Esposizione a destra

fotocamere che possono utilizzare ottiche Leitz/Leica, monitor, scanner, software fotografico

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pippi1971
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Esposizione a destra

Messaggio da pippi1971 » mar nov 11, 2008 11:42 pm

Ho letto di questo tipo di esposizione, ma non riesco a capire bene se è una cosa utile o no.

Sostanzialmente si dice di starare l'esposimetro a +2, di puntare il punto (all'interno di ciò che si riprenderà) con la massima luminosità, bloccare l'esposizione su questo punto, ricomporre la foto e scattare. Questo metodo dovrebbe servire per porre il punto più luminoso a destra dell'istogramma (e non al centro, cioè non vengo ingannato dall'esposimetro che lo metterebbe al centro come grigio medio) e conseguentemente avere tutta la dinamica del sensore a disposizione per le zone meno luminose.

Ma se io misuro un punto medio e lascio l'esposimetro in pace non ho ottenuto la stessa cosa?

Io guardo quello che voglio fotografare e vedo cosa la macchina mi suggerisce nel punto mi interessa maggiormente, poi valuto e (quasi sempre) vado a prendermi (sempre in A) un punto o più chiaro o più scuro in base a ciò che vorrei ottenere ed alla mia esperienza (è una specie di esposizione manuale servo assistita :lol:)

Secondo quanto ho letto se non si espone a destra si corre il rischio di maggiori artefatti nelle basse luci ... ma è vera questa storia?
Ciao,
Pio-Andrea G.

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Mario Martino
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Messaggio da Mario Martino » mer nov 12, 2008 12:55 am

Io uso la regola del 16..................
Saluti e cordialità Mario (già Outback)
(Wetzlar 2011 io c'ero)
17 marzo 1861, non c'ero ma mi sarebbe piaciuto, tanti auguri Italia!!!!!!!!!!

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zed
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Messaggio da zed » mer nov 12, 2008 3:23 am

Tsk Tsk, che resti tra noi è il trucco per fregare l' esposimetro della D3, quello della M8 lo ignoro, nelle foto notturne...

Il fatto è che gli EV non hanno il tetto fisiologico del nostro occhio per cui se di notte, o in piena visione a coni, punti un esposimetro su un cartoncino grigio medio lui te lo espone per farlo venire in foto grigio medio appunto, anche se tu guardandolo lo vedi quasi nero...

Il paradosso della sottoesposizione oculare aumenta quando la nostra visione è disturbata da luci artificiali...

Esempio di esposizione molto a destra:

Immagine

Mettiamola così postulando che si voglia ottenere un' immagine il più fedele alla visione che ha il nostro occhio 2 stop sopra il punto più luminoso in questo caso i lampioni sono il limite fisiologico all' abbagliamento, per cui le restanti superfici in questa panoramica non potranno essere mai guardate con le pupille più dilatate di come appaiono nello scatto di cui sopra.

Se tu miravi con l' esposimetro un cartoncino medio o usavi una' area a media ponderata (Color Matrix 3D II) la foto sarebbe venuta sovraesposta, sempre riferendoci al postulato di cui sopra, anche se le luci non fossero venute più bruciate, perche la luce in ritorno dalle superfici come i palazzi sarebbe stata molto superiore a quella accetta da uno sguardo umano...


Come esempio di foto notturna con esposizione centrale ho questa:

Immagine

Abbastanza innaturale non trovi?
Quando il dito indica la luna io guardo il miracolo dell' evoluzione, il saggio il grosso sasso.

Ciao Matteo

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Ario Arioldi
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Messaggio da Ario Arioldi » mer nov 12, 2008 7:40 am

Se ho capito bene, la questione posta fu oggetto di dibattito un cinque o sei anni fa nella comunità digitalista a seguito di un articolo di Michael Reichmann di Luminous Landscapes che tra l'altro dava credito per questo alle idee a Thomas Knoll, il padre di Photoshop.
Cercando di semplificare quella teoria si basava sui seguenti presupposti:
1. I sensori digitali sono dei dispositivi lineari che, a differenza da quello che succede nel negativo, tagliano bruscamente le informazioni ai due estremi opposti (luci ed ombre).
2. Ogni zona, o stop, dell'istogramma contiene metà delle informazioni della zona alla sua destra (ad esempio considerando l'istogramma di un file a 12 bit diviso in 5 zone, la prima, quella delle alte luci, conterrà 2048 valori tonali, la quinta solo 128).
Questo significa che è opportuno avere un istogramma (Raw) tendenzialmente sbilanciato sulla destra, cioè sovraesposto pur senza arrivare al taglio delle informazioni, perchè questo ci consente, avendo sufficienti toni a disposizione di aprire le zone in ombra senza arrivare alla posterizzazione e massimizzando il rapporto segnale/disturbo; in altre parole minimizzando il rumore nelle ombre dove è particolarmente visibile.
La controindicazione sta nel fatto che il rischio di tagliare le informazioni nelle alte luci è elevato ed i dettagli così persi non sono in alcun modo recuperabili.
Ammesso e non concesso di condividere questa teoria, il modo di metterla in pratica dipende da come si usa l'esposimetro (spot, matrice, matrice sovrapesata al centro etc.).
Mi auguro di non aver contribuito a creare confusione.
Buona giornata,
Ario

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pippi1971
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Messaggio da pippi1971 » mer nov 12, 2008 9:49 am

Tsk Tsk, che resti tra noi è il trucco per fregare l' esposimetro della D3, quello della M8 lo ignoro, nelle foto notturne...

Il fatto è che gli EV non hanno il tetto fisiologico del nostro occhio per cui se di notte, o in piena visione a coni, punti un esposimetro su un cartoncino grigio medio lui te lo espone per farlo venire in foto grigio medio appunto, anche se tu guardandolo lo vedi quasi nero...
Ok, questo è chiaro, ma non è molto differente da quello che succedeva in analogico.

Quello che ho letto riguarda un consiglio di esporre SEMPRE a destre starando l'esposimetro: si sostiene che se riusciamo a mettere le alte luci al limite della bruciatura rimarranno più valori da sfruttare per i toni medi e scuri. Il fatto che questa affermazione sia vera è la mia domanda.
1. I sensori digitali sono dei dispositivi lineari che, a differenza da quello che succede nel negativo, tagliano bruscamente le informazioni ai due estremi opposti (luci ed ombre).
2. Ogni zona, o stop, dell'istogramma contiene metà delle informazioni della zona alla sua destra (ad esempio considerando l'istogramma di un file a 12 bit diviso in 5 zone, la prima, quella delle alte luci, conterrà 2048 valori tonali, la quinta solo 128).
Questo significa che è opportuno avere un istogramma (Raw) tendenzialmente sbilanciato sulla destra, cioè sovraesposto pur senza arrivare al taglio delle informazioni, perchè questo ci consente, avendo sufficienti toni a disposizione di aprire le zone in ombra senza arrivare alla posterizzazione e massimizzando il rapporto segnale/disturbo; in altre parole minimizzando il rumore nelle ombre dove è particolarmente visibile.
La controindicazione sta nel fatto che il rischio di tagliare le informazioni nelle alte luci è elevato ed i dettagli così persi non sono in alcun modo recuperabili.
Questo mi sembra molto ragionevole e dà una spiegazione a ciò che ho letto. In effetti ho fatto delle foto di prova e mi pare che la lettura (possibilità di aprire) le basse luci sia migliore, anche se è molto facile bruciare le alte.
Ammesso e non concesso di condividere questa teoria, il modo di metterla in pratica dipende da come si usa l'esposimetro (spot, matrice, matrice sovrapesata al centro etc.).


Questo è chiaro, io ho riportato un esempio di metodo. Certamente non trovo così agevole usare l'esposimetro spot (variabile) delle M8 per misurare con precisione le alte luci! In pratica il rischio di bruciare i valori alti è sempre presente, magari con reflex ...
Ciao,
Pio-Andrea G.

Donatello Birsa
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Messaggio da Donatello Birsa » mer nov 12, 2008 2:24 pm

Ario Arioldi ha scritto:Se ho capito bene, la questione posta fu oggetto di dibattito un cinque o sei anni fa nella comunità digitalista a seguito di un articolo di Michael Reichmann di Luminous Landscapes che tra l'altro dava credito per questo alle idee a Thomas Knoll, il padre di Photoshop.
Cercando di semplificare quella teoria si basava sui seguenti presupposti:
1. I sensori digitali sono dei dispositivi lineari che, a differenza da quello che succede nel negativo, tagliano bruscamente le informazioni ai due estremi opposti (luci ed ombre).
2. Ogni zona, o stop, dell'istogramma contiene metà delle informazioni della zona alla sua destra (ad esempio considerando l'istogramma di un file a 12 bit diviso in 5 zone, la prima, quella delle alte luci, conterrà 2048 valori tonali, la quinta solo 128).
Questo significa che è opportuno avere un istogramma (Raw) tendenzialmente sbilanciato sulla destra, cioè sovraesposto pur senza arrivare al taglio delle informazioni, perchè questo ci consente, avendo sufficienti toni a disposizione di aprire le zone in ombra senza arrivare alla posterizzazione e massimizzando il rapporto segnale/disturbo; in altre parole minimizzando il rumore nelle ombre dove è particolarmente visibile.
La controindicazione sta nel fatto che il rischio di tagliare le informazioni nelle alte luci è elevato ed i dettagli così persi non sono in alcun modo recuperabili.
Ammesso e non concesso di condividere questa teoria, il modo di metterla in pratica dipende da come si usa l'esposimetro (spot, matrice, matrice sovrapesata al centro etc.).
Mi auguro di non aver contribuito a creare confusione.
Buona giornata,
Ario
Direi che Ario riassume bene l'articolo
<<Expose (to the) Right>>:

http://www.luminous-landscape.com/tutor ... ight.shtml

Se uno vuole applicare il metodo (che ha una sua logica numerica e di informazione) con una reflex qualsiasi, senza essere Ansel Adams, basta che si prepari, nei limiti del possibile prima.

Disponendo del diffusissimo comando che fa lampeggiare le alte luci fuori gamma, basta evitare che lampeggino, tenendo comunque l'istogramma spostato a destra.
Ma il metodo non sarà mai sicuro al 100%, basterà un elmetto bianco diversamente inclinato per creare un buco nelle alte luci.

Coi fliles Jpg. della D50 che uso per lavoro, il problema di spostare a destra l'istogramma non si pone : salvo rare scene a bassissimo contrasto, l'istogramma è completamente occupato e non mi resta che evitare che le alte luci vadano in fumo - lampeggio delle aree sovraesposte.

Con la pellicola valeva il grigio medio, col digitale non sempre, anzi...

Con un minimo di esperienza, in condizioni di illuminazione standard, si può imparare e memorizzare l'esatta esposizione (tempo e diaframma equivalentiche conserva le alte luci in gamma:
la regola del 16 può aiutare, ma basta 1/3 di stop di differenza per mandare in malora le alte luci; se ci sono zone bianche, magari in controluce, bisogna tener monitorato costantemente l'istogrammae/o il sistema di lampeggio del fuori gamma.
Ciao,
Donatello

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Ario Arioldi
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Messaggio da Ario Arioldi » mer nov 12, 2008 3:48 pm

"Coi fliles Jpg. della D50 che uso per lavoro, il problema di spostare a destra l'istogramma non si pone : salvo rare scene a bassissimo contrasto, l'istogramma è completamente occupato e non mi resta che evitare che le alte luci vadano in fumo - lampeggio delle aree sovraesposte"
Ciao Donatello,
secondo me i potenziali benefici del metodo si evidenziano solo utuilizzando i file Raw. I file Jpeg sono già stati trattati in macchina con una curva "standard" decisa dai progettisti per cui quello che è andato perduto è oramai irrecuperabile.
Ciao,
Ario

Donatello Birsa
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Messaggio da Donatello Birsa » mer nov 12, 2008 4:40 pm

Ario Arioldi ha scritto:"Coi fliles Jpg. della D50 che uso per lavoro, il problema di spostare a destra l'istogramma non si pone : salvo rare scene a bassissimo contrasto, l'istogramma è completamente occupato e non mi resta che evitare che le alte luci vadano in fumo - lampeggio delle aree sovraesposte"

Ciao Donatello,
secondo me i potenziali benefici del metodo si evidenziano solo utuilizzando i file Raw. I file Jpeg sono già stati trattati in macchina con una curva "standard" decisa dai progettisti per cui quello che è andato perduto è oramai irrecuperabile.
Ciao,
Ario
Infatti, Ario,

volevo appunto dire che per i files Jpg conta solo non sovraesporre.
Ma di sicuro non sono stato chiaro.

La scoperta della linearità dell’esposizione digitale la feci con la prima compatta digitale (2 mega Oly), con la quale, mentre fotografavo un paesaggio innevato, provai a sovresporre di 1,5 stop per avere un tono verosimile della neve, ma algoritmi jpg’s a parte, in macchina, mi resi conto che i conti non tornavano e alcune conoscenze esposimetriche andavano aggiornate.


Affascinante, invece, almeno concettualmente, il fatto che le maggiori informazioni siano nelle alte luci non bruciate - per ogni stop a scendere metà luce e metà informazioni.
Da vecchio utente di dia mi verrebbe istintivo pensare che nelle luci (con tutti i riflessi, anche interstrato e le diffusioni di luce tipiche della pellicola) ci siano meno informazioni che nei toni medi.
Da questo punto di vista il digitale, almeno in teoria, rende giustizia all’etimo del termine fotografia, scrivere con la luce. Più luce – senza esagerare – = più informazioni.

In pratica però dici che il metodo dell'esporre a destra non ti soddisfa, Ario.

Hai voglia di spiegare in poche parole il perchè, ad un pigro pellicolaro che forse un giorno, quando avrà una digitale di proprietà, farà lo sforzo di sviluppare un file raw ? :)
Ciao,
Donatello

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Ario Arioldi
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Messaggio da Ario Arioldi » mer nov 12, 2008 5:14 pm

No Donatello,
non è che il metodo non mi convinca, anzi, e se ho dato questa impressione significa che mi sono espresso male.
In realtà io cerco sempre di utilizzare l'esposimetro di qualsivoglia fotocamera nel modo che più assomiglia ad una misurazione spot, che non sempre è però disponibile, e nel far questo tengo presente il principio di "esporre a destra" di cui si è detto.
Quello che non mi convince è invece è la deliberata ed incontrollata sovraesposizione (+1, +2) che secondo me porta più danni che benefici.
Dipende dalla scena ed in altre parole è un pò come applicare il sistema zonale al digitale tenendo però presente che il comportamento del sensore digitale è diverso da quello della pellicola, specie agli estremi della gamma tonale.
Ciao,
Ario

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Messaggio da Donatello Birsa » mer nov 12, 2008 5:34 pm

Grazie Ario.
Condividendo intuitivamente il fatto che sovraesporre sistematicamente mi convince poco (tanto più con sistemi zonali) e per la grande varietà di riflettanza degli oggetti,
come ti regoli con l'esposizione spot, data la non linearità agli estremi?
Con una dia, che so una vecchia Velvia, sapevo che, per dire, le alte luci conserrvavano ancora un certo dettaglio fino a +1,7 stop e lì potevo farle cadere; così un blu di un acqua scura sapevo che avrebbe conservato qualche sfumatura di blu, senza arrivare al nero fin o a -2,7.

Col digitale, pur con tutte le variabili del caso - macchina fotografica, programmi di conversione ecc. - con un file raw, per dire, fino a quanti stop puoi sovraesporre un alta luce per poterla recuperare?
Per tornare alla neve, per dire, a + 2 stop con la M8 come si comporta?

Ovviamente se ne hai voglia, altrimenti mi ritengo pago delle precedenti risposte.

Grazie,
Donatello
Ciao,
Donatello

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Messaggio da Ario Arioldi » mer nov 12, 2008 6:04 pm

Donatello,
questa è una domanda da un milione di €; francamente non ho un criterio consolidato, vado un pò ad intuito in funzione di come sono illuminate le zone di maggior interesse ma comunque direi che non rischio mai di andare sopra +1.5 soprattutto se le alte luci sono prevalenti nella scena.

Foto sulla neve con la M8 non ho fatte molte e quelle poche scarsamente significative da questo punto di vista, perchè con cielo coperto.

Ti sono sinceramente grato di questa discussione perchè mi ha stimolato a sperimentare con maggior consapevolezza qualcosa che avevo, o credevo di avere, metabolizzato un pò di tempo fa.
Magari avremo occasione di ritornare sull'argomento.
Ciao,
Ario

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Messaggio da francesconicastri » mer nov 12, 2008 7:05 pm

Non credo che sia poi così difficile esporre a destra, alla fine non è altro che
quello che si fa con il negativo (esponi per le ombre e sviluppa per le luci...)
e poi non è vero che il sensore si mangia così facilmente il dettaglio nelle alte luci
o almeno quello della M8 è famoso per essere uno di quelli che conserva meglio!
Inoltre l'istogramma dato dalla macchina (luci sfondate lampeggianti comprese)
è basato su un jpeg creato al volo con impostazioni standard non sul reale
contenuto del file raw per cui anche nel caso segnalasse luci sfondate ci sono
buone probabilità, se la sovra esposizione non è eccessiva, di recuperare tutto,
o quasi, dalle aree lampeggianti.
In ogni caso è fondamentale conoscere bene la propria macchia per capirne
i limiti e adottare le strategie migliori di ripresa, esattamente come si faceva
con le pellicole.

Ciao
Francesco

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Messaggio da pippi1971 » mer nov 12, 2008 7:49 pm

Affascinante, invece, almeno concettualmente, il fatto che le maggiori informazioni siano nelle alte luci non bruciate - per ogni stop a scendere metà luce e metà informazioni.
Da vecchio utente di dia mi verrebbe istintivo pensare che nelle luci (con tutti i riflessi, anche interstrato e le diffusioni di luce tipiche della pellicola) ci siano meno informazioni che nei toni medi.
Da questo punto di vista il digitale, almeno in teoria, rende giustizia all’etimo del termine fotografia, scrivere con la luce. Più luce – senza esagerare – = più informazioni.
Da quel che ho capito (ma potrei non aver capito un cavolo o aver frainteso quanto riportato ... chiedo scusa in anticipo!) non è che nelle luci alte ci siano più informazioni che nei toni medi, è il sensore che ad un livello più alto di luminosità raccoglie (vede, distingue) un maggior numero di dati. Cioè non è detto che ci siano più dati nelle alte luci, è detto solo che il sensore è in grado di distinguerne di più nei livelli più alti.
Ciao,
Pio-Andrea G.

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Messaggio da Donatello Birsa » gio nov 13, 2008 4:54 pm

Ario Arioldi ha scritto:Donatello,
...
Ti sono sinceramente grato di questa discussione perchè mi ha stimolato a sperimentare con maggior consapevolezza qualcosa che avevo, o credevo di avere, metabolizzato un pò di tempo fa.
Magari avremo occasione di ritornare sull'argomento.
Ciao,
Ario
Grazie a te Ario per gli approfondimenti,
torneremo, nel caso, sull'argomento.
Ciao,
Donatello

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Messaggio da zed » gio nov 13, 2008 7:33 pm

Adesso non ho tanto tempo ma il problema dei bianchi che sparano Nikon lo ha affrontato con l' opzione di ripresa "D-ligthing" molto utile per fare Jpeg delle barche bianche sotto il sole forte...


-Quando una forte luce aumenta il contrasto tra aree luminose e scure nell’immagine si rischia di perdere i dettagli presenti sia nelle ombre che nelle zone in piena luce. L’esclusiva tecnologia D-Lighting attivo di Nikon ripristina accuratamente questi dettagli importanti localizzando il controllo delle tonalità durante la ripresa. È possibile scegliere quattro livelli diversi, inclusi il nuovo “Elevatissimo”. Il D-Lighting attivo può essere utilizzato manualmente o impostato sul modo Auto. Inoltre è possibile eseguire il bracketing delle immagini per scattare la stessa immagine con e senza il D-Lighting attivo.

*Con il D-Lighting attivo è consigliabile utilizzare la misurazione Matrix.-

(Fonte sito Nikon-Italia)
Quando il dito indica la luna io guardo il miracolo dell' evoluzione, il saggio il grosso sasso.

Ciao Matteo

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