Carta Epson Hot Press Bright.
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Carta Epson Hot Press Bright.
Ho provato da poco questa carta, per me nuova.
Premetto che mesi fa ho avuto la fortuna di mettere le mani su un piccolo campionario di carte Epson, molto interessante. Dopo averlo studiato a lungo, manipolato ai limiti dell’usura come un depliant per il paese di Bengodi, ho ordinato appositamente una scatola di questa carta. Ne volevo una di tipo “Rag”, cioè per la stampa “matt”, non lucida, ma non troppo rugosa, anzi piuttosto liscia, di grammatura pesante (questa è di 330 g/m2) e che ovviamente reggesse bene le stampe ad alta densità di punti.
Mi piace molto: di solito la grammatura della carta va di pari passo con lo spessore, ma in questo caso non è eccessivo, è manipolabile e comodamente caricabile dalla stampante attraverso la feritoia per le carte meno flessibili (alimentatore posteriore per la mia Epson 3880). Infatti questa carta è pittosto rigida, sembra un cartoncino sottile, anche nei formati grandi.
Nel foglio allegato alle confezioni c’è scritto che non è indicata per la laminazione, cioè non può essere montata tramite adesivi su pannelli o altro. Evidentemente la microstruttura del supporto è piuttosto refrattaria all’incollaggio.
Come tutte le carte “Rag” assorbe molto inchiostro e la stampante, informata dal profilo, non glielo fa mancare... Questo però fa perdere la rigidezza originale alla carta, che rimane delicata, “molle” finchè non è completamente asciutta. Poi torna bella rigida come prima.
I risultati sono eccellenti. Nel bianco e nero tiene benissimo i neri profondi, anche i grigi molto chiari, “quasi bianchi”, hanno corpo e dettaglio, con un’ottima estensione tonale. Al mio occhio (che però non è uno spettrofotometro) ha una tonalità appena appena fredda, per cui prima di lanciare la stampa dò quella leggerissima “scaldatina”, affinata negli anni ed ormai standardizzata con l’uso di carte diverse.
Non l’ho provata col colore, ma il vero banco di prova è proprio il BN, per cui non ho motivo di dubitare che sia molto buono, anche se in questi casi uso preferibilmente carte più economiche…
Eccoci infatti al punto dolente: il prezzo. Prima di tutto questa carta è disponibile solo nei formati A3+ e A2, oppure in rullo. Un pacco da 25 fogli formato A2 costa, iva compresa, 202,83 euro.
Mi sono deciso a fare la spesa ed ho acquistato il pacco A2 per tagliarlo nei formati UNI inferiori (A3 e A4). Se uno tagliasse tutto il pacco in formati A4 ne otterrebbe ovviamente 100: un bel numero di fotografie…
Comunque ho tenuto una decina di fogli A2 e il resto l’ho suddiviso parte in A3 e parte in A4, tagliandoli con la taglierina che uso per i passepartout, che consente di eseguire un taglio perfettamente diritto e di misura precisa.
Già al momento del taglio mi sono accorto che è molto difficile distinguere il lato stampa da quello del supporto. Neanche il solito trucchetto di inumidirsi le dita e stringere un angolino di un foglio funziona: non appiccica. Per fortuna la busta interna alla scatola riporta l’indicazione del lato stampa, ma attenzione a ricordarselo dopo che si è estratto il foglio!
Ammetto che ho avuto difficoltà e ho dovuto sacrificare due fogli A4 per determinare il “lato buono” su cui stampare. E’ difficile: anche la faccia del supporto è stampabile, sebbene con una qualità di poco inferiore. Ho dovuto esaminare i bordi dell’area stampata per individuare delle piccole sbavature, non presenti sulla faccia per la stampa. Mi sono aiutato anche con una lente di ingrandimento.
E’ necessario stampare utilizzando il profilo della casa, scaricabile con facilità ma difficilmente individuabile in rete, tantopiù che ce ne sono due varianti: una per la risoluzione 1440 dpi, l’altra per 1880, secondo me assolutamente eccessiva e non distinguibile ad occhio.
Ho stampato su questa carta le foto per l’imminente mostra “Bassano Fotografia 2019” e sono molto soddisfatto dei risultati.
La Epson produce 4 tipi di carte della serie “press”:
- Cold Press Natural
- Cold Press Bright
- Hot Press Natural
- Hot press Bright.
Per tutti e 4 i tipi il peso è di 330 g/m2.
La differenza fra Cold e Hot ovviamente è che nelle prime le fibre della carta (polpa di cotone) vengono pressate a freddo, mentre nelle seconde la pressatura avviene a caldo. La differenza è che le carte “cold” sono più rugose, più strutturate, hanno una superficie con delle micro ondulazioni che assomiglia alle carte “da acquerello”. Le carte “hot” sono più liscie, più vellutate.
“Natural” significa invece che il tono è più caldo e che la carta non ha subito trattamenti, mentre nel tipo “bright” fra le fibre del cotone è stato applicato, invece della barite, del carbonato di calcio, per dare una base bianca brillante (ricordo che il “bianco” della foto è il supporto cartaceo, non c’è l’inchiostro bianco…), per ottenere una notevole rigidezza del foglio e per evitare di rendere la superficie troppo lucida.
Premetto che mesi fa ho avuto la fortuna di mettere le mani su un piccolo campionario di carte Epson, molto interessante. Dopo averlo studiato a lungo, manipolato ai limiti dell’usura come un depliant per il paese di Bengodi, ho ordinato appositamente una scatola di questa carta. Ne volevo una di tipo “Rag”, cioè per la stampa “matt”, non lucida, ma non troppo rugosa, anzi piuttosto liscia, di grammatura pesante (questa è di 330 g/m2) e che ovviamente reggesse bene le stampe ad alta densità di punti.
Mi piace molto: di solito la grammatura della carta va di pari passo con lo spessore, ma in questo caso non è eccessivo, è manipolabile e comodamente caricabile dalla stampante attraverso la feritoia per le carte meno flessibili (alimentatore posteriore per la mia Epson 3880). Infatti questa carta è pittosto rigida, sembra un cartoncino sottile, anche nei formati grandi.
Nel foglio allegato alle confezioni c’è scritto che non è indicata per la laminazione, cioè non può essere montata tramite adesivi su pannelli o altro. Evidentemente la microstruttura del supporto è piuttosto refrattaria all’incollaggio.
Come tutte le carte “Rag” assorbe molto inchiostro e la stampante, informata dal profilo, non glielo fa mancare... Questo però fa perdere la rigidezza originale alla carta, che rimane delicata, “molle” finchè non è completamente asciutta. Poi torna bella rigida come prima.
I risultati sono eccellenti. Nel bianco e nero tiene benissimo i neri profondi, anche i grigi molto chiari, “quasi bianchi”, hanno corpo e dettaglio, con un’ottima estensione tonale. Al mio occhio (che però non è uno spettrofotometro) ha una tonalità appena appena fredda, per cui prima di lanciare la stampa dò quella leggerissima “scaldatina”, affinata negli anni ed ormai standardizzata con l’uso di carte diverse.
Non l’ho provata col colore, ma il vero banco di prova è proprio il BN, per cui non ho motivo di dubitare che sia molto buono, anche se in questi casi uso preferibilmente carte più economiche…
Eccoci infatti al punto dolente: il prezzo. Prima di tutto questa carta è disponibile solo nei formati A3+ e A2, oppure in rullo. Un pacco da 25 fogli formato A2 costa, iva compresa, 202,83 euro.
Mi sono deciso a fare la spesa ed ho acquistato il pacco A2 per tagliarlo nei formati UNI inferiori (A3 e A4). Se uno tagliasse tutto il pacco in formati A4 ne otterrebbe ovviamente 100: un bel numero di fotografie…
Comunque ho tenuto una decina di fogli A2 e il resto l’ho suddiviso parte in A3 e parte in A4, tagliandoli con la taglierina che uso per i passepartout, che consente di eseguire un taglio perfettamente diritto e di misura precisa.
Già al momento del taglio mi sono accorto che è molto difficile distinguere il lato stampa da quello del supporto. Neanche il solito trucchetto di inumidirsi le dita e stringere un angolino di un foglio funziona: non appiccica. Per fortuna la busta interna alla scatola riporta l’indicazione del lato stampa, ma attenzione a ricordarselo dopo che si è estratto il foglio!
Ammetto che ho avuto difficoltà e ho dovuto sacrificare due fogli A4 per determinare il “lato buono” su cui stampare. E’ difficile: anche la faccia del supporto è stampabile, sebbene con una qualità di poco inferiore. Ho dovuto esaminare i bordi dell’area stampata per individuare delle piccole sbavature, non presenti sulla faccia per la stampa. Mi sono aiutato anche con una lente di ingrandimento.
E’ necessario stampare utilizzando il profilo della casa, scaricabile con facilità ma difficilmente individuabile in rete, tantopiù che ce ne sono due varianti: una per la risoluzione 1440 dpi, l’altra per 1880, secondo me assolutamente eccessiva e non distinguibile ad occhio.
Ho stampato su questa carta le foto per l’imminente mostra “Bassano Fotografia 2019” e sono molto soddisfatto dei risultati.
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Spesso quello che cerchi è dentro di te... oppure nel frigo!
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- Danilo Belloni
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Re: Carta Epson Hot Press Bright.
Ciao Michele, grazie per la disamina che mi ha arricchito tecnicamente. Mi attrae molto il peso di questa carta e dovrei scaricare il profilo per il mio plotter (Canon) sperando che lo digerisca. Vorrei, se mi permetti, dare i miei due cents. Quando scrivi "...Per tutti e 4 i tipi il peso è di 330 g/m2..." concordo con te sulla Barite o volgarmente nel mio campo chiamata anche baritina, perchè tale minerale ha un alto peso specifico e quindi da al contempo stabilità dimensionale (rigidità del foglio) ed appunto un maggior peso al m2. Non riesco invece a capire come un carbonato di calcio che ha come densità circa la metà della Barite possa portare lo stesso effetto di peso e rigidità foglio. Un altra considerazione, hai notato se la " bagnabilità" delle due carte sia la medesima oppure c'è una prevalenza di una sull'altra? Ovvero Barite e CaCo3 hanno bagnabilità, o assorbimenti, abbastanza diversi e devono dare risultati diversi, una è un cristallo mentre l'altro è un sale. Giusto quando indichi che la carta "Bright" è più bianca brillante ma è probabile che siano stati aggiunti anche dei candeggianti ottici preposti a questa funzione. Comunque, sia la baritina,il carbonato di calcio, i talchi ed i candeggianti ottici sono elementi che lavorati e "assemblati" in modi differenti costituiscono le formule dei biossidi di titanio suddivisi in Litopone, Rutilo ed Anatasio/Anatase. Da qui anche le differenze di toni caldi o freddi delle carte stesse. Un abbraccio.
Ciao
Danilo*
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Re: Carta Epson Hot Press Bright.
Pensa che una volta hanno scoperto che la mettevano nel formaggio...Danilo Belloni ha scritto: ↑dom ago 11, 2019 10:25 am...Barite o volgarmente nel mio campo chiamata anche baritina, perchè tale minerale ha un alto peso specifico e quindi da al contempo stabilità dimensionale (rigidità del foglio) ed appunto un maggior peso al m2.
Questo onestamente non lo so.. potrebbe esserci dell'altro per "inamidare" la carta, anche se l'azienda garantisce di no.Danilo Belloni ha scritto: ↑dom ago 11, 2019 10:25 amNon riesco invece a capire come un carbonato di calcio che ha come densità circa la metà della Barite possa portare lo stesso effetto di peso e rigidità foglio.
Le differenze sono evidentissime: la carta baritata ha un asciugamento rapidissimo, all'apparenza immediato (ma in realtà la superficie deve stare all'aria almeno qualche ora), invece la Hot Press Bright va maneggiata con un minimo di attenzione. Non posso dire che sia "carta bagnata", ma va lasciata in pace ad asciugare più a lungo (di solito lascio passare una notte, come facevo ai tempi dell'argento). A chi piace, in compenso, il delizioso ed evocativo odore dei pigmenti è "sniffabile" più a lungoDanilo Belloni ha scritto: ↑dom ago 11, 2019 10:25 amUn altra considerazione, hai notato se la " bagnabilità" delle due carte sia la medesima oppure c'è una prevalenza di una sull'altra? Ovvero Barite e CaCo3 hanno bagnabilità, o assorbimenti, abbastanza diversi e devono dare risultati diversi,
Giuro che il Litopone (ha un nome un po' inquietante) non l'avevo mai sentito...Danilo Belloni ha scritto: ↑dom ago 11, 2019 10:25 am...biossidi di titanio suddivisi in Litopone, Rutilo ed Anatasio/Anatase.
Ma grazie per il tuo contributo. Ho visto su wikipedia che è un pigmento bianco.
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Re: Carta Epson Hot Press Bright.
Aggiornamento dopo due anni: Epson ha cessato la produzione di questa carta. In sostituzione ha lanciato la "Fine Art Cotton Smooth Bright" da 300 g/m2 che però è ancora difficile da trovare in fogli A3+. Staremo a vedere...
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