Ottiche Leitz...in camera oscura.
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- andrelocat
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Ottiche Leitz...in camera oscura.
Ciao a tutti.
Ho da poco acquistato un ingranditore Durst 805.. Che dire, mi si è aperto un mondo!! Rispetto al mio vecchio Focomat Ic è davvero una macchina semplice ma professionale (a mio avviso).
Comunque non perdona nulla.. Ma la soddisfazione di vedere una stampa ben fatta è impagabile. Bene, bando alle ciance, vorrei mostrarvi due versioni di stampa (stampate oggi, quindi ancora da "pressare").
La domanda è se secondo voi bisogna mantenere lo stile Leitz (1930/40), quindi contrasti bassi, immagini morbide o se è giusto correggere un pó in fase di stampa.
Mi scuso per la qualità delle fotine fatte ora con l'iphone e non ritoccate volutamente:
Foto del provino, fatta nel loupe
Stampa "vintage"
Stampa leggermente più contrastata
Le specifiche tecniche sono: carta IlFord baritata, rivelatore Bellini "tono caldo", ottica Rodagon 50mm f2.8 stampata a f 5.6
C'è da dire ch il negativo non era perfetto... Foto fatta con luce artificiale a f2 e 1/30 con la solita Leica IIIc e il Summitar.
Grazie a chi voglia scambiare due parole.
.A
Ho da poco acquistato un ingranditore Durst 805.. Che dire, mi si è aperto un mondo!! Rispetto al mio vecchio Focomat Ic è davvero una macchina semplice ma professionale (a mio avviso).
Comunque non perdona nulla.. Ma la soddisfazione di vedere una stampa ben fatta è impagabile. Bene, bando alle ciance, vorrei mostrarvi due versioni di stampa (stampate oggi, quindi ancora da "pressare").
La domanda è se secondo voi bisogna mantenere lo stile Leitz (1930/40), quindi contrasti bassi, immagini morbide o se è giusto correggere un pó in fase di stampa.
Mi scuso per la qualità delle fotine fatte ora con l'iphone e non ritoccate volutamente:
Foto del provino, fatta nel loupe
Stampa "vintage"
Stampa leggermente più contrastata
Le specifiche tecniche sono: carta IlFord baritata, rivelatore Bellini "tono caldo", ottica Rodagon 50mm f2.8 stampata a f 5.6
C'è da dire ch il negativo non era perfetto... Foto fatta con luce artificiale a f2 e 1/30 con la solita Leica IIIc e il Summitar.
Grazie a chi voglia scambiare due parole.
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Re: Ottiche Leitz...in camera oscura.
Caro Andrea, considera che chiudere il diaframma in C.O. non ha effetti sulla MAF della stampa (il punto di fuoco resta uno ed è su tutta la superficie del foglio, che è una, appunto) ma ti da solo l'opportunità, chiudendo, di avere tempi più lunghi per poter metterci le mani con più calma
- andrelocat
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Re: Ottiche Leitz...in camera oscura.
Si infatti apro a f2.8 per mettere a fuoco soprattutto i negativi difficili.. Poi torno a 5.6matteo.p ha scritto:Caro Andrea, considera che chiudere il diaframma in C.O. non ha effetti sulla MAF della stampa (il punto di fuoco resta uno ed è su tutta la superficie del foglio, che è una, appunto) ma ti da solo l'opportunità, chiudendo, di avere tempi più lunghi per poter metterci le mani con più calma
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- andrelocat
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Re: Ottiche Leitz...in camera oscura.
Ma a 5.6 la stampa sarà più nitida comunque giusto? Come in ogni obiettivo fotografico con il diaframmà "a metà" si ha la miglior resa?matteo.p ha scritto:Caro Andrea, considera che chiudere il diaframma in C.O. non ha effetti sulla MAF della stampa (il punto di fuoco resta uno ed è su tutta la superficie del foglio, che è una, appunto) ma ti da solo l'opportunità, chiudendo, di avere tempi più lunghi per poter metterci le mani con più calma
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Re: Ottiche Leitz...in camera oscura.
No, non funziona così: come ho cercato di dirti prima, in C.O. non ti basi sulla profondità di campo, tra l'obiettivo dell'ingranditore e il foglio il punto di messa a fuoco è uno e uno solo (il foglio è piatto) e chiudendo o aprendo il diaframma l'unico effetto che produrrai è quello di aumentare o diminuire il tempo di posa.
- Franco Felici
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Re: Ottiche Leitz...in camera oscura.
Cari Andrea e Matteo,
mi sembra che abbiate entrambi ragione, solo che state parlando di cose diverse.
E' vero che chiudendo il diaframma a diaframmi intermedi si ha in genere la massima resa dell'obiettivo, ma questo si riesce notare solamente ad ingrandimenti davvero molto grandi (a meno di fondi di bottiglia, ma questo non è certo il caso dell'eccellente Rodagon di Andrea). Chiudendo potrebbe rilevarsi anche un leggero aumento del contrasto e/o microcrontrasto.
E' altrettanto vero che il piano di stampa teorico della carta è uno e così lo è anche il piano focale dove è posta la pellicola, ma piccole incurvature sia della prima che della seconda che possano pregiudicare la resa vengono mitigate chiudendo il diaframma dell'obiettivo, operazione che aumenta sia la profondità di campo che quella di fuoco.
Ciao,
mi sembra che abbiate entrambi ragione, solo che state parlando di cose diverse.
E' vero che chiudendo il diaframma a diaframmi intermedi si ha in genere la massima resa dell'obiettivo, ma questo si riesce notare solamente ad ingrandimenti davvero molto grandi (a meno di fondi di bottiglia, ma questo non è certo il caso dell'eccellente Rodagon di Andrea). Chiudendo potrebbe rilevarsi anche un leggero aumento del contrasto e/o microcrontrasto.
E' altrettanto vero che il piano di stampa teorico della carta è uno e così lo è anche il piano focale dove è posta la pellicola, ma piccole incurvature sia della prima che della seconda che possano pregiudicare la resa vengono mitigate chiudendo il diaframma dell'obiettivo, operazione che aumenta sia la profondità di campo che quella di fuoco.
Ciao,
Franco (già "Contarex")
- andrelocat
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Re: Ottiche Leitz...in camera oscura.
Hai ragione Franco. Nei due esempi che ho postato, il filtro contrasto era 2 1/2. Nella prima foto ho stampato a f2.8 (mi sembra di ricordare che è la massima apertura del mio Rodagon) mentre nella seconda a f5.6.
Sicuramente non mi ero spiegato bene.
Grazie.
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Sicuramente non mi ero spiegato bene.
Grazie.
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- andrelocat
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- andrelocat
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Re: Ottiche Leitz...in camera oscura.
Franco cosa intendi per "aumento della profondità di fuoco?" Grazie.
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- Franco Felici
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Re: Ottiche Leitz...in camera oscura.
Franco (già "Contarex")
- andrelocat
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Re: Ottiche Leitz...in camera oscura.
Ciao Andrea, vedendo le due foto mi pareva che la differenza di contrasto fosse dovuta a un uso di filtri diversi oppure (mi pareva più probabile) a un tempo di sviluppo differente...a vedere la prima foto (che mi pare "piatta" più che vintage,ossia senza grossa separazione nei toni medi e senza neri) sembra che tu l'abbia tenuta poco nel bagno di sviluppo...te lo dico perché sembra che nel provino che hai i toni ci siano tutti..
Ciao!
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Federico
- andrelocat
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Re: Ottiche Leitz...in camera oscura.
Hai ragione. Anche io credo che il motivo sia proprio quello. Ti ringrazio per la delucidazione.Fede74 ha scritto:Ciao Andrea, vedendo le due foto mi pareva che la differenza di contrasto fosse dovuta a un uso di filtri diversi oppure (mi pareva più probabile) a un tempo di sviluppo differente...a vedere la prima foto (che mi pare "piatta" più che vintage,ossia senza grossa separazione nei toni medi e senza neri) sembra che tu l'abbia tenuta poco nel bagno di sviluppo...te lo dico perché sembra che nel provino che hai i toni ci siano tutti..
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- Franco Felici
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Re: Ottiche Leitz...in camera oscura.
Andrea, in parole povere: come sai chiudendo il diaframma aumenta la profondità di campo, ovvero l'intervallo tra la massima e la minima distanza dei soggetti davanti all'obiettivo che vengono percepiti a fuoco. La stessa cosa succede dietro all'obiettivo, ovvero aumenta l'intervallo davanti e dietro al piano focale (ovvero dove è posta la pellicola) dove viene formata un'immagine nitida, questo secondo intervallo viene chiamato profondità di fuoco.andrelocat ha scritto:Franco cosa intendi per "aumento della profondità di fuoco?" Grazie.
Naturalmente in fase di stampa in realtà il soggetto sopra citato sarebbe la carta e l'immagine è invece dove è posta la pellicola, quindi per correttezza i due termini andrebbero invertiti, ma non facciamola troppo difficile, spero che risulti chiaro almeno il concetto generale.
Ultima modifica di Franco Felici il ven set 25, 2015 9:39 am, modificato 1 volta in totale.
Franco (già "Contarex")
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