Scianna su Cartier Bresson

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Luca Alessandro Remotti
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Scianna su Cartier Bresson

Messaggio da Luca Alessandro Remotti » mar mag 19, 2020 9:45 am

Una testimonianza autentica su un fotografo che è stato tra i più grandi del suo - lungo - tempo: Henri Cartier-Bresson.
Ma anche un fotografo tra i più misconosciuti, mal interpretati e "tirati per la manica della giacca". Presunto spirito ispiratore di tanti che lo hanno effettivamente capito poco.
Un fotografo che ha senso nel percorso storico della fotografia. Va conosciuto per il suo approccio e soprattutto per come ha innovato la collocazione della fotografia nel suo tempo.

Molto meno senso ha, secondo me, limitarsi ad una superficiale comparazione di altre espressioni fotografiche con quella di HCB, come purtroppo spesso accade.

Ferdinando Scianna, grande affabulatore, lo conosce benissimo: https://youtu.be/-5VvqldZ46s.

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Michele Azzali
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Re: Scianna su Cartier Bresson

Messaggio da Michele Azzali » lun mag 25, 2020 10:50 am

Grazie Luca, sembra molto interessante. Due ore di filmato! Da vedere a puntate... :D
Spesso quello che cerchi è dentro di te... oppure nel frigo!

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Re: Scianna su Cartier Bresson

Messaggio da valerio.falzetti » lun mag 25, 2020 9:03 pm

Grazie


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Ho sempre pensato che la fotografia sia come una barzelletta: se la devi spiegare non è venuta bene.
Ansel Adams

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Re: Scianna su Cartier Bresson

Messaggio da Sergio Frascolla » mar mag 26, 2020 1:56 pm

Grazie, programmerò una immersione.....
Sergio Frascolla.
Louis, credo che questo sia l'inizio di una bella amicizia

Wetzlar 2011, io c'ero !

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Re: Scianna su Cartier Bresson

Messaggio da Michele Azzali » mar mag 26, 2020 11:14 pm

Visto in due “puntate”: molto interessante, soprattutto perché sono impressioni, esperienze ed aneddoti di un amico personale di Bresson, al di là del fatto che sia anch’egli un grande fotografo.
Ferdinando Scianna integra, arricchisce e in molti casi conferma quello che sta scritto su quella che, almeno io, considero la migliore monografia su HCB: http://www.leicapassionforum.it/forum/vi ... 33&t=38002

Scianna parte lento ma poi viene fuori la sua dote di affabulatore. Tra l’altro chiarisce bene il significato di “Images a la sauvette”, il libro più famoso di Bresson. Addirittura esilarante quando parla di Scanno, diventata ormai la Lourdes dei fotoamatori, e confesso che anch'io...
Evidenzia anche le debolezze del maestro e le sue scivolate verso la commercializzazione (per altro delle autentiche eccezioni) e la sua tecnica per i ritratti ambientati, nei quali veniva a cadere, tranne in rarissimi casi (i coniugi Curie…), il discorso del “momento decisivo”. Questa parte in particolare mi ha interessato molto, come quelle in cui parla del carattere del maestro: persona non facile…

In merito alla famosa foto dell’omino che salta la pozzanghera dà un’interpretazione che si avvicina molto a quella che ho provato a dare io qualche anno fa:http://www.leicapassionforum.it/forum/vi ... ne#p383422
Mi ha stupito il fatto che la decisione di smettere di fotografare non fu tutta sua ma grandemente influenzata dall’editore Teriade.
Infine, si capisce che Scianna possiede molti libri che HCB gli ha dedicato personalmente, chissà che valore avranno sul mercato collezionistico…
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Re: Scianna su Cartier Bresson

Messaggio da Luca Alessandro Remotti » mer mag 27, 2020 9:59 am

Vero che vale la pena? Amo Scianna, uomo e fotografo grandissimo.

Credo che a HCB siano state appiccicate un sacco di etichette, ci avrà messo anche del suo, quando in realtà sono molto chiari i tratti fondamentali
  • un borghese in "fuga", come dice FS, anche da se stesso. Nella spasmodica ricerca di modalità espressive ed anche di fondamenti ideologici: pittura, circoli di artisti con grandi nomi, viaggi, l'ideologia comunista.
  • un fotografo che a guardar bene aveva inventato un modello di business: il mondo richiedeva fotografie per conoscere cose non conosciute - a differenza di adesso - il veicolo erano le pubblicazioni a stampa e HCB ed i suoi amici avevano trovato il modo di "rafforzare" la loro posizione nei confronti degli editori cedendo il diritto d'uso e non le fotografie stesse. L'annosa questione del bordino nero non era legata ad una regola autoimposta ma semplicemente al desiderio di impedire "manipolazioni" da parte di chi pubblicava. D'altra parte l'immagine di Gare St. Lazare è un ritaglio, oltre che una botta di fortuna. HCB stesso, a quanto ricordo, consigliò il ritaglio della fotografia del vaporetto a Gianni Berengo Gardin. Si può ritagliare - anche se ribadisce che nessun ritaglio può rendere buona una fotografia non buona - ma è il fotografo che ha il diritto di decidere e nessun altro.
  • La capacità di espressione artistica d HCB è innegabile: basta guardare la sua abilità di dipingere e di disegnare, fondamentale talento per la composizione. Questa questione del "momento decisivo" è un altro dei miti che gli sono associati: in realtà un altro dei suoi talenti, come conferma FS, era semplicemente di "esserci" e di cogliere una situazione o una storia. Certamente era bravissimo a predisporre il prima e il dopo.
  • HCB è anche un reporter, un "essayist" come si direbbe. Uno che ha raccontato il mondo, prima quello che gli stava intorno e poi sempre più lontano, in un momento in cui c'era un bisogno urgente di conoscere e di vedere luoghi, persone e storie altrimenti inaccessibili. È noto principalmente per le sue immagini singole, perché queste selezioni spiccano nei suoi libri. Ma anche solo guardando l'antologia che gli ha dedicato Clément Chéroux è conservatore del fondo fotografico del Centre Pompidou
  • Nonostante FS affermi che HCB era in costante evasione, dalla borghesia, dalla pittura, da amori infelici, da se stesso e finanche dalla fotografia, la sua matrice borghese lo caratterizza. Basta guardare come vestiva nelle fotografie che di lui esistono, che odiava essere fotografato. Sempre in giacca e cravatta, talvolta con la lobbia, il fazzoletto da collo, sempre impeccabile.
HCB, probabilmente uno dei più grandi fotografi del suo tempo che combinava arte, racconto, innovazione di visione e "business", aveva perfettamente interpretato il medium nel lungo momento storico che ha vissuto. Si deve a lui e a Magnum la concessione in uso delle immagini e non la vendita.

Credo anche che ora sia tutto diverso, fotografia, documentazione, mobilità, conoscenza ed esigenza di conoscere, numero - enorme - di fotografi, canali di diffusione, etc. Un mostro sacro.

Oggi l'approccio deve essere necessariamente diverso e la stessa evoluzione dell'agenzia Magnum lo dimostra.

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Re: Scianna su Cartier Bresson

Messaggio da copacetix » gio giu 04, 2020 3:58 pm

interessantissimo, anche perché quella sera non ero riuscito ad andare.
tra l'altro con somma gioia :) realizzo che sia HCB che FC la pensano come me sulle fotografie croppate ;)
Federico
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