Non che la seguente sia una questione di fondamentale importanza, ma fa presumere che i progettisti Leica non partecipino più alla stesura dei manuali di istruzioni. L'opposto non lo voglio nemmeno pensare.
A pag. 43 del manuale d'istruzioni in italiano della M9 (pag. 46 del pdf) appare la seguente precisazione:
Le dimensioni delle cornici luminose sono armonizzate in base al formato di uscita della LEICA M9 e corrispondono all’incirca alle dimensioni del sensore di 24 x 36mm (Il formato esatto è 23,9 x 35,8mm e corrisponde al formato utile dei modelli Leica M analoghi) per una lunghezza focale di 1m. ...
L’immagine dell’inquadratura luminosa e l’immagine della fotografia vanno a coincidere nell’intero campo di messa a fuoco da 0,7m a ∞. Intero campo significa che il rilevamento del sensore, a distanze inferiori a 1m, è leggeremente [sic] inferiore a quanto indicato dagli elementi interni delle conrnici [sic] luminose, con distanze maggiori è leggermente superiore (vedere i grafici accanto). ...
Impostazione su 1m: Il sensore rileva esattamente il campo immagine visualizzato dagli angoli interni della cornice luminosa. ...
Si parla quindi di una distanza di taratura delle cornici pari ad 1 m (ok, bisogna essere elastici, ed intendere "distanza di messa a fuoco" al posto di "lunghezza focale", poi, forse, "modelli Leica M analogici" al posto di "modelli Leica M analoghi").
Nella seguente frase, tratta da pag. 87 dello stesso manuale (pag. 90 del pdf), le distanze discriminanti per le cornici sembrano diventare due (1 m e 2 m):
Corrispondenza dell’immagine del mirino con un’immagine effettiva
Con una distanza di messa a fuoco di 2 metri le dimensioni della cornice luminosa corrispondono a un sensore di ca. 23,9 x 35,8mm. Con l’impostazione su infinito, a seconda della lunghezza focale, viene rilevato ca. dal 7,3% (28mm) al 18% (135mm) in più di quanto mostrato dalla rispettiva cornice luminosa, mentre con una distanza di messa a fuoco inferiore ai 1m qualcosa in meno.
A questo punto mi sorgono due ordini di dubbi:
1) Le cornici della M9 sono esatte per una distanza di telemetratura di 1 m o 2 m? (Nel primo caso, che senso avrebbe il disporre di una cornice per 135 mm esatta ad 1 m quando, con un 135 mm per Leica M, non si può focheggiare al di sotto di 1.5 m?)
2) Telemetrando prima ad infinito, poi a 2 m, un 28 mm si allunga di 0.403 mm, un 135 mm di 10.600 mm. Se le cornici del mirino fossero esatte a 2 m, ad infinito il sensore registrerebbe un'immagine maggiorata - in termini lineari - rispettivamente del 1.44% e del 7.85%, a cui corrispondono incrementi superficiali del 2.90% e del 16.3%. Il secondo di questi valori è simile a quello dichiarato dal manuale a pag. 87 (18%), il primo è ben lontano dal 7.3% del manuale.
Nelle versioni in tedesco, inglese e francese del manuale della M9 non si parla mai di taratura delle cornici a 2 m, ma solo ad 1 m.
Ipotizziamo quindi una taratura delle cornici ad 1 m. Nel passaggio da 1 m ad infinito un 28 mm si allungherebbe di 0.831 mm, un 135 mm di 25.884 mm (sempre che ne fosse in grado). Gli incrementi delle immagini registrate dal sensore con l'ottica focheggiata ad infinito, valutati rispetto a quanto mostrato dalle cornici, ed espressi in termini lineari e superficiali, varrebbero rispettivamente:
- ottica 28 mm: 2.97%, 6.03%;
- ottica 135 mm: 19.2%, 42.0%.
Adesso solo l'incremento superficiale del 28 mm (6.03%) è prossimo a quello dichiarato sul manuale (7.3%).
Forse è casuale che l'incremento lineare del 135 mm (19.2%) sia prossimo a quello (lineare o superficiale?) del manuale (18%).
Quando si dice aver le idee chiare ...
Ciao.
Carlo
Cornici e manuale d'istruzioni M9
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- Roberto Piero Ottavi
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Non vorrei sbagliarmi ma mi sembra di ricordare che mi sia stato detto che il testo delle broschures e dei manuali in inglese e tedesco sia scritto in Germania ma che le traduzioni nella nostra lingua vengano curate da Polyphoto, inviate a Solms e poi stampate.
Probabilmente chi traduce non è ferratissimo nei termini tecnici e, forse, non lo è neppure chi dovrebbe controllare le bozze...
La corrispondenza del campo inquadrato dalle cornici, comunque, è sempre stato calibrato sulla minima distanza di messa a fuoco fin dai tempi della M3.
Più si va verso l'infinito e meno attendibile è la delimitazione e non potrebbe essere diversamente trattandosi di cornici meccaniche.
Ciao
Probabilmente chi traduce non è ferratissimo nei termini tecnici e, forse, non lo è neppure chi dovrebbe controllare le bozze...
La corrispondenza del campo inquadrato dalle cornici, comunque, è sempre stato calibrato sulla minima distanza di messa a fuoco fin dai tempi della M3.
Più si va verso l'infinito e meno attendibile è la delimitazione e non potrebbe essere diversamente trattandosi di cornici meccaniche.
Ciao
Tutto, in questo mondo terrestre/terreno ha un inizio, una vita e una fine ed io sono sempre stato contrario a qualunque forma di accanimento terapeutico.
Roberto - Site Admin
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Sintetizzo il mio precedente messaggio: a mio parere, alcune informazioni di dettaglio fornite sui manuali della M9 sono errate (e non è un problema di traduzione).
Tra le altre cose, è errata la cifra relativa all'imprecisione dell'inquadratura nella cornice del 28 mm al variare della distanza di focheggiatura. Stranamente l'errore dichiarato da Leica è, in questo caso, più che doppio di quello reale. Sarebbe stato meglio accennare al fenomeno per sommi capi piuttosto che quantificarlo in termini errati.
Ciao.
Carlo
Tra le altre cose, è errata la cifra relativa all'imprecisione dell'inquadratura nella cornice del 28 mm al variare della distanza di focheggiatura. Stranamente l'errore dichiarato da Leica è, in questo caso, più che doppio di quello reale. Sarebbe stato meglio accennare al fenomeno per sommi capi piuttosto che quantificarlo in termini errati.
Ciao.
Carlo