The Family of Man.
Inviato: gio giu 21, 2018 4:35 pm
La considero “la madre di tutte le mostre fotografiche”. The Family of Man venne allestita nel 1955 da Edward Steichen, allora direttore del dipartimento di fotografia del MOMA di New York. Ottenne un successo sorprendente e lo stesso Steichen la considerò più tardi come il culmine della propria carriera. Negli otto anni successivi la mostra girò il mondo e venne ospitata in moltissimi paesi segnando sempre alti record per numeri di visitatori (cfr wikipedia). In Italia nel 1959 fu a Torino, Milano, Firenze, Roma e Palermo.
Dal 1994 si trova in esposizione permanente al castello di Clervaux, nel Lussemburgo (Steichen era lussemburghese, ma non di lì) ed è patrimonio dell’UNESCO.
L’ho visitata nel maggio di quest’anno, in una giornata di pioviggine, con poca luce. Le sale del museo erano comunque illuminate a sufficienza. In compenso c’era l’aria condizionata “a manetta” e dentro faceva un po’ freddo.
Come nell’edizione originale, la mostra è divisa a grandi linee in sei temi: amore, nascita, lavoro, religione, vecchiaia, guerra. Alla visita si può dedicare un’oretta come anche mezza giornata, dato che le foto sono tante. C’è anche una piccola biblioteca fotografica a disposizione dei visitatori, dotata di panche (scomode) per consultare con calma i libri. Le stampe sono quelle originali del 1955, restaurate qualche anno fa. Sono ancora presenti sui pannelli i cartellini originali, col nome dell’autore.
La maggior parte degli autori è nota a noi fotoamatori, ma ci sono anche nomi sconosciuti (per lo meno a me) e fotografie poco o per nulla pubblicate al giorno d’oggi. Questi sono alcuni di quelli che ho annotato “al volo”: Garry Winogrand, Manuel Alvarez Bravo, Henri Cartier Bresson, Brassai, George Rodger, Gjon Mili, Ernst Haas, David Seymour, Andreas Feininger, Edward Weston, Gordon Parks, David Douglas Duncan, Willy Ronis, Robert Doisneau, Eugene Smith. Di quest’ultimo c’è solo una parte del lavoro sull’infermiera di colore Maude Callen, pubblicato su LIFE nel 1951, che rese famosissimi sia il fotografo che il suo soggetto. Il resto dell’opera di questo fotogiornalista americano è successivo alla pubblicazione della mostra.
Anche le autrici femminili sono ben rappresentate, ad esempio Dorothea Lange (si, c’è anche la celebre “Migrant Mother”, ovviamente in originale dell’epoca) e Margaret Bourke White, solo per citarne un paio.
L’unico fotografo italiano, che a ben vedere però era nato in America, è Vito Fiorenza, rappresentato da una sola fotografia esposta. Ebbe notorietà proprio nella prima metà del ‘900 con le sue immagini sulla Sicilia. E’ scomparso tre anni fa.
Molte le foto che fanno oggi parte dei celebri archivi della Federal Reserve Administration, molte quelle commissionate dai giornali dell’epoca e molte quelle che vennero pubblicate sulla rivista LIFE. A tale proposito la mostra lascia intuire, per chi non lo sapesse, cos’ha rappresentato LIFE per l’editoria mondiale e cos’è stata per l’umanità la prima metà del ‘900.
Dal punto di vista tecnico quello che ho notato è che la qualità delle immagini non è certo eccelsa, soprattutto se confrontata con quella moderna (naturalmente è immenso invece l’impatto emotivo). Le stampe sono di tutte le dimensioni e di tutti i formati: ovali, quadrate, rettangolari, alte e strette, basse e larghe, eccetera. Il che fa riflettere sull’integralismo bressoniano di chi considera indiscutibile mantenere il fotogramma intero.
Qui i link utili:
https://www.ilpost.it/2013/07/09/la-fam ... -steichen/
http://www.steichencollections-cna.lu/e ... ily-of-man
https://en.wikipedia.org/wiki/The_Family_of_Man
Qui un documentario su Steichen (26 minuti):
https://www.youtube.com/watch?v=Xd5F-KCUpYI
Alune immagini della mia visita:
Il castello di Clervaux in cui è ospitata permanentemente la mostra:
Alcune parti dell'esposizione:
L'ultima foto è stata fatta nella libreria, dove un pannello riporta una carta geografica con i luoghi e le date in cui è stata esposta la mostra.
Per meno di 20,00 euro si può acquistare il catalogo, che è rimasto lo stesso per più di sessant'anni. E' il libro fotografico più venduto del mondo.
Informazioni utili: la mostra è aperta dal 1° marzo al 1° gennaio, da mercoledì alla domenica, dalle 12:00 alle 18:00 (in pratica è chiusa tutte le mattine e anche di lunedì e martedì). L’ngresso costa 6,00 euro; fino a 21 anni di età si entra gratis; è compresa un’audioguida con cuffiette in lingua a scelta fra inglese, francese e tedesco. La recepition dispone di armadietti con chiave se si desidera lasciare borse o indumenti all’ingresso.
Dal 1994 si trova in esposizione permanente al castello di Clervaux, nel Lussemburgo (Steichen era lussemburghese, ma non di lì) ed è patrimonio dell’UNESCO.
L’ho visitata nel maggio di quest’anno, in una giornata di pioviggine, con poca luce. Le sale del museo erano comunque illuminate a sufficienza. In compenso c’era l’aria condizionata “a manetta” e dentro faceva un po’ freddo.
Come nell’edizione originale, la mostra è divisa a grandi linee in sei temi: amore, nascita, lavoro, religione, vecchiaia, guerra. Alla visita si può dedicare un’oretta come anche mezza giornata, dato che le foto sono tante. C’è anche una piccola biblioteca fotografica a disposizione dei visitatori, dotata di panche (scomode) per consultare con calma i libri. Le stampe sono quelle originali del 1955, restaurate qualche anno fa. Sono ancora presenti sui pannelli i cartellini originali, col nome dell’autore.
La maggior parte degli autori è nota a noi fotoamatori, ma ci sono anche nomi sconosciuti (per lo meno a me) e fotografie poco o per nulla pubblicate al giorno d’oggi. Questi sono alcuni di quelli che ho annotato “al volo”: Garry Winogrand, Manuel Alvarez Bravo, Henri Cartier Bresson, Brassai, George Rodger, Gjon Mili, Ernst Haas, David Seymour, Andreas Feininger, Edward Weston, Gordon Parks, David Douglas Duncan, Willy Ronis, Robert Doisneau, Eugene Smith. Di quest’ultimo c’è solo una parte del lavoro sull’infermiera di colore Maude Callen, pubblicato su LIFE nel 1951, che rese famosissimi sia il fotografo che il suo soggetto. Il resto dell’opera di questo fotogiornalista americano è successivo alla pubblicazione della mostra.
Anche le autrici femminili sono ben rappresentate, ad esempio Dorothea Lange (si, c’è anche la celebre “Migrant Mother”, ovviamente in originale dell’epoca) e Margaret Bourke White, solo per citarne un paio.
L’unico fotografo italiano, che a ben vedere però era nato in America, è Vito Fiorenza, rappresentato da una sola fotografia esposta. Ebbe notorietà proprio nella prima metà del ‘900 con le sue immagini sulla Sicilia. E’ scomparso tre anni fa.
Molte le foto che fanno oggi parte dei celebri archivi della Federal Reserve Administration, molte quelle commissionate dai giornali dell’epoca e molte quelle che vennero pubblicate sulla rivista LIFE. A tale proposito la mostra lascia intuire, per chi non lo sapesse, cos’ha rappresentato LIFE per l’editoria mondiale e cos’è stata per l’umanità la prima metà del ‘900.
Dal punto di vista tecnico quello che ho notato è che la qualità delle immagini non è certo eccelsa, soprattutto se confrontata con quella moderna (naturalmente è immenso invece l’impatto emotivo). Le stampe sono di tutte le dimensioni e di tutti i formati: ovali, quadrate, rettangolari, alte e strette, basse e larghe, eccetera. Il che fa riflettere sull’integralismo bressoniano di chi considera indiscutibile mantenere il fotogramma intero.
Qui i link utili:
https://www.ilpost.it/2013/07/09/la-fam ... -steichen/
http://www.steichencollections-cna.lu/e ... ily-of-man
https://en.wikipedia.org/wiki/The_Family_of_Man
Qui un documentario su Steichen (26 minuti):
https://www.youtube.com/watch?v=Xd5F-KCUpYI
Alune immagini della mia visita:
Il castello di Clervaux in cui è ospitata permanentemente la mostra:
Alcune parti dell'esposizione:
L'ultima foto è stata fatta nella libreria, dove un pannello riporta una carta geografica con i luoghi e le date in cui è stata esposta la mostra.
Per meno di 20,00 euro si può acquistare il catalogo, che è rimasto lo stesso per più di sessant'anni. E' il libro fotografico più venduto del mondo.
Informazioni utili: la mostra è aperta dal 1° marzo al 1° gennaio, da mercoledì alla domenica, dalle 12:00 alle 18:00 (in pratica è chiusa tutte le mattine e anche di lunedì e martedì). L’ngresso costa 6,00 euro; fino a 21 anni di età si entra gratis; è compresa un’audioguida con cuffiette in lingua a scelta fra inglese, francese e tedesco. La recepition dispone di armadietti con chiave se si desidera lasciare borse o indumenti all’ingresso.