Ferruccio Ferroni
Inviato: mar ott 14, 2014 10:36 am
Ferruccio Ferroni nasce nel 1920 a Mercatello sul Metauro. Come tutti i suoi coetanei è coinvolto dallo scoppio della seconda guerra mondiale, combattente è fatto prigioniero e rinchiuso in un campo di concentramento dove trascorrerà circa due anni. Liberato nel 1946, viene ricoverato in un sanatorio a Forlì, dal quale uscirà guarito solo nel 1948. Inizia a fotografare nello stesso anno, sotto la guida di Giuseppe Cavalli.
Ma non si può raccontare di Ferruccio Ferroni fotografo, senza accennare brevemente al Gruppo Fotografico Misa, fondato a Senigallia, secondo quanto emerge dall’archivio di Mario Giacomelli, il 4 dicembre 1953. Ne fanno parte, oltre allo stesso Ferroni, nomi di spicco della fotografia quali Giuseppe Cavalli, Mario Giacomelli, Piergiorgio Branzi, Riccardo Gambelli, solo per citarne alcuni.
L’incontro tra Ferroni e Cavalli genera un legame tra allievo e maestro.
Ferroni conosce le terorie di Cavalli, e su queste basi crea una sua cifra stilistica. Tuttavia l’immagine di Ferroni è decisamente più fotografica che pittorica. Non può concepire le sue immagini se non attraverso il mezzo fotografico. La sua produzione è caratterizzata dall’eccellenza tecnica in ogni sua fase, dalla scelta della pellicola e dell’obiettivo fino alla carta sensibile e alla stampa finale. Si può osservare come nelle fotografie di Ferroni sono presenti sia l’high key venato di lirica astrazione, sia riferimenti alle teorie del gruppo F/64, che fa della perfezione tecnica la sua espressione poetica.
Nel 1950 Ferroni partecipa Grand Concours International de Photographie de Camera a Lucerna, dove viene premiato per per il complesso delle opere. Nel 1957, pressato da impegni professionali - la professione di avvocato - interrompe la sua attività fotografica. Riprenderà a fotografare solo nel 1984, con risultati ancora soddisfacenti, sebbene venati dai profondi cambiamenti del mondo che lo circonda e che e che nel frattempo è profondamente cambiato.
I risultati della sua passione per la fotografia lo portano a partecipare a con successo a mostre allestite in Italia ed all’estero, in particolare in Francia e Germania.
Sue foto sono state esposte alla Esposizione Internazionale Fotografica al Palazzo dell’Arte di Milano; alla Mostra della Fotografia Italiana di Firenze; alla Mostra Nazionale di Fotografia di Ravenna; alla Mostra della Fotografia Italiana a Cà Giustinian di Venezia; alla Subjektive Fotografie 2 organizzata dalla Scuola di Stato delle Belle Arti di Saarbriicken; alla Biennale de la Photo et du Cinema di Parigi; alla Exposition Internationale de Photographies del Palazzo delle Belle Arti di Bruxelles.
E ancora dobbiamo ricordare le partecipazioni alle iniziative della Scuola delle Belle Arti di Saar-brucken, a Bruxelles, l’Aia, Colonia e New York (soltanto due italiani: Monti e Ferroni, con dieci opere ciascuno); all’esposizione "30 anni di Fotografia a Venezia" – "La Gondola" 1948 -1978, Palazzo Fortuny, Venezia; alla V Biennale Internazionale di Fotografia "Mediterranea" di Torino nell’anno 1993, con 30 fotografie; alla Mostra Fotografica "Gli anni de "La Bussola" e de "La Gondola" nella Fiera di Padova del 1995. Fotografie di Ferruccio Ferroni sono conservate nella Collezione permanente della "Subjektive Fotografie" diretta da Otto Steinert, presso la Fondazione Fotografica del Museo Folkwang di Essen ("Architettura della materia" e "Ballerini"); nella Raccolta del Museo d’Arte Moderna, dell’Informazione e della Fotografia del Comune di Senigallia (al quale ha donato 70 fotografie); nel Gabinetto delle Stampe della Biblioteca Nazionale di Parigi; nella Raccolta della Fondazione "Italiani per la fotografia" di Torino, nella Raccolta F.I.A.F. (1996) e nella Raccolta del Museo di Storia della fotografia "F.lli Alinari" di Firenze (1997).
Ferruccio Ferroni muore a Senigallia il 5 settembre 2007.
Questa breve illustrazione si conclude riportando alcune frasi di Marcello Sparaventi, relative ad una serata omaggio al circolo fotografico la Gondola di Venezia, organizzata nel 2008:
"Di solito la fotografia di Ferruccio Ferroni viene accostata inevitabilmente a quella di Cavalli; se è indubbio che la sua formazione debba ascriversi al pensiero e alle sollecitazioni del Maestro di Senigallia è anche vero che una lettura più approfondita della sua opera fa affiorare, specie nel periodo che va dal 1952 al 1958, l’agire di Monti con il quale Ferroni fu legato da sincera amicizia oltre che da una convinta partecipazione di pensiero.
Ferroni, la cui opera solo oggi è oggetto di studio e di rivalutazione, è stato certamente il fotografo che meglio ha interpretato le ansie di rinnovamento dei due grandi circoli – la Bussola e La Gondola – nel problematico secondo dopoguerra.
Dall’iniziale filiale adesione al pensiero di Cavalli, legato come si sa alla tradizione visuale italiana risalente al pensiero crociano e alla pittura del primo rinascimento, Ferroni guardò con crescente interesse alle proposte di Monti tese a confrontare la fotografia con l’emergere della nuova temperie figurativa italiana ed internazionale che finalmente, conclusi il conflitto mondiale e la lunga parentesi fascista, poteva affermarsi nel nostro Paese."
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L'amico Giampiero - in arte Saio - mi ha segnalato questo ulteriore aspetto della fotografia di Ferroni.
Lo ringrazio e volentieri aggiorno questo post:
"Ciao Emilio, ho letto con molto interesse l'articolo su Ferroni e volevo proporti un'integrazione, ovvero è stato fatto uno studio molto approfondito sull'opera di Ferroni nel lungo periodo di pausa, da Marcello Sparaventi di http://www.centralefotografia.com" onclick="window.open(this.href);return false; e altri collaboratori che hanno portato alla pubblicazione, nei mesi scorsi, del volume Ferroni a colori, stampato grazie alla collaborazione del fotoclub di Potenza Picena (MC). Secondo me sono foto molto interessanti, perchè ci fanno capire che l'autore ha continuato la sua opera di ricerca tramite l'uso di diapositive a colori 6x6, anche in occasione dei frequenti viaggi con la famiglia, ed ha anticipato alcuni temi "ghirriani" legati al paesaggio".