DIGITAL CLASSIC CAMERA LEICA M3

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DIGITAL CLASSIC CAMERA LEICA M3

Messaggio da nikarlo » sab ott 07, 2017 2:09 pm

DIGITAL CLASSIC CAMERA LEICA M3
Minox stupisce ancora con la nuova riproduzione della storica M3 in versione digitale

Testo e fotografie di Roberto Piero Ottavi, 2005

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La serie delle microcamere Minox, nota per la cura con cui propone da tempo minuscole riproduzioni di fotocamere storiche, si arricchisce di un nuovo modello: la Leica M3 in versione digitale migliorata rispetto alla precedente.
Il sensore passa infatti da 2 a 4 Mp con un notevole miglioramento della qualità di immagine e la casa di Wetzlar, tenendo fede a quella tradizione che da anni la contraddistingue, non si smentisce e presenta l'ennesimo gioiello che certamente tutti gli affezionati conoscitori della qualtà Minox non esiteranno ad apprezzare.
Il primo contatto è decisamente piacevole e la piccola fotocamera, come tutti i modelli Minox, sta veramente in palmo di mano (6,5 cm x 4,8 x 4,4 di profondità) mentre il peso è di soli 95 grammi.
Come al solito i particolari lasciano veramente a bocca aperta, tutto è straordinariamente uguale all'originale, leva di carica compresa, anche se il rigonfiamento posteriore che si è reso necessario per ospitare la parte elettronico-digitale della fotocamera ne appesantisce decisamente le linee.
Paragonata alla Leica M3 “vera” sembra veramente di osservarne l'erede appena nata ma le sorprese debbono ancora incominciare perchè è quando si scaricano le prime foto a computer che si apprezzano gli sforzi fatti dalla casa tedesca per coniugare il piacere di una riproduzione in scala ridotta con una qualità fotografica insospettabile.

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Il nuovo sensore da 4 Mp assicura una risoluzione massima delle immagini di 2048 x 1536 pixels con un numero massimo di 40 scatti che vengono registrati su una memoria interna.
Non esiste la possibilità di scaricare le foto su scheda di memoria e quindi la capacità è fissa ma esiste la possibilità di ridurre la qualità a 1600 x 1200 pixels portando l'autonomia da 40 a circa 90 fotogrammi.
In pratica, utilizzando la fotocamera alla massima risoluzione, si può contare su un'autonomia di fotogrammi equivalente circa a quella di un rullino tradizionale di pellicola e quindi più che sufficiente nella maggior parte delle occasioni.

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La riproduzione della Leica M3, come tutti i modelli prodotti da Minox, è estremamente curata ed i particolari richiamano l'originale in modo straordinario.
Il logo Leica, le scritte ed il numero di matricola sono riproposti in modo assolutamente fedele e nessun particolare, ganci per la tracolla esclusi, risulta eccessivamente sproporzionato.
L'obiettivo è un Minoctar 9,6 mm f/2,8, cinque elementi con filtro IR sempre inserito, di lunghezza focale corrispondente pari a circa 48mm sul 24x36.
La messa a fuoco è manuale da 1 mt all'infinito ma non cercate il telemetro perchè non c'è.
La parte posteriore è decisamente più sgraziata a causa del rigonfiamento necessario ad ospitare non soltanto il “cervello” della fotocamera ma anche la batteria che, essendo una CR2, richiede un alloggiamento piuttosto generoso.
Niente monitor del quale però non si sente la mancanza e sul dorso è stato inserito un piccolo display a 2 digit che funziona da contapose con numerazione dei fotogrammi che ancora restano da scattare.
Il piccolo pulsante a destra del display permette il settaggio dei parametri della fotocamera: risoluzione, livello di compressione dei file ecc.
Inquadrare attraverso il minuscolo oculare non risulta molto agevole sia per le ridotte dimensioni del pertugio sia a causa del rigonfiamento posteriore ma non bisogna dimenticare che abbiamo a che fare con una riproduzione in scala ridotta anche se, impugnando la fotocamera, è più facile vedere le nostre mani come troppo grosse e sproporzionate piuttosto che la fotocamera troppo piccola.
Inutile cercare di montare una cinghia a questo piccolo gioiello perchè non riusciremmo a rispettare le proporzioni e la piccola borsa pronto in cuoio di pregiatissima fattura che viene fornita (come costoso accessorio) rimane, se proprio vogliamo portarla appesa al collo, l'unica alternativa.
Forse una slitta porta accessori di dimensioni pari al vero avrebbe permesso di montare eventualmente un mirino sportivo Leitz che avrebbe semplificato l'inquadratura ma così non è e tutto non si può pretendere.

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Sotto il profilo qualitativo i risultati sono decisamente superiori ad ogni aspettativa.
Usata alla massima risoluzione la M3 digitale fornisce immagini limpide ed incise con ottima tenuta tra le alte luci e le ombre.
Buona anche la misurazione dell'esposizione che, pur avvenendo sempre in completo automatismo, pare non soffrire eccessivamente dei problemi caratteristici di accecamento o sovraesposizione tipici della misurazione automatica integrata su tutto il fotogramma.

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Le foto che accompagnano queste righe non sono state minimamente elaborate con Photoshop ad esclusione della conversione da colore a bianco e nero ottenuta semplicemente passando da RGB a scala di grigio.
La fotocamera infatti non prevede alcuna scelta sotto questo aspetto e la registrazione avviene sempre a colori.
Cromaticamente parlando si ha l'impressione che i risultati tendano sempre leggermente verso toni freddi ma una eventuale correzione, per chi intenda apportare determinate modifiche, non costituisce certamente un problema viste le potenzialità dei software dedicati.

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Le regolazioni sono poche ed altrettanto pochi sono i minuti necessari per prendere confidenza completa con questa “scatolina miracolosa” in grado di stare comodamente nel taschino della giacca e di regalarci immagini che certamente sarebbe poco onesto definire superlative ma che, a mio parere, si pongono senza dubbio al di sopra di tante digitali della stessa categoria.
Osservando le immagini si ha l'impressione che non siano state scattate da una fotocamera che nasce prettamente come riproduzione e quindi con un'occhio di riguardo più al mantenimento delle linee della vecchia Signora che alla ricerca di una qualità esasperata.
La prima considerazione che mi sentirei di fare senza timore di essere smentito è che comunque la qualità delle immagini digitali della Digital Classic Camera Leica M3 supera senza ombra di dubbio quella delle immagini impressionate sui minifotogrammi delle Minox a pellicola di buona memoria e chi abbia provato a stamparne almeno uno non potrà che darmi ragione.
La Minox affonda le proprie radici nella storia dello spionaggio internazionale e la ricordiamo tutti compagna fedele di tanti agenti dei servizi durante l'ultima guerra mondiale ed anche dopo durante la guerra fredda USA-URSS.
Fortunatamente oggi questo è rimasto solo un intrigante ricordo ma il fascino esercitato dalle fotocamere di dimensioni ridotte è ancora vivissimo e ne sono testimoni i molti collezionisti che hanno scelto proprio questa categoria preferendola ad altre.
Il sottile piacere di tenere tra le mani una piccola Leica, identica in tutto e per tutto all'originale meno che nelle dimensioni, si confonde con la tenerezza ed il pensiero che non si tratti di una “attrappe” ma di una fotocamera non solo perfettamente funzionante ma addirittura capace di risultati che vanno ben oltre le aspettative mi ha spinto a scrivere queste righe.
Minox GmbH, da anni impegnata con coraggio in una produzione contro corrente destinata ad un mercato di nicchia nella nicchia, in un momento nel quale il cielo della fotografia non è certamente sereno, stupisce ancora una volta.

Roberto Piero Ottavi

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