Carta Epson Hot Press Bright.
Inviato: dom ago 11, 2019 12:41 am
Ho provato da poco questa carta, per me nuova.
Premetto che mesi fa ho avuto la fortuna di mettere le mani su un piccolo campionario di carte Epson, molto interessante. Dopo averlo studiato a lungo, manipolato ai limiti dell’usura come un depliant per il paese di Bengodi, ho ordinato appositamente una scatola di questa carta. Ne volevo una di tipo “Rag”, cioè per la stampa “matt”, non lucida, ma non troppo rugosa, anzi piuttosto liscia, di grammatura pesante (questa è di 330 g/m2) e che ovviamente reggesse bene le stampe ad alta densità di punti.
Mi piace molto: di solito la grammatura della carta va di pari passo con lo spessore, ma in questo caso non è eccessivo, è manipolabile e comodamente caricabile dalla stampante attraverso la feritoia per le carte meno flessibili (alimentatore posteriore per la mia Epson 3880). Infatti questa carta è pittosto rigida, sembra un cartoncino sottile, anche nei formati grandi.
Nel foglio allegato alle confezioni c’è scritto che non è indicata per la laminazione, cioè non può essere montata tramite adesivi su pannelli o altro. Evidentemente la microstruttura del supporto è piuttosto refrattaria all’incollaggio.
Come tutte le carte “Rag” assorbe molto inchiostro e la stampante, informata dal profilo, non glielo fa mancare... Questo però fa perdere la rigidezza originale alla carta, che rimane delicata, “molle” finchè non è completamente asciutta. Poi torna bella rigida come prima.
I risultati sono eccellenti. Nel bianco e nero tiene benissimo i neri profondi, anche i grigi molto chiari, “quasi bianchi”, hanno corpo e dettaglio, con un’ottima estensione tonale. Al mio occhio (che però non è uno spettrofotometro) ha una tonalità appena appena fredda, per cui prima di lanciare la stampa dò quella leggerissima “scaldatina”, affinata negli anni ed ormai standardizzata con l’uso di carte diverse.
Non l’ho provata col colore, ma il vero banco di prova è proprio il BN, per cui non ho motivo di dubitare che sia molto buono, anche se in questi casi uso preferibilmente carte più economiche…
Eccoci infatti al punto dolente: il prezzo. Prima di tutto questa carta è disponibile solo nei formati A3+ e A2, oppure in rullo. Un pacco da 25 fogli formato A2 costa, iva compresa, 202,83 euro.
Mi sono deciso a fare la spesa ed ho acquistato il pacco A2 per tagliarlo nei formati UNI inferiori (A3 e A4). Se uno tagliasse tutto il pacco in formati A4 ne otterrebbe ovviamente 100: un bel numero di fotografie…
Comunque ho tenuto una decina di fogli A2 e il resto l’ho suddiviso parte in A3 e parte in A4, tagliandoli con la taglierina che uso per i passepartout, che consente di eseguire un taglio perfettamente diritto e di misura precisa.
Già al momento del taglio mi sono accorto che è molto difficile distinguere il lato stampa da quello del supporto. Neanche il solito trucchetto di inumidirsi le dita e stringere un angolino di un foglio funziona: non appiccica. Per fortuna la busta interna alla scatola riporta l’indicazione del lato stampa, ma attenzione a ricordarselo dopo che si è estratto il foglio!
Ammetto che ho avuto difficoltà e ho dovuto sacrificare due fogli A4 per determinare il “lato buono” su cui stampare. E’ difficile: anche la faccia del supporto è stampabile, sebbene con una qualità di poco inferiore. Ho dovuto esaminare i bordi dell’area stampata per individuare delle piccole sbavature, non presenti sulla faccia per la stampa. Mi sono aiutato anche con una lente di ingrandimento.
E’ necessario stampare utilizzando il profilo della casa, scaricabile con facilità ma difficilmente individuabile in rete, tantopiù che ce ne sono due varianti: una per la risoluzione 1440 dpi, l’altra per 1880, secondo me assolutamente eccessiva e non distinguibile ad occhio.
Ho stampato su questa carta le foto per l’imminente mostra “Bassano Fotografia 2019” e sono molto soddisfatto dei risultati.
La Epson produce 4 tipi di carte della serie “press”:
- Cold Press Natural
- Cold Press Bright
- Hot Press Natural
- Hot press Bright.
Per tutti e 4 i tipi il peso è di 330 g/m2.
La differenza fra Cold e Hot ovviamente è che nelle prime le fibre della carta (polpa di cotone) vengono pressate a freddo, mentre nelle seconde la pressatura avviene a caldo. La differenza è che le carte “cold” sono più rugose, più strutturate, hanno una superficie con delle micro ondulazioni che assomiglia alle carte “da acquerello”. Le carte “hot” sono più liscie, più vellutate.
“Natural” significa invece che il tono è più caldo e che la carta non ha subito trattamenti, mentre nel tipo “bright” fra le fibre del cotone è stato applicato, invece della barite, del carbonato di calcio, per dare una base bianca brillante (ricordo che il “bianco” della foto è il supporto cartaceo, non c’è l’inchiostro bianco…), per ottenere una notevole rigidezza del foglio e per evitare di rendere la superficie troppo lucida.
Premetto che mesi fa ho avuto la fortuna di mettere le mani su un piccolo campionario di carte Epson, molto interessante. Dopo averlo studiato a lungo, manipolato ai limiti dell’usura come un depliant per il paese di Bengodi, ho ordinato appositamente una scatola di questa carta. Ne volevo una di tipo “Rag”, cioè per la stampa “matt”, non lucida, ma non troppo rugosa, anzi piuttosto liscia, di grammatura pesante (questa è di 330 g/m2) e che ovviamente reggesse bene le stampe ad alta densità di punti.
Mi piace molto: di solito la grammatura della carta va di pari passo con lo spessore, ma in questo caso non è eccessivo, è manipolabile e comodamente caricabile dalla stampante attraverso la feritoia per le carte meno flessibili (alimentatore posteriore per la mia Epson 3880). Infatti questa carta è pittosto rigida, sembra un cartoncino sottile, anche nei formati grandi.
Nel foglio allegato alle confezioni c’è scritto che non è indicata per la laminazione, cioè non può essere montata tramite adesivi su pannelli o altro. Evidentemente la microstruttura del supporto è piuttosto refrattaria all’incollaggio.
Come tutte le carte “Rag” assorbe molto inchiostro e la stampante, informata dal profilo, non glielo fa mancare... Questo però fa perdere la rigidezza originale alla carta, che rimane delicata, “molle” finchè non è completamente asciutta. Poi torna bella rigida come prima.
I risultati sono eccellenti. Nel bianco e nero tiene benissimo i neri profondi, anche i grigi molto chiari, “quasi bianchi”, hanno corpo e dettaglio, con un’ottima estensione tonale. Al mio occhio (che però non è uno spettrofotometro) ha una tonalità appena appena fredda, per cui prima di lanciare la stampa dò quella leggerissima “scaldatina”, affinata negli anni ed ormai standardizzata con l’uso di carte diverse.
Non l’ho provata col colore, ma il vero banco di prova è proprio il BN, per cui non ho motivo di dubitare che sia molto buono, anche se in questi casi uso preferibilmente carte più economiche…
Eccoci infatti al punto dolente: il prezzo. Prima di tutto questa carta è disponibile solo nei formati A3+ e A2, oppure in rullo. Un pacco da 25 fogli formato A2 costa, iva compresa, 202,83 euro.
Mi sono deciso a fare la spesa ed ho acquistato il pacco A2 per tagliarlo nei formati UNI inferiori (A3 e A4). Se uno tagliasse tutto il pacco in formati A4 ne otterrebbe ovviamente 100: un bel numero di fotografie…
Comunque ho tenuto una decina di fogli A2 e il resto l’ho suddiviso parte in A3 e parte in A4, tagliandoli con la taglierina che uso per i passepartout, che consente di eseguire un taglio perfettamente diritto e di misura precisa.
Già al momento del taglio mi sono accorto che è molto difficile distinguere il lato stampa da quello del supporto. Neanche il solito trucchetto di inumidirsi le dita e stringere un angolino di un foglio funziona: non appiccica. Per fortuna la busta interna alla scatola riporta l’indicazione del lato stampa, ma attenzione a ricordarselo dopo che si è estratto il foglio!
Ammetto che ho avuto difficoltà e ho dovuto sacrificare due fogli A4 per determinare il “lato buono” su cui stampare. E’ difficile: anche la faccia del supporto è stampabile, sebbene con una qualità di poco inferiore. Ho dovuto esaminare i bordi dell’area stampata per individuare delle piccole sbavature, non presenti sulla faccia per la stampa. Mi sono aiutato anche con una lente di ingrandimento.
E’ necessario stampare utilizzando il profilo della casa, scaricabile con facilità ma difficilmente individuabile in rete, tantopiù che ce ne sono due varianti: una per la risoluzione 1440 dpi, l’altra per 1880, secondo me assolutamente eccessiva e non distinguibile ad occhio.
Ho stampato su questa carta le foto per l’imminente mostra “Bassano Fotografia 2019” e sono molto soddisfatto dei risultati.
La Epson produce 4 tipi di carte della serie “press”:
- Cold Press Natural
- Cold Press Bright
- Hot Press Natural
- Hot press Bright.
Per tutti e 4 i tipi il peso è di 330 g/m2.
La differenza fra Cold e Hot ovviamente è che nelle prime le fibre della carta (polpa di cotone) vengono pressate a freddo, mentre nelle seconde la pressatura avviene a caldo. La differenza è che le carte “cold” sono più rugose, più strutturate, hanno una superficie con delle micro ondulazioni che assomiglia alle carte “da acquerello”. Le carte “hot” sono più liscie, più vellutate.
“Natural” significa invece che il tono è più caldo e che la carta non ha subito trattamenti, mentre nel tipo “bright” fra le fibre del cotone è stato applicato, invece della barite, del carbonato di calcio, per dare una base bianca brillante (ricordo che il “bianco” della foto è il supporto cartaceo, non c’è l’inchiostro bianco…), per ottenere una notevole rigidezza del foglio e per evitare di rendere la superficie troppo lucida.