kodak ne manca ancora un bel pezzo, ma questo e' quello che c'e' in circolazione. Qui un grafico con le risposte spettrali:
http://www.digitaltruth.com/products/pr ... lm_010.php
Tempo fa Maco/Rollei aveva annunciato una nuova pellicola basata sulla APX100 con sensibilita' piu' estesa nell'infrarosso, qualcosa del tipo 850 nm, sempre meno della HIE ma meglio delle attuali. Purtroppo erano solo
rumors, ad alcuni campioni iniziali distribuiti a qualche tester non mi risulta che sia seguito nulla di commerciale.
L'alternativa e' quella di usare il digitale. I sensori in silicio sono sensibili fino a circa 1000 nm, col picco della sensibilita' a circa 800 nm. Nelle macchine digitali i sensori in realta' usano solo una piccola coda della risposta spettrale, tutta la parte infrarossa e' tagliata via da appositi filtri.
Qui la mia esperienza non e' molta, ho fatto prove con le digitali che mi sono passate per le mani usando un filtro Hoya IR72:
- la Minolta 7Hi: inutilizzabile per la presenza di un vistoso
hot spot;
- la Panasonic FZ7: non malaccio ma il processore introduce degli strani artifatti perche' il rumore e' altissimo;
- la Canon 400d col modesto zoom 18-55: ci devo ancora lavorare su, ma sembra promettente.
Il problema con le macchine digitali e' che se non si toglie il filtro interno, usando un filtro come lo Hoya IR72 la quantita' di IR che passano e' cosi' bassa che occorre sempre usare il cavalletto. Si perdono mediamente 7-8 stop.
Mi risulta che solo le vecchie Sony 707 e 717 prevedevano una modalita' chiamata notturna in cui il filtro IR viene rimosso, pero' il firmware imposta automaticamente il diaframma a piena apertura e i tempi lunghi, per cui le foto escono bruciate e occorre usare filtri neutri ad alta densita' per avere qualcosa d'accettabile. Avevo letto che questa impostazione era stata decisa perche' in infrarosso certi tessuti sono parzialmente trasparenti e potenzialmente ci sarebbero stati problemi legali.
E' possibile modificare le macchine togliendo questo filtro interno, ma la macchina poi e' inutilizzabile per foto normali e si tratta sempre di soluzioni artigianali con relativi rischi.
Il digitale permette l'elaborazione e qui ognuno puo' giocare come gli pare. Io non trovo interessante ricreare il look di una pellicola che tra l'altro non mi piaceva particolarmente, ma questa e' di nuovo una questione di gusti e ognuno fa quello che piu' gli aggrada.
Ricordo sempre quel video in cui il fotografo Alex Majoli diceva che il digitale inizialmente non gli piaceva perche' s'aspettava gli stessi risultati della pellicola e poi aggiungeva che era un suo problema, non un problema del digitale in se'.
E qui si potrebbe aprire una discussione-fiume su come le tecnologie digitali influenzano il gusto... ma io passo la mano
Ciao