Telemetro: dov'è la precisione del secolo scorso?
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- Alberto Bari
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Telemetro: dov'è la precisione del secolo scorso?
Telemetro: dov'è la precisione del secolo scorso ... e sono passati solo 10 anni !
Sicuramente il problema che sto per esporre non sarà stato rilevato da tutti gli utenti Leica, ma mi sembra sufficientemente significativa l’analisi statistica che ho effettuato basandomi esclusivamente sulle mie fotocamere, senza tenere in debita considerazione analoghe esperienze descrittemi con dovizia di particolari da altri utenti.
Nel corso di 28 anni, dall’oramai lontano 1982, ho scattato migliaia di fotografie utilizzando fotocamere a telemetro Leica.
La prima è stata una M4P, seguita dalle M6, M6TTL, M5, M4, M3, per finire con l’ultimo acquisto stile “revival” di una M4P il cui ultimo rullino risale a circa due mesi or sono.
In tutti questi anni la percentuale di fotografie con la messa a fuoco errata non ha superato l’uno/due per cento degli scatti, anche coni Summilux.
Recentemente, ad avvalorare la tesi che alla mia vista non possono essere imputati gli errori di messa a fuoco, ho effettuato molti scatti con la Olympus EP2 ed il mirino digitale, usando spesso e volentieri il 50 Nokton f 1.1 a tutta apertura (si trasforma in un 100 mm), con la medesima percentuale di scarti a causa di front o back focus.
Dal 2005 allo scorso mese di Aprile si sono susseguite nel mio corredo due Epson RD1, due Leica M8, una Leica M8.2 e una Leica M9, sei fotocamere in cinque anni con le quali ho scattato migliaia di immagini.
Da un’analisi effettuata sui fotogrammi RAW che conservo ho notato che la percentuale di errore nella messa a fuoco con queste fotocamere è salita addirittura al 25 % : una foto su quattro da buttare!
Se si fosse trattato di un solo esemplare, potremmo dedurre che il problema era circoscritto ad una fotocamera sfuggita al controllo qualità, ma su sei fotocamere questa ipotesi non è accettabile.
Le due Epson RD1 erano dotate di un telemetro con la base più corta rispetto alle Leica M, quindi con un grado di precisione inferiore, ma in entrambe ho constato che di frequente era necessario procedere alla taratura del telemetro, forse a causa delle vibrazioni o del continuo movimento del medesimo durante le operazioni di focheggiatura.
Con le Leica M digitali ho riscontrato non solo il medesimo problema relativo alla frequente staratura, fatto che mi costringeva a girare con la brugoletta “salva-focus” nella borsa, ma soprattutto l’impossibilità di un controllo efficace dopo lo scatto.
Per verificare l’allineamento del telemetro è necessario, con l’ottica montata, osservare un riferimento lontano all’infinito, ad esempio un’antenna, se ne vedi due è necessario intervenire con la brugoletta inserendola nel centro della rotella che viene a contatto con la camma dell’ottica girandola in un senso o nell’altro di pochissimo per poi verificare, dopo aver rimontato l’ottica, se l’antenna non è più sdoppiata, in caso contrario è necessario ripetere l’operazione.
Purtroppo mentre si sta svolgendo una sessione di scatti, non sempre la concentrazione ti suggerisce di controllare il telemetro e spesso non esistono, come negli interni, dei riferimenti possibili.
Non resta che controllare l’esattezza della messa a fuoco su ogni scatto, fattore questo negativo per una persona come me che era abituata a scattare e non controllare subito dopo il risultato, certo della sua riuscita!
A prescindere da questo particolare del tutto personale, con le Leica M digitali, ingrandendo il fotogramma sullo schermo posteriore, al secondo colpo di zoom con le M8 e al terzo con la M9 l’immagine sgrana, forse a causa della bassa risoluzione del monitor o del software che gestisce l’immagine.
Non solo è presente un ritardo di oltre un secondo prima che l’immagine diventi nitida senza essere ancora ingrandita, ma anche una sgranatura dell’immagine ingrandita al secondo/terzo step, fatto che impedisce un accurato e altrettanto rapido controllo visivo della messa a fuoco.
In questo contesto mi sono ritrovato a scattare non solo con l’incertezza della messa a fuoco corretta, ma senza la possibilità di una verifica, e il riscontro in post produzione ha portato allo scarto di un buon 25 % di immagini che credevo perfettamente nitide, avendo focheggiato con cura su soggetti immobili e senza alcuna fretta.
Si noti bene che non ho considerato le immagini in cui era presente il micro-mosso, altro problema soprattutto riscontrabile sulle M8, ma solo quelle con problemi di front o back focus!
Oltre alle frequenti starature, contribuisce in maniera determinante il minor ingrandimento del mirino delle M digitali, anche perchè non amo l’utilizzo del lentino ingranditore in quanto passando ai grandangoli sono costretto a perdere tempo per rimuoverlo per poi riavvitarlo.
Mi aspetto da Leica una soluzione al problema, per lo meno con i prossimi modelli o per lo meno con il prossimo firmware che possa consentire al fotografo un controllo accurato dopo lo scatto.
Sicuramente il problema che sto per esporre non sarà stato rilevato da tutti gli utenti Leica, ma mi sembra sufficientemente significativa l’analisi statistica che ho effettuato basandomi esclusivamente sulle mie fotocamere, senza tenere in debita considerazione analoghe esperienze descrittemi con dovizia di particolari da altri utenti.
Nel corso di 28 anni, dall’oramai lontano 1982, ho scattato migliaia di fotografie utilizzando fotocamere a telemetro Leica.
La prima è stata una M4P, seguita dalle M6, M6TTL, M5, M4, M3, per finire con l’ultimo acquisto stile “revival” di una M4P il cui ultimo rullino risale a circa due mesi or sono.
In tutti questi anni la percentuale di fotografie con la messa a fuoco errata non ha superato l’uno/due per cento degli scatti, anche coni Summilux.
Recentemente, ad avvalorare la tesi che alla mia vista non possono essere imputati gli errori di messa a fuoco, ho effettuato molti scatti con la Olympus EP2 ed il mirino digitale, usando spesso e volentieri il 50 Nokton f 1.1 a tutta apertura (si trasforma in un 100 mm), con la medesima percentuale di scarti a causa di front o back focus.
Dal 2005 allo scorso mese di Aprile si sono susseguite nel mio corredo due Epson RD1, due Leica M8, una Leica M8.2 e una Leica M9, sei fotocamere in cinque anni con le quali ho scattato migliaia di immagini.
Da un’analisi effettuata sui fotogrammi RAW che conservo ho notato che la percentuale di errore nella messa a fuoco con queste fotocamere è salita addirittura al 25 % : una foto su quattro da buttare!
Se si fosse trattato di un solo esemplare, potremmo dedurre che il problema era circoscritto ad una fotocamera sfuggita al controllo qualità, ma su sei fotocamere questa ipotesi non è accettabile.
Le due Epson RD1 erano dotate di un telemetro con la base più corta rispetto alle Leica M, quindi con un grado di precisione inferiore, ma in entrambe ho constato che di frequente era necessario procedere alla taratura del telemetro, forse a causa delle vibrazioni o del continuo movimento del medesimo durante le operazioni di focheggiatura.
Con le Leica M digitali ho riscontrato non solo il medesimo problema relativo alla frequente staratura, fatto che mi costringeva a girare con la brugoletta “salva-focus” nella borsa, ma soprattutto l’impossibilità di un controllo efficace dopo lo scatto.
Per verificare l’allineamento del telemetro è necessario, con l’ottica montata, osservare un riferimento lontano all’infinito, ad esempio un’antenna, se ne vedi due è necessario intervenire con la brugoletta inserendola nel centro della rotella che viene a contatto con la camma dell’ottica girandola in un senso o nell’altro di pochissimo per poi verificare, dopo aver rimontato l’ottica, se l’antenna non è più sdoppiata, in caso contrario è necessario ripetere l’operazione.
Purtroppo mentre si sta svolgendo una sessione di scatti, non sempre la concentrazione ti suggerisce di controllare il telemetro e spesso non esistono, come negli interni, dei riferimenti possibili.
Non resta che controllare l’esattezza della messa a fuoco su ogni scatto, fattore questo negativo per una persona come me che era abituata a scattare e non controllare subito dopo il risultato, certo della sua riuscita!
A prescindere da questo particolare del tutto personale, con le Leica M digitali, ingrandendo il fotogramma sullo schermo posteriore, al secondo colpo di zoom con le M8 e al terzo con la M9 l’immagine sgrana, forse a causa della bassa risoluzione del monitor o del software che gestisce l’immagine.
Non solo è presente un ritardo di oltre un secondo prima che l’immagine diventi nitida senza essere ancora ingrandita, ma anche una sgranatura dell’immagine ingrandita al secondo/terzo step, fatto che impedisce un accurato e altrettanto rapido controllo visivo della messa a fuoco.
In questo contesto mi sono ritrovato a scattare non solo con l’incertezza della messa a fuoco corretta, ma senza la possibilità di una verifica, e il riscontro in post produzione ha portato allo scarto di un buon 25 % di immagini che credevo perfettamente nitide, avendo focheggiato con cura su soggetti immobili e senza alcuna fretta.
Si noti bene che non ho considerato le immagini in cui era presente il micro-mosso, altro problema soprattutto riscontrabile sulle M8, ma solo quelle con problemi di front o back focus!
Oltre alle frequenti starature, contribuisce in maniera determinante il minor ingrandimento del mirino delle M digitali, anche perchè non amo l’utilizzo del lentino ingranditore in quanto passando ai grandangoli sono costretto a perdere tempo per rimuoverlo per poi riavvitarlo.
Mi aspetto da Leica una soluzione al problema, per lo meno con i prossimi modelli o per lo meno con il prossimo firmware che possa consentire al fotografo un controllo accurato dopo lo scatto.
Alberto
Alberto, non ho letto tutto e me ne scusa, ma vorrei ritornare ad un argomento di tanto tempo fa:
Sei sicuro che la mancanza di fuoco non sia micromosso?
So bene che sai distinguere bene le due cose, sfuocato e mosso, ma il micro mosso è subdolo: durezza dello scatto, otturatore metallico... qualche anno in più sulla groppa, la sicurezza di chi è avvezzo a scattare anche a 1/8 ecc ecc sono fattori ad alto rischi.
io dalla M8 alla M8.2 e da qualche ora la M9, se sto ben saldo...e sveglio, non ho mai riscontrato problemi di telemetratura, neanche col famigerato Summilux 75.
ciao
Sei sicuro che la mancanza di fuoco non sia micromosso?
So bene che sai distinguere bene le due cose, sfuocato e mosso, ma il micro mosso è subdolo: durezza dello scatto, otturatore metallico... qualche anno in più sulla groppa, la sicurezza di chi è avvezzo a scattare anche a 1/8 ecc ecc sono fattori ad alto rischi.
io dalla M8 alla M8.2 e da qualche ora la M9, se sto ben saldo...e sveglio, non ho mai riscontrato problemi di telemetratura, neanche col famigerato Summilux 75.
ciao
Un saluto, Aldo Claudio.
aldoclaudio.medorini@gmail.com
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- Domenico Caminiti
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Scusate, signori, ma le divagazioni del nostro moderatore devono avermi fatto perdere la trebisonda. O forse non capisco il punto della questione.
Qui in sostanza si afferma di essere in presenza di apparecchi che, una volta su quattro (!), sbagliano la messa a fuoco per cause ignote.
Ora, la domanda che mi faccio e questa: è mai possibile che un telemetro si stari così facilmente, e così facilmente torni al suo posto (non si spiegherebbero altrimenti le immagini che risultano a fuoco, se non con un'autoriparazione del telemetro)? La percentuale di errore è veramente troppo alta, e in questi casi le eventualità che si possono verificare non sono molte. O la macchina ha un problema, e quindi tutte le foto sono sfocate (uscendo perciò dalla fattispecie in cui ci troviamo), oppure il fotografo ha un problema, e quindi a volte mette a fuoco e a volte no. Date le percentuali, propenderei per la seconda: forse il metodo di messa a fuoco di altri apparecchi è più consono alla vista di Alberto.
Qui in sostanza si afferma di essere in presenza di apparecchi che, una volta su quattro (!), sbagliano la messa a fuoco per cause ignote.
Ora, la domanda che mi faccio e questa: è mai possibile che un telemetro si stari così facilmente, e così facilmente torni al suo posto (non si spiegherebbero altrimenti le immagini che risultano a fuoco, se non con un'autoriparazione del telemetro)? La percentuale di errore è veramente troppo alta, e in questi casi le eventualità che si possono verificare non sono molte. O la macchina ha un problema, e quindi tutte le foto sono sfocate (uscendo perciò dalla fattispecie in cui ci troviamo), oppure il fotografo ha un problema, e quindi a volte mette a fuoco e a volte no. Date le percentuali, propenderei per la seconda: forse il metodo di messa a fuoco di altri apparecchi è più consono alla vista di Alberto.
Saluti a tutti da Nuto
Alè'... ora cazzia anche a Nuto.Domenico Caminiti ha scritto:Aldo, secondo me Alberto ti cazzia di brutto.
Ciao
Un saluto, Aldo Claudio.
aldoclaudio.medorini@gmail.com
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- Christian Sommella
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Non ho tutta la vostra esperienza col telemetro, ma sia con la M4 che con la M9 (come con la nuova MP) non ho una foto sfuocata.
Con le focali da 35 mm ad allargarsi (28, 24 etc.) è davvero difficile avere immagini sfuocate. Inizia ad essere fondamentale la messa a fuoco dal 50. Ma è la mia idea. Fanno eccezioni soggetti molto vicini a tutta apertura. Ma sono cose ben note anche a voi. In definitiva non saprei se effettivamente ci sia un peggioramento della qualità dei telemetri. Mi sembrerebbe grave. Soprattutto in quella percentuale.
Ciao.
Con le focali da 35 mm ad allargarsi (28, 24 etc.) è davvero difficile avere immagini sfuocate. Inizia ad essere fondamentale la messa a fuoco dal 50. Ma è la mia idea. Fanno eccezioni soggetti molto vicini a tutta apertura. Ma sono cose ben note anche a voi. In definitiva non saprei se effettivamente ci sia un peggioramento della qualità dei telemetri. Mi sembrerebbe grave. Soprattutto in quella percentuale.
Ciao.
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- Franco.Pagnoni
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Leicista dal '73, debbo dire che sostanzialmente non ho riscontrato problemi così seri di telemetro dalla M4 ... alla M8 - M9 e (ma l'avevo osservato in altro analogo post) andare in giro con la M9 al collo ed il cacciavite in tasca mi sembra una scena fantozziana.
Ma poi, scusa Alberto, non vuoi portarti dietro il lentino ingranditore perchè ti fa perdere tempo ... ed invece il maneggiare di cacciavite ti riesce più facile e spedito. Secondo me Aldo ha fatto un'osservazione centrata.
Ma poi, scusa Alberto, non vuoi portarti dietro il lentino ingranditore perchè ti fa perdere tempo ... ed invece il maneggiare di cacciavite ti riesce più facile e spedito. Secondo me Aldo ha fatto un'osservazione centrata.
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- Iscritto il: lun giu 29, 2009 6:01 pm
RD1
RD-1
ecco, con questa c'era da metteri le mani ai capelli.
A quel tempo la comprammo: Alberto, RPO, Sante ed io.
La presi da Sante, che spese un'ora buona a spiegarmi come autotarare il sistema... neanche faccio i 5 km che ci separano, arrivo a casa e già non metteva più a fuoco.
Io le mie Leica non le ho mai maltrattate e tantomeno abusate.
Trattate sempre con amore e devozione.
La mia prima M8 ha visto tutte le ottiche possibili ed immaginabili.. fui tra i primi a fare innesti OGM già dalla RD-1, ma mai e poi mai la taratura del telemetro si è mai spostata.
Ora ad un anno ed oltre di M8.2 non ho mai preso in mano la fatidica brucolina.
Una macchina starata ci può scappare, ma una volta tarata quella rimane.
Ripeto, già dalla M8 scrivevo, ed ero deriso, che spesso è difficile avere immagini perfettamente a fuoco con scatti al disotto del 1/40, ora con la M8.2 arrivo al 1/20, segno che lo scatto più morbido e l'otturatore meno vivace oltre a ridurre il rumore, allunga la ...vita.
ecco, con questa c'era da metteri le mani ai capelli.
A quel tempo la comprammo: Alberto, RPO, Sante ed io.
La presi da Sante, che spese un'ora buona a spiegarmi come autotarare il sistema... neanche faccio i 5 km che ci separano, arrivo a casa e già non metteva più a fuoco.
Io le mie Leica non le ho mai maltrattate e tantomeno abusate.
Trattate sempre con amore e devozione.
La mia prima M8 ha visto tutte le ottiche possibili ed immaginabili.. fui tra i primi a fare innesti OGM già dalla RD-1, ma mai e poi mai la taratura del telemetro si è mai spostata.
Ora ad un anno ed oltre di M8.2 non ho mai preso in mano la fatidica brucolina.
Una macchina starata ci può scappare, ma una volta tarata quella rimane.
Ripeto, già dalla M8 scrivevo, ed ero deriso, che spesso è difficile avere immagini perfettamente a fuoco con scatti al disotto del 1/40, ora con la M8.2 arrivo al 1/20, segno che lo scatto più morbido e l'otturatore meno vivace oltre a ridurre il rumore, allunga la ...vita.
Un saluto, Aldo Claudio.
aldoclaudio.medorini@gmail.com
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- albertospa
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- Iscritto il: lun apr 30, 2007 2:53 pm
- Località: ROMA
Per quanto mi riguarda concordo con Aldo. Il micro mosso è una brutta bestia. Una volta appurato che il telemetro della nostra M è tarato, se un immagine è sfocata è solo colpa nostra.
Al riguardo vorrei gettare sul tavolo un dubbio. Il telemetro misura la distanza SOLO al centro dell'inquadratura. Quindi se faccio il fuoco sull'occhio del mio soggetto e poi ricompogo l'inquadratura facendo cadere il viso non più al centro ma verso il bordo dell'inquadratura, siamo sicuri che la distanza tra occhio e piano focale sia rimasta la stessa? Credo proprio di no.
Al riguardo vorrei gettare sul tavolo un dubbio. Il telemetro misura la distanza SOLO al centro dell'inquadratura. Quindi se faccio il fuoco sull'occhio del mio soggetto e poi ricompogo l'inquadratura facendo cadere il viso non più al centro ma verso il bordo dell'inquadratura, siamo sicuri che la distanza tra occhio e piano focale sia rimasta la stessa? Credo proprio di no.
Bhe la distanza si modifica di qualche centimetro, ma il problema è comune a tutte le macchine, anche una super Nikon con misurazione di fuoco spot... se la blocchi nell'occhio e poi ricomponi il fuoco ne perde in funzione dell'ottica e del diaframma in uso.albertospa ha scritto:Per quanto mi riguarda concordo con Aldo. Il micro mosso è una brutta bestia. Una volta appurato che il telemetro della nostra M è tarato, se un immagine è sfocata è solo colpa nostra.
Al riguardo vorrei gettare sul tavolo un dubbio. Il telemetro misura la distanza SOLO al centro dell'inquadratura. Quindi se faccio il fuoco sull'occhio del mio soggetto e poi ricompogo l'inquadratura facendo cadere il viso non più al centro ma verso il bordo dell'inquadratura, siamo sicuri che la distanza tra occhio e piano focale sia rimasta la stessa? Credo proprio di no.
Penso che uno come Alberto non possa non tenere conto di questo fattore.
Secondo me andrebbero fatte delle verifiche su cavalletto prima di incolpare il telemetro o la macchina.
A mano libera ci sono troppi fattori in gioco: la vista, la stabilità fisica dell'individuo, la fermezza della presa, il nervosismo, la tensione, l'emozione... insomma tante cose.
Un saluto, Aldo Claudio.
aldoclaudio.medorini@gmail.com
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- Alberto (muralto)
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- Iscritto il: sab mag 05, 2007 10:35 pm
- Località: Bovisio Masciago (MB) / Camerino(MC)
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Certo che se non si considera questa cosa.....bisognerebbe comprarsi un bel manualetto di fotografia, ma di quelli base però !!albertospa ha scritto:Quindi se faccio il fuoco sull'occhio del mio soggetto e poi ricompogo l'inquadratura facendo cadere il viso non più al centro ma verso il bordo dell'inquadratura, siamo sicuri che la distanza tra occhio e piano focale sia rimasta la stessa?
Alberto Grifantini
http://www.flickr.com/photos/muralto/
"....Quel che io vedo non è quello che vedi tu. E non è solo una questione di prospettiva, io vedo ciò che voglio farti vedere, tu ciò che credi di dover vedere. E che in fondo vuoi vedere..."
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"....Quel che io vedo non è quello che vedi tu. E non è solo una questione di prospettiva, io vedo ciò che voglio farti vedere, tu ciò che credi di dover vedere. E che in fondo vuoi vedere..."