Oh Gesù d'amore acceso...un macigno nello stagno tranquillo?
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- Roberto Piero Ottavi
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Oh Gesù d'amore acceso...un macigno nello stagno tranquillo?
Prima di scrivere queste parole ho riflettuto a lungo, frenato non dal dubbio di aver sbagliato le mie misure ma dall'opportunità o meno di rendere pubblica la mia esperienza.
Lo spunto mi è stato dato dal problema incontrato da Sante nel riallineare entrambe le M8 di Laerte Lambruschi e in particolare dallo strano comportamento di una sola ottica (il Tele Elmar 135/4) e soltanto quando montata su una delle due macchine.
Ho quindi preso un comparatore digitale (precisione 1/100 di mm) e ho misurato ripetutamente la distanza che intercorre tra il piano esterno della flangia portaottica e il piano pellicola di alcune delle mie macchine scegliendo a caso tra differenti modelli ed anni di costruzione.
Ecco le misure lette sul comparatore:
M3 n. 1.062.691 = 28,00
M3 n. 1.140.490 = 28,00
M4 n. 1.225.522 = 28,05
M6 n. 1.690.941 = 28,18
M6 n. 2.432.010 = 28,09
M6 n. 2.498.883 = 28,21
M7 n. 2.886.347 = 28,15
Poi, ponendo il comparatore sempre sul piano esterno della baionetta ma questa volta appoggiando il tastatore non sul piano pellicola ma sulla superficie esterna del sensore, ho effettuato le misure su entrambe le mie M8.
Ecco le misure lette sul comparatore:
M8 n. 3.100.666 = 27,19
M8 n. 3.333.333 = 27,93
E ovvio che, avendo misurato la distanza che intercorre tra il piano esterno della flangia portaottica e la prima superficie incontrata dal tastatore le misure non possono essere uguali in quanto davanti al sensore è posizionato un vetrino dello spessore di 0,5 mm.
Prendendo come riferimento le letture effettuate sulle due M3, uniche macchine sulle quali ho letto in entrambi i casi il valore di 28,00 mm, se a questo valore sottraiamo i 50/100 del vetrino avrei dovuto leggere 27,50 mm.
Ho invece letto in un caso 27,19 e nel secondo 27,93 e aggiungendo il mezzo millimetro del vetrino ottengo 27,69 mm nel primo caso e 28,43 mm.
Questo significa che il sensore delle M8 non è posizionato in tutti gli esemplari sempre alla medesima distanza dalla flangia e, assumendo come corretta la misura di 28,00 mm rilevata su entrambe le M3 e su tutte le altre Leica M provate seppur con lievissime differenze che comunque non superano mai i 21/100 di mm, i sensori delle mie due M8 risultano posizionati il primo 3/10 di mm più avanti e il secondo 4/10 abbondanti più indietro...
Ne deriva che potrebbe accadere proprio quello che spesso lamentiamo e che ci lascia apparentemente allibiti: un obiettivo può andare perfettamente a fuoco su una M8 e non andarci per niente su un'altra oppure... in nessuno dei due casi.
Ovvio che, alla luce di queste inspiegabili tolleranze, le variabili diventano veramente troppe e non è detto che la colpa sia sempre dell'ottica.
Non ho parole...
Lo spunto mi è stato dato dal problema incontrato da Sante nel riallineare entrambe le M8 di Laerte Lambruschi e in particolare dallo strano comportamento di una sola ottica (il Tele Elmar 135/4) e soltanto quando montata su una delle due macchine.
Ho quindi preso un comparatore digitale (precisione 1/100 di mm) e ho misurato ripetutamente la distanza che intercorre tra il piano esterno della flangia portaottica e il piano pellicola di alcune delle mie macchine scegliendo a caso tra differenti modelli ed anni di costruzione.
Ecco le misure lette sul comparatore:
M3 n. 1.062.691 = 28,00
M3 n. 1.140.490 = 28,00
M4 n. 1.225.522 = 28,05
M6 n. 1.690.941 = 28,18
M6 n. 2.432.010 = 28,09
M6 n. 2.498.883 = 28,21
M7 n. 2.886.347 = 28,15
Poi, ponendo il comparatore sempre sul piano esterno della baionetta ma questa volta appoggiando il tastatore non sul piano pellicola ma sulla superficie esterna del sensore, ho effettuato le misure su entrambe le mie M8.
Ecco le misure lette sul comparatore:
M8 n. 3.100.666 = 27,19
M8 n. 3.333.333 = 27,93
E ovvio che, avendo misurato la distanza che intercorre tra il piano esterno della flangia portaottica e la prima superficie incontrata dal tastatore le misure non possono essere uguali in quanto davanti al sensore è posizionato un vetrino dello spessore di 0,5 mm.
Prendendo come riferimento le letture effettuate sulle due M3, uniche macchine sulle quali ho letto in entrambi i casi il valore di 28,00 mm, se a questo valore sottraiamo i 50/100 del vetrino avrei dovuto leggere 27,50 mm.
Ho invece letto in un caso 27,19 e nel secondo 27,93 e aggiungendo il mezzo millimetro del vetrino ottengo 27,69 mm nel primo caso e 28,43 mm.
Questo significa che il sensore delle M8 non è posizionato in tutti gli esemplari sempre alla medesima distanza dalla flangia e, assumendo come corretta la misura di 28,00 mm rilevata su entrambe le M3 e su tutte le altre Leica M provate seppur con lievissime differenze che comunque non superano mai i 21/100 di mm, i sensori delle mie due M8 risultano posizionati il primo 3/10 di mm più avanti e il secondo 4/10 abbondanti più indietro...
Ne deriva che potrebbe accadere proprio quello che spesso lamentiamo e che ci lascia apparentemente allibiti: un obiettivo può andare perfettamente a fuoco su una M8 e non andarci per niente su un'altra oppure... in nessuno dei due casi.
Ovvio che, alla luce di queste inspiegabili tolleranze, le variabili diventano veramente troppe e non è detto che la colpa sia sempre dell'ottica.
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Tutto, in questo mondo terrestre/terreno ha un inizio, una vita e una fine ed io sono sempre stato contrario a qualunque forma di accanimento terapeutico.
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- fabrizio canella
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Un dubbio che ho sentito ventilare anch'io da altre persone. Stando così le cose non sarebbe impossibile...SWITAR ha scritto:La scoperta, anche se negativa, mi sembra molto interessante.
Visto che le M a pellicola sono tutto sommato uniformi, se ne può dedurre che tarando un'ottica su una M 8 potremmo compromettere la resa su pellicola, magari rendendo impreciso un obiettivo che prima non lo era?
Ciao,
fabrizio / citizenkane
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- Roberto Piero Ottavi
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No, basta utilizzare un corpo M8 "di riferimento" e cioè uno in cui la distanza sia il più prossima possibile ai fatidici 27,5 mm teorici.
Ma potrebbe anche essere che a non essere montato correttamente non sia il sensore ma la flangia.
Chi si ricorda degli spessori in carta infinitamente sottile con cui i tecnici di Wetzlar calibravano proprio la distanza della flangia dal piano focale?
E ora la saga della M8 si allarga... come la canzone di Sergio Endrigo
Per fare un albero ci vuole un fiore...
Per comperare un obiettivo bisogna portarsi dietro una M8
Per comperare una M8 bisogna portarsi in tasca un comparatore centesimale
E per comperare il comparatore?
Della serie "Ritorno al futuro"
Ciao
Ma potrebbe anche essere che a non essere montato correttamente non sia il sensore ma la flangia.
Chi si ricorda degli spessori in carta infinitamente sottile con cui i tecnici di Wetzlar calibravano proprio la distanza della flangia dal piano focale?
E ora la saga della M8 si allarga... come la canzone di Sergio Endrigo
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Anche io non ho parole, anzi !
Poi, siccome non è da tutti possedere 2 M8 ma sarà sicuramente più ricorrente trovare chi oltre alla M8 possiede anche una M a pellicola, con le tue prove ci stai dicendo che molto raramente potremo usare al meglio le nostre benamate lenti su entrambi i sistemi.... (sic!)
Ma a Solms che c... fanno!
Mario
Poi, siccome non è da tutti possedere 2 M8 ma sarà sicuramente più ricorrente trovare chi oltre alla M8 possiede anche una M a pellicola, con le tue prove ci stai dicendo che molto raramente potremo usare al meglio le nostre benamate lenti su entrambi i sistemi.... (sic!)
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Mario
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Sì Andrea, mi ricordo benissimo degli spessori sotto la flangia, ma su una macchina che viaggia intorno ai 5000 Euro, mi aspetterei un minimo di controllo e taratura in casa-madre.
A regolare la distanza con gli spessorini di carta pensavo fossero rimasti solo i russi con le Zorki....! (ne ho una, 4K perfetta !)
Mario
A regolare la distanza con gli spessorini di carta pensavo fossero rimasti solo i russi con le Zorki....! (ne ho una, 4K perfetta !)
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"Caro Roberto, li consiglia anche il tuo amatissimo prof.Ferzetti! "
Grrr... "amatissimo" !?
Cur turbulentam fecisti mihi aquam bibendi?
Che fai Andrea, lupus laniger che non sei altro, vuoi forse peggiorare la mia già abbacchiatissima serata?
...
Grrr... "amatissimo" !?
Cur turbulentam fecisti mihi aquam bibendi?
Che fai Andrea, lupus laniger che non sei altro, vuoi forse peggiorare la mia già abbacchiatissima serata?
...
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Roberto - Site Admin
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E i russi copiavano pure quelli!andreadesanctis ha scritto:Chi si ricorda degli spessori in carta infinitamente sottile con cui i tecnici di Wetzlar calibravano proprio la distanza della flangia dal piano focale?
Caro Roberto,
Li consiglia anche il tuo amatissimo prof.Ferzetti!
Ciao
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Ciao nè!
"Nessuna immagine può essere "la realtà", perché la realtà ti capita una volta sola davanti agli occhi."
Ciao nè!
"Nessuna immagine può essere "la realtà", perché la realtà ti capita una volta sola davanti agli occhi."
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- Iscritto il: ven apr 27, 2007 8:40 pm
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Molto interessante, Roberto.
Hai verificato se la stessa ottica si comporta in modo differente con le tue due m8?
L'unica spiegazione che mi viene in mente, nel tentativo di lanciare un salvagente a Leica, è che il piano di riferimento sia la parte posteriore del sensore, e che ci siano tolleranze nel posizionamento o spessore del filtro IR.
Ciao.
Sergio
Hai verificato se la stessa ottica si comporta in modo differente con le tue due m8?
L'unica spiegazione che mi viene in mente, nel tentativo di lanciare un salvagente a Leica, è che il piano di riferimento sia la parte posteriore del sensore, e che ci siano tolleranze nel posizionamento o spessore del filtro IR.
Ciao.
Sergio