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Paterson degli anni sessanta
Inviato: ven set 15, 2017 10:28 pm
da prabolin
Salve Amici, grande sorpresa oggi nel ritrovare parte dell'attrezzatura che fu di mio nonno (fanatico della Leica IIIC con tendina rossa ecc.) tra la quale attrezzatura anche la tank che usava per lo sviluppo: una Paterson universal3 perfettamente conservata nella sua scatola rossa con le istruzioni datate 1963 assieme ad un foglietto dal quale si deduce che come sviluppo usava l' AgfaFinal.
La tank, a differenza di quella che uso io, è veramente costruita bene, con spessori degni di questo nome e chiusa da un coperchio a vite che certamente non perde, per non usare altro termine volgare, ad ogni ribaltamento; quello che mi lascia perplesso, invece, è che ad ogni passaggio dei chimici si debba per forza di cose svitare il coperchio per vuotare rivelatore ed in sequenza il resto.
Domanda: ma una volta raggiunto il tempo di sviluppo voluto, non è pericoloso aprire alla luce per lo svuotamento? Oppure il nonno effettuava la manovra in camera oscura per il successivo arresto e fissaggio?
Chiedo perché mi piacerebbe rimetterla in funzione.
Grazie a chi vorrà illuminarmi.
roberto
Re: Paterson degli anni sessanta
Inviato: sab set 16, 2017 11:56 am
da Ivan61
Credo che effettuasse le operazioni in Camera Oscura, la thank a tenuta di luce senza tappo credo sia degli anni 70, ma non ne ho certezza quindi ovviamente va aperta sempre al buio fino al bagno di arresto ultimato
Re: Paterson degli anni sessanta
Inviato: ven set 22, 2017 4:54 pm
da FeliX
E certo che è pericoloso, anzi letale
Ovviamente se la tank non è a tenuta di luce, tuo nonno quando cambiava i chimici lo faceva al buio.
Re: Paterson degli anni sessanta
Inviato: sab set 23, 2017 11:31 pm
da Michele Azzali
Io ti posso solo confermare che la tank a tenuta di luce, cioè da riempire e svuotare alla luce, grazie al "percorso a labirinto" dei liquidi, esisteva alla fine degli anni '70 (sicuramente nel '79, anno di acquisto della mia Paterson System 4) ma veniva propagandata come una grande novità.
Re: Paterson degli anni sessanta
Inviato: dom set 24, 2017 8:26 am
da prabolin
Grazie per le risposte Amici; in realtà simulando uno sviluppo ho scoperto proprio la presenza di una specie di "doppiofondo" nel coperchio della tank, un labirinto come dice Michele, in virtù del quale escono i chimici senza che si debba svitarlo.
Il guaio, però, è che così ho anche scoperto che la guarnizione di tenuta tra coperchio e tank negli anni ha perso la sua funzionalità... e quindi non mi rimane che usare la tank come splendido fermacarte e pensare a quante volte sono passato li dentro immortalato nei rullini del nonno quand'ero pargolo!
roberto
Re: Paterson degli anni sessanta
Inviato: ven set 29, 2017 6:19 pm
da marcotiri
Io ho iniziato a sviluppare negativi con una paterson nel 1972 ed era a tenuta di luce...
Re: Paterson degli anni sessanta
Inviato: mar ott 31, 2017 10:03 am
da antonio cauc
Buondì, qualcuno mi può dare delle delucidazioni sulle sviluppatrici della jobo? Grazie a tutti.
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Re: Paterson degli anni sessanta
Inviato: sab nov 17, 2018 5:44 pm
da ric1854
Uso tank Paterson e Jobo. Sono entrambi prodotti validi. La Jobo consente di usare 250 cc invece di 300 cc per un film 135. La filosofia delle spirali è diversa, nelle Paterson il film entra nella spirale grazie all'attrito che si crea tra il film e una sferetta in acciaio che preme sul film a ogni rotazione reciproca delle due metà che costituiscono la spirale. La Jobo ha un sistema meno "meccanico". Anche qui la spirale è suddivisa in due metà che ruotano fra di loro però la pellicola viene resa solidale alla spirale senza sferette o latro, è la pressione esercitata dalle dita sul film che consente l'inroduzione di questo nella spirale. Sono due sistemi entrambi cvalidi. Forse occorre un pò più di pratica con le Jobo.