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René Burri

Inviato: mer ott 22, 2014 12:10 pm
da Emilio Vendramin
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Photo Erling Mandelmann 2010
courtesy Wikimedia Commons


La recente scomparsa di René Burri ci spinge a cercare di conoscere meglio questo fotografo che, uscito dalla vita, entra nella storia.

René Burri nasce a Zurigo (CH) il 9 aprile 1933 e li muore il 20 ottobre 2014.
Conosciuto ai più soprattutto per il suo ritratto del "Che",Burri è stato testimone fedele e rigoroso della guerra di Corea e di quella del Vietnam.
Oltre la crisi di Cuba con gli Stati Uniti ha fotografato alcune delle personalità più influenti del XX secolo, producendo straordinari reportage su Picasso, Le Corbusier e Giacometti.
Inizialmente si interessa di pittura e cinema.
Per ampliare e migliorare le sue conoscenze frequenta la scuola d'arte di Zurigo dove studia composizione, pittura e disegno.
Cerca inizialmente di fare della sua passione e delle conoscenze acquisite una professione.
Ma il mondo del cinema nella Svizzera di quel periodo non offre opportunità.
Così si dedica a quello che vede più vicino al cinema: la fotografia.
Frequenta la scuola di fotografia della sua città e contemporaneamente inizia a lavorare come regista, realizzando i suoi primi documentari.
Nello stesso periodo comincia ad utilizzare la sua prima macchina fotografica, una Leica.
Amico di Werner Bischof, lo contatta e con il suo aiuto, all'età di 22 anni, presenta alla Magnum Photos un suo reportage sui bambini sordomuti.
Il suo lavoro viene pubblicato su Life e su altre importanti riviste europee.
Burri entra a far parte della Magnum Photos ed inizia la sua intensa attività come fotografo in giro per il mondo.
Sono questi gli anni in cui Burri fotografa in Italia, Cecoslovacchia, Turchia, solo per citarne alcuni.

Nel 1959 diventa membro Magnum e pubblica un lavoro sulla Germania.
A questo proposito il quotidiano Il PIccolo di Trieste, nel presentare la mostra di Pordenone, scrive il 5 marzo 2010:
" ... La mostra realizzata per Dedica nell'allestimento curato da Giancarlo Pauletto e Marina Sparavier, è una cospicua parte di un grande reportage che Burri realizzo tra il 1957 e il 1964 come membro della Magnum Photos, pubblicato prima in Svizzera e Francia, e successivamente, nel 1990, in Germania, con testi e poesie di Hans Magnus Enzensberger.
Si tratta di immagini quanto mai significative, che percorrono la vita quotidiana di una nazione divisa, ai tempi della guerra fredda. Si direbbe che l'intenzione di Burri è quella di cogliere esattamente il tempo, il momento: ragazzi che salutano un carrarmato americano, due persone cieche che procedono sul marciapiede, gli innamorati sull'autoscontro, due che mangiano il gelato, un fumatore per la strada e così via.
Ma la costruzione nitida, l'attenta gestione del gioco della luce, la presenza, in definitiva, di una strutturalità calcolata esprime con chiarezza l'intenzione di realizzare precise icone di un tempo, di un momento storico che, per naturale rimando, fa rimbalzare il pensiero dello spettatore ad una attualità certo ancora fortemente problematica ...
"

Negli anni sessanta Burri realizza importanti reportage, fra cui quello del 1963 su Picasso e successivamente quelli su Giacometti e Le Corbusier.
Nel 1963 ritrae Fidel Castro e Che Guevara; quindi il suo lavoro lo porta, fino agli anni settanta, in Egitto, Israele, Vietnam ed a Beirut.
Nel 1982 diventa presidente della Magnum Photos.
Nel 1991 venne nominato Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere dallo Stato Francese.

Una retrospettiva delle sue foto - prodotta dall' agenzia Magnum Photos e curata da Hans-Michael Koetzle - viene realizzata, nel 2013, dal Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri di Verona.
Nella presentazione della mostra leggiamo: "...Burri è considerato un grande fotoreporter, soprattutto per la particolarità del suo sguardo: nonostante sia stato a contatto con la violenza della guerra e la disperazione delle vittime, ha sempre evitato le immagini crude e tragiche e, come ha scritto Peter Killer, non esiste una sola foto che non suggerisca l’esistenza possibile di un mondo più umano. 

Ciò che lo ha sempre interessato è di riuscire a cogliere il momento nel quale nascono le idee o muoiono le utopie, le vite vissute ... "

Così lo stesso René Burri si racconta (fonte appuntinovalis.blogspot)

Quando ho cominciato questo mestiere, credevo di poter cambiare il mondo con le mie fotografie, ma ho capito molto presto che mi sbagliavo. Non è fare questo mestiere che disillude, sono le persone che in poco tempo ti tolgono ogni illusione. Ma bisogna comunque crederci. Nonostante tutto, sono sempre rimasto ottimista.

Agli albori della fotografia ci si faceva fotografare con gli abiti della domenica; quando la fotografia è diventata "mobile", e quindi più aggressiva, ha cominciato a catturare i soggetti da un altro punto di vista, non sempre favorevole.
in quel momento, si verifica una sorta di perversione. Si instaura una propaganda della violenza: "Hai fatto delle belle foto di cadaveri?". Il clima di oggi va dal moralismo al voyeurismo. Tuttavia la verità la si cerca.
Ma la verità dell'uomo s'interpreta, non si può fotografare facilmente.

Ho visto delle cose atroci e in quei momenti mi sono detto "attenzione, vecchio mio, oltre a vedere le cose bisogna anche guardarci dentro, con queste immagini si può anche gettare polvere negli occhi".
Si combatte dunque quando si fotografa, in situazioni dure, e si lotta di nuovo al ritorno, per difendere la propria libertà d'espressione e il proprio punto di vista.

A un giovane fotografo direi di essere curioso; la vita è magnifica e orribile insieme, le persone sono capaci delle cose peggiori, ma anche delle più belle azioni.
Per me l'estetica è inscindibile dall'utopia, dal desiderio di un mondo migliore, che certamente la gente distruggerà. Ma anche se, quando ero bambino, qualcuno ha distrutto i miei castelli di sabbia, io non ho mai smesso di costruirne. Trent'anni fa non era più facile per un giovane fotografo, bisogna insistere molto e non scoraggiarsi. E ancora mettere curiosità nella vita; vivere è più importante che sviluppare un proprio stile in fotografia.



Alcune immagini tratte dal catalogo della retrospettiva organizzata a Verona nel maggio 2013.

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Sir Winston Churchill, Zurigo, Svizzera, 1946 René Burri © René Burri / Magnum Photos

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Parigi, Francia, 1950 © René Burri / Magnum Photos

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Mostra di Picasso, Palazzo Reale, Milano, 1953 René Burri © René Burri / Magnum Photos

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Parata dell'esercito, Alkantara, Egitto, 1974 © René Burri / Magnum Photos

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Che Guevara al Ministero dell'industria L'Avana, Cuba, 1963 © René Burri / Magnum Photos

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Pechino, Cina, 1954 © René Burri / Magnum Photos

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Autoritratto Coronado, Nuovo Messico 1973/ 1983 © René Burri / Magnum Photos

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Maria Callas, Philadelphia, Usa, 1959 © René Burri / Magnum Photos

Fra i tanti libri che propongono le foto di René Burri (una corposa bibliografia e reperibile sul sito dell'agenzia Magnum)
segnalo di Hans-Michael Koetzle René Burri Photographs, Phaidon, 2004, 448 pagine
edito in lingua francese ed inglese.
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