Lab-box e Ilford Ilfotec DD-X

si parla di pellicole, processi, materiali, attrezzature, sviluppo, stampa, fotografia analogica

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Luca Alessandro Remotti
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Lab-box e Ilford Ilfotec DD-X

Messaggio da Luca Alessandro Remotti » mar mag 05, 2020 4:53 pm

Avevo sostenuto la campagna di crowdfunding di Ars-Imago, dove peraltro compro le mie pellicole da anni.
È stata una vicenda un po' travagliata, soprattutto per loro - noi dovevamo solo aspettare - che si sono trovati con un volume di sostenitori dieci volte più grande di quanto avessero programmato inizialmente e quindi con la necessità di produrre dagli 8000 ai 10000 dispositivi. Nulla che si potesse fare in stampa a 3D. È probabile che abbiamo saggiamente pensato "meglio progettare un ottimo prodotto che fare una cosa tirata via che scontenta mezzo mondo" (Il Lab-box è stato veramente un successo globale. Ma ci è voluto tempo.

Bene, il mio sono andato a prenderlo prima dell'estate scorsa. A settembre ho preso liquidi e attrezzature e ho studiato schede tecniche e manuali.
  • la tank contiene poco meno di mezzo litro di soluzione, con il DD-X la diluizione è 1:4, one shot.
  • ho preparato una tabella di marcia con le diluizioni, le temperature ed i tempi. La prima volta ho usato un normale contaminuti, poi ho trovato una app che si chiama Develop! che funziona molto bene, si programma flessibilmente e non richiede registrazione.
  • a differenza di quando sviluppavo in CO sono stato molto attendo alle temperature, un po' una seccatura, ma 4°C comportano 2 minuti di differenza nello sviluppo.
  • il manuale di Lab-box consiglia una agitazione vigorosa, continua se si immerge la pellicola solo in metà liquido di sviluppo. L'aggettivo "vigoroso" va interpretato con cautela, perché rischia di aumentare la grana. Io, dopo quattro pellicole ho optato per una agitazione meno vigorosa e soprattutto non continua, utilizzando non la manovella ma il pomello in dotazione. Bisogna considerare che la Lab-box, a differenza di una Tank normale, è aperta, quindi non si possono fare le inversioni alle quali siamo abituati.
  • sviluppo come da tabelle
  • un minuto di bagno di arresto
  • fissaggio come da tabelle
  • lavaggio: il lavaggio è un po' più complesso. Il risciacquo finale inizialmente lo facevo nella Lab-box, ma presto ho scoperto che mettere tre ml di imbibente in 500ml d'acqua crea problemi di misurazione e restavano sempre striature bianche dopo l'asciugatura. Un paio di pellicole le ho lavate diverse volte in un recipiente più capiente. Alla fine ho scoperto che l'acqua del mio rubinetto è eccessivamente calcarea e dopo l'ennesimo ri-lavaggio mi sono arreso ed ho usato un litro di acqua demineralizzata con una goccia di imbibente. Ed è andata bene.
Per quanto riguarda l'uso specifico della Lab-box
  • attenzione ad inserire la spirale nel verso giusto
  • ci vuole un minimo di pazienza per usare l'estrattore della cosa della pellicola che in genere funziona
  • evitare di bagnare il modulo della pellicola. Non interferisce con il "modulo bagnato" e soprattutto non si rischia di arrugginire la lama del taglio pellicola, che non è inossidabile
In conclusione:
  • la Lab-box è comoda, ma non fa nulla che non faccia qualsiasi altra tank. Si fa solo a meno della "changing bag"
  • consente lo sviluppo di un pellicola per volta
  • non è a tenuta stagna
  • è più complicato immergerla in acqua a temperatura per un maggiore controllo. Meno critico per il B/N, di più per il colore
  • non sembra richiedere particolare accortezze rispetto ad altre Tank nell'utilizzo della chimica
  • richiede un minimo di destrezza per estrarre la coda della pellicola dalla cartuccia della pellicola
  • mi consente di fare quello che voglio fare, e credo tanto basti.

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brassandchrome
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Re: Lab-box e Ilford Ilfotec DD-X

Messaggio da brassandchrome » mar mag 05, 2020 7:00 pm

Luca Alessandro Remotti ha scritto:Avevo sostenuto la campagna di crowdfunding di Ars-Imago, dove peraltro compro le mie pellicole da anni.
È stata una vicenda un po' travagliata, soprattutto per loro - noi dovevamo solo aspettare - che si sono trovati con un volume di sostenitori dieci volte più grande di quanto avessero programmato inizialmente e quindi con la necessità di produrre dagli 8000 ai 10000 dispositivi. Nulla che si potesse fare in stampa a 3D. È probabile che abbiamo saggiamente pensato "meglio progettare un ottimo prodotto che fare una cosa tirata via che scontenta mezzo mondo" (Il Lab-box è stato veramente un successo globale. Ma ci è voluto tempo.

Bene, il mio sono andato a prenderlo prima dell'estate scorsa. A settembre ho preso liquidi e attrezzature e ho studiato schede tecniche e manuali.
  • la tank contiene poco meno di mezzo litro di soluzione, con il DD-X la diluizione è 1:4, one shot.
  • ho preparato una tabella di marcia con le diluizioni, le temperature ed i tempi. La prima volta ho usato un normale contaminuti, poi ho trovato una app che si chiama Develop! che funziona molto bene, si programma flessibilmente e non richiede registrazione.
  • a differenza di quando sviluppavo in CO sono stato molto attendo alle temperature, un po' una seccatura, ma 4°C comportano 2 minuti di differenza nello sviluppo.
  • il manuale di Lab-box consiglia una agitazione vigorosa, continua se si immerge la pellicola solo in metà liquido di sviluppo. L'aggettivo "vigoroso" va interpretato con cautela, perché rischia di aumentare la grana. Io, dopo quattro pellicole ho optato per una agitazione meno vigorosa e soprattutto non continua, utilizzando non la manovella ma il pomello in dotazione. Bisogna considerare che la Lab-box, a differenza di una Tank normale, è aperta, quindi non si possono fare le inversioni alle quali siamo abituati.
  • sviluppo come da tabelle
  • un minuto di bagno di arresto
  • fissaggio come da tabelle
  • lavaggio: il lavaggio è un po' più complesso. Il risciacquo finale inizialmente lo facevo nella Lab-box, ma presto ho scoperto che mettere tre ml di imbibente in 500ml d'acqua crea problemi di misurazione e restavano sempre striature bianche dopo l'asciugatura. Un paio di pellicole le ho lavate diverse volte in un recipiente più capiente. Alla fine ho scoperto che l'acqua del mio rubinetto è eccessivamente calcarea e dopo l'ennesimo ri-lavaggio mi sono arreso ed ho usato un litro di acqua demineralizzata con una goccia di imbibente. Ed è andata bene.
Per quanto riguarda l'uso specifico della Lab-box
  • attenzione ad inserire la spirale nel verso giusto
  • ci vuole un minimo di pazienza per usare l'estrattore della cosa della pellicola che in genere funziona
  • evitare di bagnare il modulo della pellicola. Non interferisce con il "modulo bagnato" e soprattutto non si rischia di arrugginire la lama del taglio pellicola, che non è inossidabile
In conclusione:
  • la Lab-box è comoda, ma non fa nulla che non faccia qualsiasi altra tank. Si fa solo a meno della "changing bag"
  • consente lo sviluppo di un pellicola per volta
  • non è a tenuta stagna
  • è più complicato immergerla in acqua a temperatura per un maggiore controllo. Meno critico per il B/N, di più per il colore
  • non sembra richiedere particolare accortezze rispetto ad altre Tank nell'utilizzo della chimica
  • richiede un minimo di destrezza per estrarre la coda della pellicola dalla cartuccia della pellicola
  • mi consente di fare quello che voglio fare, e credo tanto basti.
Molto esaustivo, grazie mille.
Per quanto riguarda le varie fasi, utilizzando Ilfotec in diluizione 1:4, per 300ml agitazione continua, secondo te potrebbe andare?
Per le altre fasi cosa hai utilizzato?

Volevo affrancarmi dal Monobath ma non avevo proprio idea da dove cominciare senza rischiare di dover buttare degli interi rullini, ecco il perché delle mie domande magari banali.


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Re: Lab-box e Ilford Ilfotec DD-X

Messaggio da Luca Alessandro Remotti » mar mag 05, 2020 11:12 pm

In merito ai tuoi quesiti:
  • tendo a ridurre l'agitazione, perché altera la grana, che mi piace poco marcata. Per questo preparo 500ml di soluzione. Non ho tante pellicole da sviluppare, ne uso una quindicina l'anno e un flacone di Ilfotec DD-X aperto dura circa sei mesi, quindi non "risparmio" riempiendo la tank a metà ma preferisco avere la pellicola tutta immersa nella soluzione.
  • nel corso di questa esperienza ho progressivamente ridotto l'agitazione: come detto, non uso più la manovella, perché porta ad agitare troppo. Prima per l'intero primo minuto, ora 15-20" nel primo minuto e poi 10" ogni minuto. Oltretutto la forza centrifuga eccessiva porta a cancellare la numerazione dei fotogrammi oltre la perforazione, dato che è a contatto con la spirale. Quindi uso delicatezza.
  • di Ilfotec DD-X abbiamo detto: diluizione 1 + 4 e monouso. Per quanto riguarda gli altri chimici, il problema è un po' la dimensione delle confezioni
  • Ilfostop è da 500ml e va diluito 1+19. Si può riutilizzare per 7 giorni ma dato i miei volumi di sviluppo ridotti preferisco non complicarmi la vita e utilizzarlo one-shot. Agitazione continua per 60".
  • il fissaggio è Ilford Rapid Fixer (1000ml) che anch'esso va diluito 1+ 4. Agitazione continua per i primi 60" e poi per 10" ogni minuto. Fissaggio complessivo 3' 30". Stesso discorso del bagno di arresto: Si può riutilizzare per circa 24 rullini da 36 e può essere rinforzato ma dato i miei volumi di sviluppo ridotti preferisco non complicarmi la vita e utilizzarlo one-shot.
Tutti e tre i chimici portati a 24°C (sono impaziente).
  • Risciacquo: acqua di rubinetto a filo ruotando la spirale continuamente, staccando, come detto, il modulo della pellicola con la lama e tenendo abbastanza inclinata la tank per fare in modo che il ricambio di acqua non sia solo in superficie.
  • Imbibente: Ilfotol, bottiglia da 1000ml. Va diluito 1 + 200, quindi durerebbe in eterno. Dopo essermi spazientito con l'acqua di rubinetto, come ho detto, uso un litro di acqua demineralizzata e metto circa 4ml di imbibente. La soluzione di lavoro durerebbe 7 giorni, la bottiglia aperta 12 mesi, ma anche questa la uso one-shot.
  • non uso, nemmeno le posseggo, le pinze di gomma per togliere l'acqua. Nemmeno le dita, le mie sono troppo ruvide. Lascio che l'acqua demineralizzata scoli da sola con l'imbibente. l'emulsione sulla pellicola bagnata è troppo delicata.
  • lascio asciugare per una dozzina d'ore prima di scansionare.
Ne vale la pena? Si, anche se l'analisi costi/benefici, se la facessi, sarebbe sfavorevole e a favore del buon laboratorio di cui mi servivo. Il vantaggio è che la qualità del risultato dello sviluppo (non della ripresa :twisted: ) è consistente nel tempo e che non lascio i miei rulli impressionati in frigorifero per mesi prima di portarli a sviluppare. Lo faccio un paio di volte al mese, quando mi va e sono contento.

Voglio vedere se i chimici sono disponibili in confezioni più piccole per ottimizzarne l'utilizzo in base alla durata.

Tutto quanto sopra comunque l'ho desunto dalle schede tecniche dei chimici che uso.

Per quanto riguarda il caricamento della pellicola, non ho mai avuto problemi. L'unica cosa che faccio: vado lentamente e dolcemente, senza strappi, per non creare inceppamenti del pur ingegnoso sistema di guida.

Fammi sapere se hai bisogno di altre informazioni.

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Re: Lab-box e Ilford Ilfotec DD-X

Messaggio da brassandchrome » mer mag 06, 2020 12:06 pm

Grazie mille davvero, decisamente esaustivo e completo.

Ho avuto il mio primo approccio allo sviluppo homemade e pertanto ho optato per il Monobath, però ero curioso di provare qualcosa che mi garantisse una grana minore e una maggiore personalizzazione del processo, ovviamente con una qualità maggiore.
Rimanendo sui Monobath, ho letto di ottime recensioni del Cinestill Df96, che però non si trova facilmente e soprattutto ora vendono in polvere per 1l di soluzione con durata 2 mesi. Non sviluppo così tanto, e soprattutto non ho trovato informazioni circa un suo utilizzo parziale, ovvero se sia possibile o meno diluire un tot di polvere con un tot di acqua per poter fare delle soluzioni one shot.
Andando sui chimici classici, a quel punto per me è quasi il buio perché ne esistono svariate tipologie, e mi pesa parecchio (soprattutto in termini emotivi) rovinare dei rullini, dal momento che scatto esclusivamente in analogico ormai e spesso sono foto in posa o comunque ragionate, o ancora ispirate dal momento.

Credo che, una volta ultimata la scorta di Monobath ARS imago proverò il tuo sistema, mantenere la grana fine scattando a 400 iso e scannerizzando successivamente i negativi è un aspetto che ritengo quasi fondamentale.

Grazie mille.


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Re: Lab-box e Ilford Ilfotec DD-X

Messaggio da Luca Alessandro Remotti » mer mag 06, 2020 4:14 pm

Aggiungo che anche se usassi tutta la chimica per soli 10 rullini - e in realtà questo vale solo per il rivelatore (Ilfotec DD-X) - comunque risparmio 2,50-3,00 Euro a rullo per 10 rulli.

Seconda cosa: nella mia vita ho sperimentato pellicole di tutti i tipi per concludere che la loro resa è diversa e c'è il rischio di ottenere un gran pasticcio: immagini difficili da accostare. Per questo ora uso solo pellicole T-grain (Kodak o Ilford) e forse farò uno strappo alla regola per con PanF (50 ISO) per un progetto preciso.

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Re: Lab-box e Ilford Ilfotec DD-X

Messaggio da brassandchrome » mer mag 06, 2020 7:25 pm

Noti una differenza sostanziale con le pellicole T-grain rispetto a quelle a grana cubica?

Comunque rileggendo concordo in pieno anche sulla inutilità della manovella per la Lab-Box. Mi sono fatto tentare e l’ho presa, ma alla fine è nella scatola. Molto meglio il crank originale.


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Messaggio da Luca Alessandro Remotti » mer mag 06, 2020 10:21 pm

brassandchrome ha scritto:
mer mag 06, 2020 7:25 pm
Noti una differenza sostanziale con le pellicole T-grain rispetto a quelle a grana cubica?
In realtà no, ma potrebbe dipendere dal laboratorio che le ha sviluppate (diversi). La differenza sostanziale è nel contrasto, che rende le fotografie molto diverse tra loro. Dopo aver prodotto un'insalata di rese diverse ho deciso di smettere di cambiare e usare solo Ilford Delta.

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Re: Lab-box e Ilford Ilfotec DD-X

Messaggio da copacetix » gio mag 07, 2020 4:30 pm

io mi trovo bene senza impazzire, ecco (ho usato solo la manovella, non il crank).
sull'aumento di grana dato dall'agitazione ci sono varie teorie, sono più propenso a ritenere che non influisca in modo visibile (c'è uno studio fatto molto bene da Sandro Presta su un altro forum, a riguardo).
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Messaggio da Luca Alessandro Remotti » ven mag 08, 2020 12:01 am

copacetix ha scritto:
gio mag 07, 2020 4:30 pm
io mi trovo bene senza impazzire, ecco (ho usato solo la manovella, non il crank).
sull'aumento di grana dato dall'agitazione ci sono varie teorie, sono più propenso a ritenere che non influisca in modo visibile (c'è uno studio fatto molto bene da Sandro Presta su un altro forum, a riguardo).
Non so se ho capito cosa intendi per “impazzire”: per me, dopo qualche prova, fila tutto molto liscio. :D
  • manovella (crank) rispetto al pomello: ruotandola anche delicatamente ruota e si stacca, il nottolino non è abbastanza rilevato e mi è uscito lo sviluppo, anche se ho salvato la pellicola. So che è successo anche ad altri.
  • utilizzare manovella (o pomello) comporta una sostanziale differenza rispetto alle inversioni della tank tradizionale: la pellicola nella spirale si muove per forza centrifuga (l’ho verificato) ed ho la sensazione che il tutto crei turbolenze molto più significative rispetto ad una tank normale. Non so in pratica cosa comporti.
  • empiricamente ho notato che “agitando” meno c’è meno grana: la scheda tecnica dello sviluppo dice continuamente per il primo minuto, io agito per circa 15 secondi. Ho letto qualcosa sulla relazione tra agitazione e grana, ora cerco.

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Re: Lab-box e Ilford Ilfotec DD-X

Messaggio da brassandchrome » ven mag 08, 2020 7:56 pm

Molto interessante.
Confermo che la manovella si disloca anche a me, e la cosa non è piacevole soprattutto alla luce del costo supplementare che ha avuto.

Diciamo che, alla luce della interessante discussione, non vedo l’ora di ultimare le scorte di Monobath per fare uno sviluppo come suggerito sopra.


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Messaggio da copacetix » lun mag 11, 2020 12:58 pm

Luca Alessandro Remotti ha scritto:
ven mag 08, 2020 12:01 am
copacetix ha scritto:
gio mag 07, 2020 4:30 pm
io mi trovo bene senza impazzire, ecco (ho usato solo la manovella, non il crank).
sull'aumento di grana dato dall'agitazione ci sono varie teorie, sono più propenso a ritenere che non influisca in modo visibile (c'è uno studio fatto molto bene da Sandro Presta su un altro forum, a riguardo).
Non so se ho capito cosa intendi per “impazzire”: per me, dopo qualche prova, fila tutto molto liscio. :D
  • manovella (crank) rispetto al pomello: ruotandola anche delicatamente ruota e si stacca, il nottolino non è abbastanza rilevato e mi è uscito lo sviluppo, anche se ho salvato la pellicola. So che è successo anche ad altri.
  • utilizzare manovella (o pomello) comporta una sostanziale differenza rispetto alle inversioni della tank tradizionale: la pellicola nella spirale si muove per forza centrifuga (l’ho verificato) ed ho la sensazione che il tutto crei turbolenze molto più significative rispetto ad una tank normale. Non so in pratica cosa comporti.
  • empiricamente ho notato che “agitando” meno c’è meno grana: la scheda tecnica dello sviluppo dice continuamente per il primo minuto, io agito per circa 15 secondi. Ho letto qualcosa sulla relazione tra agitazione e grana, ora cerco.
"senza impazzire" nel senso che non ci vado matto, è comodo non usare più la changing bag (e soprattutto non picchiarmi con le spirali che, a causa del modo in cui le Leica M arrotolano la pellicola, mi hanno fatto buttare via qualche rullo :( ). bella idea, "ispirata" da qualcosa che c'era già, decisamente overpriced (ma anche io l'avevo presa durante la campagna).
ho sempre usato il crank, progettato male e per questo lo fisso con del nastro, in modo che non si sganci. proverò il pomello!

sulla questione "agitazione" parlavo di questo: https://www.analogica.it/topic17337.htm ... GIGmHpjLNU che trovo interessante.
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