Michele Azzali ha scritto:Prendo la palla al balzo (e lasciamo perdere i canguri, come direbbe RPO) in merito alla risposta di Ario. Se è vero, com’è vero, che la prospettiva dipende dal punto di ripresa e non dalla lunghezza focale dell’obiettivo, come vogliamo definire allora l’allontanamento o la compressione dei piani fornita da un grandangolo o da un tele rispettivamente? Io di solito la chiamo “resa prospettica” ma non mi sembra appropriato, esiste una definizione corretta?
E’ una semplice questione di terminologia e non mi piace essere pedante, ma nelle discussioni del forum spesso non ci si comprende proprio per mancanza di precisione. E’ una cosa diversa dalla p.d.c., che riguarda la messa a fuoco, e spesso viene chiamata “prospettiva” in modo non appropriato.
Mi ha lasciato alcune perplessità anche la lettura della pagina 13 del libro sulle ottiche Leica del 1941 recentemente proposto da Roberto,
viewtopic.php?t=18112
Se non è la “prospettiva”, allora “quella cosa lì” come si chiama? (prego astenersi da facili e sguaiati lazzi…)
Grazie per la pazienza,
Michele,
mi pare che siamo tutti daccordo che la lunghezza focale non altera in alcun modo la prospettiva che invece dipende solo dal punto di ripresa.
Quello che lega la resa prospettica alla lunghezza focale è solo un modo di dire non ortodosso che è derivato dall'uso diverso che viene fatto di ottiche di diversa focale (si confonde la causa con l'effetto).
Cambiano invece l'angolo di ripresa, il rapporto di ingrandimento e la profondità di campo che influiscono collettivamente sulla percezione che l'osservatore ha di due foto scattate dallo stesso punto di ripresa con ottiche di diversa lunghezza focale.
L'effetto appiattimento cui tu ti riferisci parlando dell'uso dei teleobbietivi è però secondo me imputabile, se interpreto bene le tue parole, al fatto che abitualmente li usiamo, a parità di soggetto, a distanze maggiori rispetto ai normali ed ai grandangoli.
Basta fare un piccolo esperimento come quello descritto da Feininger, e di cui esistono svariati esempi anche in rete, per rendersene conto.
Se si riportano alle stesse dimensioni due ritagli significativi della stessa scena ripresa con due ottiche di diversa lunghezza focale, l'effetto a cui io credo tu ti rifersica scompare, ed i due ritagli risultano assolutamente sovrapponibili.