Flashback

fotocamere che possono utilizzare ottiche Leitz/Leica, monitor, scanner, software fotografico

Moderatori: Emilio Vendramin, Riccardox, Massimiliano Liti, Sergio Frascolla, Michele Azzali, Ferruccio Lobba

Rispondi
Avatar utente
Luca Puntin
Messaggi: 605
Iscritto il: sab gen 17, 2009 11:15 pm
Località: Udine (provincia)

Flashback

Messaggio da Luca Puntin » lun apr 17, 2017 12:27 am

Alla lettera "rivivere in un attimo un momento passato", ma pensavo ad altro...

Credo siano oramai decenni che non si vedono in giro lampadine flash "monouso", per intendersi quelle con cui ci si scottavano le dita per sostituirle.
Nonostante il flash elettronico sia una invenzione di meta' anni trenta, il suo costo ( e soprattutto dimensioni e peso) lo hanno reso appetibile a partire dai primi anni settanta, per diventare di uso praticamente universale con la meta' degli anni ottanta.

Per pura curiosita' mi sono documentato sulle vecchie lampadine flash, scoprendo un mondo dimenticato. Ne sono esistite una varieta' di tipi e marche da renderne difficile solo stilarne un elenco: comunque i tipi che hanno avuto grande diffusione si contano sulle dita di due mani.

Domanda: problemi di sincronizzazione a parte, cosa si potrebbe ottenere fotografando in digitale con le vecchie lampadine ?

Ho letto qua e la' che emettono una luce piu' morbida del flash elettronico, che sia vero ?

Di certo la durata di emissione luminosa (dell' ordine dei decimi di secondo per le lampade piu' potenti) dovrebbe permettere di ottenere il mosso anche sotto la luce del lampo, che non riesce col flash elettronico.

Dovrebbero cadere tutti i problemi di filtraggio legati alla temperatura colore: le macchine digitali hanno il bilanciamento automatico, la pellicola era tarata per una certa temperatura colore (BN a parte); dovrebbe essere possibile usare le lampade con vetro trasparente anche per foto a colori, quindi si potrebbe disporre di flash con numero guida anche superiore a 100.... Immagino che l' effetto "occhi rossi" risulti poi presente anche sul soggetto reale.

Alcune lampadine potevano essere utilizzate anche col sincronismo "X", quindi con fotocamere relativamente moderne.

Qualcuno del Forum ha fatto esperimenti in questo campo ?

Mi stanno frullando in testa strane idee... 8) :idea: 8)
Ciao.

Luca

Avatar utente
Michele Azzali
Moderatore
Messaggi: 6845
Iscritto il: mer mag 02, 2007 10:39 am
Località: Trento
Contatta:

Re: Flashback

Messaggio da Michele Azzali » mar mag 30, 2017 8:08 pm

Ho un flash Ferrania a lampadine, appartenuto a mio padre, e ho 7 - 8 lampadine che credo funzionanti (usa e getta). Ricordo che quando mio padre le usava diventavano nere e il vetro dell'involucro si deformava per il calore.
Tutto inutilizzato da quarant'anni, ma sono begli oggetti (oltre che ricordi).
Metterò qualche foto.
Spesso quello che cerchi è dentro di te... oppure nel frigo!

http://www.photomaz.com/
https://www.instagram.com/photomaz59/

Avatar utente
francozeta
Messaggi: 984
Iscritto il: mar lug 01, 2008 3:07 pm
Località: Firenze
Contatta:

Re: Flashback

Messaggio da francozeta » gio giu 01, 2017 4:34 pm

ho un paio di scatole di lampade al magnesio, prese per curiosita' su ebay a poco anni orsono, in effetti di lampadine ne esistono di svariate tipologie, da quelle con attacco a vite E27 fino ai cuboflash con innesco piezoelettrico, quelle piu' antiche (si puo' dire!) sono a luce bianca (il colore era rarissimo), le successive sono azzurrate (5500K) e adatte anche per il colore.
rispetto al flash elettronico necessitano di un tempo-sincro piu' lento (o di un innesco anticipato?) perche' l'emissione di luce avviene piu' lentamente (e' magnesio che brucia) e il picco viene raggiunto dopo qualche millisecondo dall'innesco, ma quanto alla emissione di luce piu' morbida o alla possibilita' di ottenere foto mosse, sinceramente non saprei dire.
non ho fatto esperimenti se non per giocare tra amici (alcuni pure di questo forum), con risultati discreti, ma nulla di piu' :D
ciao
Franco
-----------------------------
l'importante e' fare Fotografia, non fotografie.
fotografia zenitale di Architettura: https://www.francozampetti.com

Avatar utente
Luca Puntin
Messaggi: 605
Iscritto il: sab gen 17, 2009 11:15 pm
Località: Udine (provincia)

Re: Flashback

Messaggio da Luca Puntin » gio giu 01, 2017 9:18 pm

Immagine


Mio personale esperimento:
- lampada #22B , attacco a vite E27
- lampeggiatore Leitz Wetzlar a condensatore (batteria da 22,5 V)
- fotocamera digitale Konica-Minolta KM7D (CCD, 6,1 Mpx.)
- staffa con impugnatura a pistola (made in Japan, anni '70, da me modificata con scatto elettrico a due fasi anziche' meccanico)
- sincronizzatore esterno autocostruito (quella "scatoletta" sulla slitta flash)

Indovinate come funziona....
Ciao.

Luca

Avatar utente
Ivan61
Messaggi: 2816
Iscritto il: mar mar 22, 2016 1:35 pm
Località: Merano
Contatta:

Re: Flashback

Messaggio da Ivan61 » gio giu 01, 2017 9:23 pm

Racconta, o meglio fai vedere i risultati :D

Avatar utente
francozeta
Messaggi: 984
Iscritto il: mar lug 01, 2008 3:07 pm
Località: Firenze
Contatta:

Re: Flashback

Messaggio da francozeta » gio giu 01, 2017 11:30 pm

ho anch'io quel flash Leitz :D
per la batteria da 22,5V come hai risolto?
ciao
Franco
-----------------------------
l'importante e' fare Fotografia, non fotografie.
fotografia zenitale di Architettura: https://www.francozampetti.com

Avatar utente
Luca Puntin
Messaggi: 605
Iscritto il: sab gen 17, 2009 11:15 pm
Località: Udine (provincia)

Re: Flashback

Messaggio da Luca Puntin » gio giu 08, 2017 10:41 pm

Sto passando un periodo denso di impegni e pertanto mi scuso per tutto il tempo trascorso dal mio ultimo intervento.

Rispondo subito alla richiesta di chiarimenti sulla batteria impiegata nel lampeggiatore Leitz CEYOO, da me scelto perche' affidabile, ben costruito, dotato di un grande riflettore (6 1/2") ripiegabile ed in grado di montare nativamente le lampade con attacco a vite E27 e, mediante adattatori, anche i tipi a baionetta e le "tutto vetro".

La batteria da 22,5 V di cui il CEYOO necessita e' ancora reperibile in commercio (Ebay), ma e' un po' cara (attorno ai 15 Euro piu' spese di spedizione ) e potrebbe essere un po' "stanca" gia' da nuova, visto che non se ne vendono poi molte.
Premetto che la maggior parte delle lampadine flash possono essere accese con tensioni da 3 a 30 volt, pertanto la tensione della batteria non e' particolarmente critica.
Inizialmente ho pensato di usare una normalissima batteria da 9 Volt, che ha un ingombro assai simile, arrangiando in qualche modo le connessioni del lampeggiatore per portarle dallo stesso lato:

Immagine

Ho recuperato il "cartoccio" metallico della batteria ed i terminali di contatto, arrangiando al suo interno un portabatteria per pile ministilo (AAA), opportunamente accorciato per ospitare due batterie da telecomando tipo MN21, da 12 Volt cadauna: in tal modo si ottiene una batteria da 24 Volt, assai vicina all' originale da 22,5 Volt, ma costruita con elementi di facile reperibilita' commerciale.

Immagine

Immagine


Occorre un po' di pratica con la vetronite e con la produzione casalinga di circuiti stampati (trasferibili o pennarello, acido per l' incisione) ed una attrezzatura minima da bricolage (seghettino, martello, limette e qualche boccolina tipo passante per stringhe da scarpe, usate come rivetti).
Un portabatteria a due posti per pile AAA va accorciato alla misura delle MN21 ed i due pezzi ottenuti ribattinati su un pezzetto di vetronite che riporti uno dei conduttori che escono dallo stesso lato del portabatterie alla estremita' opposta, per avere i contatti della batteria "ricostruita" uno per estremita'. Due pezzetti di vetronite perpendicolari a quello di base ed un po' di colla epossidica bicomponente permettono di ottenere un rigido "cassettino" da inserire nell' involucro di una batteria originale.
Viste le dimensioni, suppongo si possa utilizzare anche l' involucro di una batteria da 9 Volt.



Immagine

Visto che siamo in argomento, ritengo opportuno trattare un po' piu' approfonditamente il funzionamento dei lampeggiatori per lampadine monouso ("flashbulbs"), dei quali esistono fondamentalmente due tipi: quelli a batteria e quelli a condensatore.
I primi hanno al loro interno solo la batteria, posta in serie con la lampada: il contatto interno alla fotocamera chiude il circuito e pone la batteria in parallelo alla lampada, che quindi brucia: il tutto equivale a porre i terminali della batteria direttamente in contatto con quelli della lampada. I lampeggiatori a condensatore contengono, oltre alla batteria, anche due componenti addizionali: una resistenza ed un condensatore, collegati secondo questo schema:

Immagine

Si nota che batteria, resistenza, condensatore e lampada sono tutti connessi in serie fra loro. Appena si sostituisce la lampada bruciata con una integra la batteria porta il condensatore, caricandolo, alla stessa tensione della batteria. Il condensatore ha usualmente una capacita' di alcune decine di microFarad, mentre la resistenza ha un valore attorno ai 10000 Ohm. Considerando nulla o quasi la resistenza dei filamenti dellka lampada, la ricarica del condensatore avviene in qualche decimo di secondo ed il lampeggiatore e' pronto ad essere utilizzato. A lampadina bruciata o non inserita il circuito e' aperto e la batteria non subisce scarica alcuna, a lampada efficiente inserita e condensatore carico solo le perdite del condensatore possono scaricare la batteria e cio' avviene di solito con condensatori vecchi e/o di bassa qualita'.
Il condensatore ha una ESR ( Equivalent Series Resistance - resistenza equivalente in serie ) molto piu' bassa di quella di una batteria, specie se un po' scarica o di vecchia tecnologia di fabbricazione (Zinco - Carbone) e pertanto, quando il contatto momentaneo azionato dall' otturatore (PC-Sync) lo pone in parallelo sulla lampada, esso si scarica partendo da una tensione pari a quella di batteria, ma fornendo una corrente piu' elevata (Amper) di quella che la batteria da sola potrebbe fornire.
In pratica bastano batterie di capacita' piu' bassa e possono essere sfruttate fino a che sono praticamente scariche.
Il condensatore contenuto nel CEYOO Leitz ha una capacita' di 100 microfarad ed e' isolato per la tensione di batteria (25 V); ha una dimensione equivalente ad una pila stilo (AA) da 1,5 V con terminali assiali ed e' alloggiato nel portabatteria entro il lamierino che fa da supporto alla batteria da 22,5 V.
Vista l' eta' era presumibile un certo degrado, quindi ho optato per la sua sostituzione.
Ho svuotato il condensatore originale ed al suo interno ne ho inserito uno recuperato da una fotocamera "usa e getta" dotata di flash elettronico: quello recuperato ha una tensione di isolamento ben superiore a quella utilizzata (330 contro 24 Volt), ma cio' non e' assolutamente significativo, semmai il contrario sarebbe improponibile.
La capacita' e' comparabile (120 microfarad contro i 100 originali), ma soprattutto e' un condensatore espressamente dichiarato "photo" (talvolta anche "flash", "flashphoto" o "photoflash"), espressamente costruito per reggere la scarica completa in corto-circuitoe quindi particolarmente adatto per tale applicazione.
Nel montaggio tenere conto che il condensatore e' elettrolitico, quindi polarizzato: le connessioni devono rispettare la stessa polarita' della batteria.

Immagine

Ah, una ultima avvetrtenza: non collegate questo lampeggiatore ad una fotocamera moderna !
La tensione di 24 Volt potrebbe essere anche sopportata dai circuiti di una moderna fotocamera (ma e' buona norma non eccedere i 5 o 6 Volt), ma la corrente di scarica del condensatore che accende la lampada puo' raggiungere picchi istantanei dell' ordine de 4 Amper, diciamo un migliaio di volte la corrente richiesta da un moderno flash elettronico come segfnale di innesco.
In altre parole potrebbe "lampeggiare" anche qualche componente interno alla vostra fotocamera.

La cosa e' risolvibile con un piccolo circuitino elettronico, a patto di usare il sincronismo "X" fornito dalla vostra fotocamera e di usare lampade monouso utilizzabili con tale temporizzazione (in pratica le ultime tuttovetro ed alcune esecuzioni particolari , tipo le SM ed FP, di quelle a baionetta, ma non quelle con attacco a vite, che richiedono sincronismo tipo "M").


Allego un bellissimo depliant del 1962 stampato dalla GE (General Electic) che spiega molto bene queste particolarita' delle vecchie "lampadine". Scordatevi pero' l' esposizione flash TTL: la emissione luminosa della lampadina non puo' comunque essere controllata, una volta accesa la lampada emette comunque tutta la luce di cui e' potenzialmente capace e quindi..... ripassatevi l' esposizione flash con il numero guida (per inciso 3 Ft equivalgono circa ad un metro, pertanto i numeri guida forniti per distanze in piedi vanno divisi per tre per avere il numero gida per distanze espresse in metri).

https://onedrive.live.com/embed?cid=BEE ... lling="no"

Buona luce a tutti.... e usate occhiali neri se non volete che l' effetto "occhi rossi" non ci sia, oltre che in foto, anche su voi stessi !
Ciao.

Luca

Avatar utente
Emilio Vendramin
Site Admin
Messaggi: 8987
Iscritto il: mar ago 28, 2007 6:53 pm
Località: Ancona
Contatta:

Re: Flashback

Messaggio da Emilio Vendramin » ven giu 09, 2017 7:56 am

Ancora un bel contributo che arricchisce le mie, e penso le nostra, conoscenze.
CIAO - WETZLAR 2011 ... io c'ero.
http://emilio-vendramin-fotografie.weebly.com/

Avatar utente
Ferruccio Lobba
Moderatore
Messaggi: 2977
Iscritto il: sab lug 07, 2007 8:16 am
Località: Brescia

Re: Flashback

Messaggio da Ferruccio Lobba » ven giu 09, 2017 8:58 am

Non posso che ringraziarti Luca per questo e altri interventi...... illuminanti :D

Ciao.
Ciao
Ferruccio

Avatar utente
Luca Puntin
Messaggi: 605
Iscritto il: sab gen 17, 2009 11:15 pm
Località: Udine (provincia)

Re: Flashback

Messaggio da Luca Puntin » ven giu 09, 2017 3:55 pm

Ringrazio gli intervenuti per l' apprezzamento. Anche se a qualcuno puo' non piacere, io sono un amante delle attrezzature piu' che del loro prodotto, leggi: mi piacciono piu' le macchine fotografiche che le foto che fanno.
Ciononostante penso che un piccolo contributo tecnico sia doveroso verso chi utilizza le fotocamere come strumenti, ma non entra in discussione su come sono costruite.
E' un po' come apprezzare le belle automobili ed essere da una parte pilota, dall' altra progettista.

Comunque non e' finita qui: appena ho un po' di tempo mi prometto di completare questo post con la descrizione di quella altra scatoletta che sta sulla slitta della DSLR nella prima foto che ho postato.

Anticipo qui a cosa serve: e' essenzialmente interfaccia di corrente e di tensione verso un flash esterno e permette l' utilizzo in sicurezza (per la fotocamera) di qualsiasi dispositivo illuminante esterno (flash) che presenti ai contatti del cavetto PC sync tensioni fino a 400 Volt ( i vecchi flash elettronici che si trovano a pochi euro in qualsiasi mercatino) o richiedano forti correnti di innesco, fino a 4 Amper (le lampade usa e getta).

Per il sincronismo tipo "X" (prima si apre l' otturatore, poi scatta il flash, usato per il flash elettronico e pochi tipi di lampade) il segnale e' prelevato dalla slitta porta accessori, per i sincronismi "M" ed "F" (lampada flash accesa rispettivamente 20 e 7 millisecondi prima dell' apertura dell' otturatore) il segnale di accensione della lampada e' generato da un microcontrollore programmato inserito nello "scatolino" magico, di mia realizzazione.

Per sincronizzare correttamente una lampada che richiede sincronismo "M", per esempio, occorre conoscere anche lo "shutter lag" della propria fotocamera, ovvero il tempo che intercorre fra il segnale di scatto e l' effettiva apertura dell' otturatore (tale tempo comprende la regolazione del diaframma a quello richiesto per lo scatto e l' alzo dello specchietto).
La fotocamera della foto ha uno shutter lag di 120 millisecondi (misurato con un altro apparecchietto autocostruito che non ho illustrato, se volete posto foto edescrivo), pertanto per avere un sincronismo tipo "M" occorre agire sulle connessioni per lo scatto remoto della fotocamera (attaccoper il comando esterno con pulsante) che ho provveduto a riportare sulla impugnatura a pistola sotto il flash.
Si effettua prima l' operazione di autofocus, come di consueto utilizzando la prima parte della corsa del pulsante di scatto, mentre la seconda parte dellla stessa aziona contemporaneamente l' otturatore ed un timer elettronico regolato su (120-20)= 100 millisecondi, al termine della cui temporizzazione viene accesa la lampada flash. Risultato: dal segnale di scatto la lampada viene accesa dopo 100 millisecondi, mentre l' otturatore aprira' dopo 120, quindi la lampada verra' accesa 20 millisecondi prima della apertura dell' otturatore, realizzando il sincronismo tipo "M". Il sincronismo "F" e' analogo, con tempo di anticipo di 7 millisecondi. Con zero millisecondi si realizza il sincronismo "X", ma tanto vale prenderlo direttamente dalla macchina ed usare il suo pulsante di scatto.
Il sincronizzatore che ho costruito funziona con qualsiasi DSLR con attacco per telecomando a filo a tre contatti e shutter lag compreso fra zero e 255 millisecondi ed ha pertanto possibilita' di impostare il dato della fotocamera sia in modo analogico (trimmer e cacciavitino, controllo con un tester e calcoli a mano), oppure in digitale, premendo una volta un tastino ogni millisecondo di shutter lag della fotocamera e memorizzando il dato.
L' aparecchietto e' un po' complicato,se qualcuno vuole cimentarsi nella sua costruzione mi scriva in MP e forniro' con piacere gli schemi elettrici, il programma da inserire nel microcontrollore e... le istruzioni per l' uso.
Per tuti, appena ho un attimo, postero' le foto di cosa c'e' dentro la scatoletta nera.....


P.S.: sto pensando ad una versione semplificata, taratura semifissa con potenziometro multigiri e tester per una sola fotocamera e non anche digitale, ma prima di Natale non prometto nulla.
Ciao.

Luca

Avatar utente
francozeta
Messaggi: 984
Iscritto il: mar lug 01, 2008 3:07 pm
Località: Firenze
Contatta:

Re: Flashback

Messaggio da francozeta » sab giu 10, 2017 11:26 am

Luca Puntin ha scritto:La batteria da 22,5 V di cui il CEYOO necessita e' ancora reperibile in commercio (Ebay), ma e' un po' cara (attorno ai 15 Euro piu' spese di spedizione ) e potrebbe essere un po' "stanca" gia' da nuova, visto che non se ne vendono poi molte.
Premetto che la maggior parte delle lampadine flash possono essere accese con tensioni da 3 a 30 volt, pertanto la tensione della batteria non e' particolarmente critica.
ti faccio i complimenti per l'inventiva e ti ringrazio per l'abbondante e molto interessante intervento.
ancora una domanda: la tensione da utilizzare e' specifica per ciascun tipo di lampada, o fra 3 a 30 volt qualunque tipo di batteria va bene?
in altre parole, la tensione influisce sulla velocita' con cui brucia il magnesio, e quindi -immagino- sulla durata del lampo?
ciao
Franco
-----------------------------
l'importante e' fare Fotografia, non fotografie.
fotografia zenitale di Architettura: https://www.francozampetti.com

Avatar utente
Luca Puntin
Messaggi: 605
Iscritto il: sab gen 17, 2009 11:15 pm
Località: Udine (provincia)

Re: Flashback

Messaggio da Luca Puntin » dom giu 11, 2017 12:47 am

Dunque....
non si trova molto in giro riguardo la tensione piu' adatta per accendere questwe lampadine "monouso", posso pero' fare un riassunto di quanto ho recuperato dai vari forum sull' argomento, dati tecnici, siti specializzati, eccetera.

1) la tensione minima consigliata e' sempre di 3 Volts, corrente continua (la polarita' della batteria applicata alla lampadina e' indifferente)

2) la tensione massima consigliata e' di 30 o 45 Volts, dipende dal fabbricante e non sembra essere critica. Alcune lampade con attacco a vite E27 di
grosso "calibro", come le GE Mazda #21 e #50 sono dichiarate poter funzionare fino anche 130 Volts; negli apparecchi flash c' era di solito posto per
una serie di batterie dalle stilo (AA) alla torcia (D) a costituire una serie per ottenere un minimo di 3 Volts, fino a circa 12 Volts, poi venivano usate
pile un po' piu' specifiche, in genere da 15 o 22,5 Volts.

3) i lampeggiatori con le pile "grosse" (tipo "D", torcia) di solito non avevano resistenza e condensatore e le pile accendevano direttamente la lampada.
Con pile tipo AA (stilo), specie se solo con due o tre elementi, si usava anche il condensatore, praticamente sempre presente nei lampeggiatori con
batterie da 15 e 22,5 V: il condensatore serviva a fornire la corrente iniziale di spunto per l' accensione della lampada, in quanto pile di limitato
volume (leggi "ingombro") hanno generalmente la possibilita' di fornire basse correnti iniziali e si scaricano prima.

Le lampadine sono costituite da un involucro in vetro trasparente, ricoperto da una spessa laccatura o plastificazione trasparente (emissione luminosa adatta alla fotografia in bianco e nero) o blu (luce a temperatura colore corretta per la foto a colori, ma emissione luminosa praticamente dimezzata a parita' di lampada.
Generalmente le lampade azzurrate avevano la stessa sigla di quelle trasparenti, con l' aggiunta di una "B" (es.: #5, #5B).
Sono esistite lampade con copertura ambrata (correzione temperatura colore per uso di pellicola a colori per luce artificiale) e rosso scuro, quasi nero (lampade con emissione di luce non visibile, nell' infrarosso, per fotografare col flash di nascosto o altri usi, es. #5R).
La copertura plastica ha anche funzione di sicurezza per trattenere il vetro che si deforma e talvolta esplode quando la lampadina brucia. Spesso fra vetro e plastificazione si nota un punto di vernice di colore blu ("blu dot"): e' una vernice a base di sali di Cobalto che diventa rosa a contatto con l' umidita' dell'aria e questo segnala che la ricopertura plastica e' danneggiata e l' uso della lampada puo' essere pericoloso.
All' interno della lampada c'e' ossigeno puro, che accelera la combustione dei filamenti, solitamente una specie di paglietta metallica fine di lega di alluminio con alte percentuali di magnesio: tale materiale brucia in atmosfera di ossigeno con emissione di luce bianca.
Nelle lampadine piu' grosse erano inseriti fogli accartocciati di un materiale simile a stagnola, ma anche questi erano della stessa lega. L' aggiunta di Zirconio rendeva le lampadine piu' rapide nella combustione e la loro accensione piu' sicura (ma anche il loro costo piu' elevato).

Alcune lampadine avevano un vero e proprio accenditore fra i conduttori cui si applicava tensione, costituito da un sottile filo ricoperto di fosforo, ma generalmente l' accensione avveniva creando un punto caldo per effetto Joule (riscaldamento dovuto al passaggio della corrente elettrica) che produceva un innesco in piu' punti della paglietta metallica: il filamento, bruciando, riscalda il materiale vicino che si incendia a sua volta, senza necessita' del passaggio della corrente elettrica: dopo un momento iniziale in cui la lampadina assorbe anche 4 Ampere, il filamento si interrompe elettricamente e la combustione prosegue come in un incendio di materiale infiammabile.

Detto tutto cio', si deduce che la tensione non ha influenza sulla emissione luminosa, che dipende dalla massa del materiale che brucia, quindi piu' "grossa" e' la lampadina, piu' forte sara' la luce emessa.
Purtroppo piu' e' grande la massa metallica dei filamenti, piu' tempo ci vuole per portarla tutta a combustione e pertanto occorre aspettare un attimo prima di aprire l' otturatore, per non catturare luce giallo-rossiccia. Una volta che la combustione ha raggiunto il suo picco, la temperatura dell' interno della lampada e' abbastanza alta da provocare l' emissione di luce sufficientemente bianca.
Da qui si vede che generalmente sono le lampadine piu' piccole a poter essere usate anche con sincronismo X, ma hanno piccole emissioni luminose, mentre lampade piu' grandi devono essere accese anticipatamente rispetto alla apertura dell' otturatore (sincronismi F ed M) o addirittura si deve operare al buio con otturatore aperto (posa B, detta per l' appunto "BULB") e usare lampade adatte (tipo S, ad esempio la GE #50).
Nel pdf che ho linkato ci sono tutte le curve di emissione luminosa per i diversi tipi di lampade.

Nel leggere i grafici si tenga presente che la curva di emissione luminosa ha un picco, ma anche una durata: la luce che impressiona la pellicola e' l' integrale dell' area sotto la curva fra i punti di apertura e chiusura dell' otturatore e quindi il numero guida della lampada e' fortemente influenzato dal tempo di posa: sara' massimo con tempi lunghi e diminuira' fortemente accorciandoli, ma dipende, a parita' di tempo di posa, anche dal momento in cui l' otturatore apre: bisogna "beccare" il punto di massima emissione, altrimenti si perde molta della luce emessa dalla lampada: qui il tempo di sincronismo e' basilare.

Un flash elettronico ha un elevatissimo picco luminoso per un brevissimo tempo (solitamente da 1/500 ad 1/30000 di secondo), mentre le lampade hanno picchi piu' bassi di luminosita', ma li mantengono piu' a lungo, anche decimi di secondo: col flash elettronico si possono usare tempi molto brevi e catturare tutta la luce emessa dal lampo, con le lampade si devono usare tempi piu' lunghi per ottenere lo stesso effetto. Con il flash elettronico si "congela" il movimento, con una lampada usa e getta si dovrebbe riuscire ad ottenere il mosso (esempio: acqua di una fontana) anche col flash, usando tempi lunghi.

L' accensione di una lampadina flash ricorda un po' la combustione della miscela aria-benzina di un motore ad accensione per scintilla: una volta creato il punto caldo con la candela, il fronte di fiamma si propaga anche senza continuare a fornire corrente alla candela e per avere la combustione completa al momento giusto, occorre "anticipare" opportunamente il momento della accensione ( in pratica quello che si fa col sincronismo diverso da X, cioe' con F, M ed S).
Ciao.

Luca

Avatar utente
francozeta
Messaggi: 984
Iscritto il: mar lug 01, 2008 3:07 pm
Località: Firenze
Contatta:

Re: Flashback

Messaggio da francozeta » lun giu 12, 2017 2:47 pm

piu' che esaustivo, ancora grazie.
ciao
Franco
-----------------------------
l'importante e' fare Fotografia, non fotografie.
fotografia zenitale di Architettura: https://www.francozampetti.com

Avatar utente
Luca Puntin
Messaggi: 605
Iscritto il: sab gen 17, 2009 11:15 pm
Località: Udine (provincia)

Re: Flashback

Messaggio da Luca Puntin » lun giu 12, 2017 7:48 pm

Forse potro' sembrare un po' tropp "tecnico", ma penso che chi "mastica" un po' di elettronica trovera' questo mio post interessante... Ho promesso di svelare cosa c'e' dentro al sincronizzatore ed ho gia' descritto quale e' la sua funzione, ora vediamo come lo ho costruito. Tralascio i dettagli di progettazione del circuito della sua realizzazione (questo non e' un Forum specializzato in autocostruzione di dispositivi elettronici) e posto le foto dei particolari.

Immagine

Qui siamo in fase di programmazione del Firmware del microcontrollore: il tutto e' connesso ad un PC portatile (fuori campo) su USB mediante interfaccia di programmazione PICKIT2 della Microchip. Io programmo i microcontrollori di questa famiglia in Assembler.

Immagine

Questo e' il mio dispositivo di interfaccia "personalizzato": permette di passare dalla fase di programmazione a quella di test solo spostando il deviatore lungo il cavo dati, senza staccare il microcontrollore dal programmatore e porlo sul dispositivo ad ogni tentativo.

Immagine

Questa e' la schedina col microcontrollore programmato in sede definitiva vista da sopra: sulla basetta c'e' anche il fotoaccoppiatore che isola il circuito dai circuiti della fotocamera ed il piccolo pannellino con i due led bicolori ed i commutatori per l' accensione e la selezione del tipo di sincronismo da usare (X,M o F).

Immagine
Stessa basetta vista da sotto....

Immagine

... e dal davanti.

Immagine

Questa e' la basetta con il circuito di interfaccia verso il flash, che permette di usare tanto flash che operano con tensioni alte (fino a 400 Volt) che quelli che richiedono forti correnti (fino a 4 Amper).

Immagine

Stessa basetta vista da sotto.

Immagine

Le due basette sovrapposte, viste da destra....

Immagine

...e da sinistra.

Immagine

Questo e' il connettore speciale per l' attacco del lampeggiatore Leitz: non lo ho trovato in commercio e quindi ho optato per la sua autocostruzione, partendo da due lamine di acciaio inox che scorrono l' una sull' altra per trattenere il plug Leitz del filo, il tutto per conservare il connettore originale del CEYOO Leitz.

Immagine

Basetta di supporto dei due trimmer e del commutatore che permettono di usare due fotocamere diverse, impostandone separatamente i due shutter-lags. C'e' inoltre supporto per le due pile da 3V al litio. Il piccolo connettore a tre poli serve per connettere un tester e rilevare sia la tensione interna di alimentazione del circuito che quella presente sull' ingresso analogico del microcontrollore per ciascuna delle due posizioni del piccolo commutatore che connette al circuito un trimmer alla volta (ciascun trimmere permette di impostare una tensione direttamente proporzionale allo "shutter lag" di una specifica fotocamera digitale).

Immagine

Altra vista dello stesso particolare.

Immagine

Particolare delle basette del piede di appoggio, che preleva anche il segnale di sincronismo di tipo "X" dalla slitta portaflash della fotocamera (oltre che, ovviamente, a servire da supporto al tutto). Sui lati del piede sono presenti i connettori Jack da 2,5 e 3,5 mm. che collegano il sincronizzatore al pulsante di scatto sulla impugnatura a pistola ed al connettore per lo scatto esterno della fotocamera.

Immagine

Altra vista dei circuiti del piedino....

Immagine

Le parti del telaio / contenitore della apparecchiatura, realizzate in alluminio e verniciate nero semilucido.

Immagine

Altra vista degli stessi particolari metallici.

Immagine

Le targhette disegnate al CAD, stampate in negativo e plastificate e delle coperture in vero cuoio, incollato su supporto plastico rigido.

Immagine

L' assieme del connettore dedicato Leitz, montato sul coperchio laterale. Isolamento in bachelite.

Immagine

Particolari dell' assieme batterie e trimmers di regolazione dei tempi.

Immagine

Ancora portabatterie e trimmers, particolari montati.

Immagine

Assieme completo portabatterie e trimmers: costituisce una delle due parti laterali del dispositivo completo.

Immagine

Assieme parzialmente montato del piede.

Immagine

Vista del piede, basetta con i connettori dello scatto remoto non ancora in posizione.

Immagine

Piede completo, pronto per il montaggio sotto al dispositivo.

Immagine

Esploso dell' intero corpo del dispositivo, parzialmente montato.

Immagine


Altra vista, tre lati gia' chiusi.

Immagine

Altra vista, chiusura quasi completata.

Immagine

Dispositivo visto dal di sotto, piede ancora smontatao.

Immagine

Altra vista similare.

Immagine

Dispositivo montato, targhette e pannellini di finitura ancora da applicare.

Immagine

Dispositivo visto di fronte, completo.

Immagine

Dispositivo visto da dietro, completo.

Immagine

Dispositivo visto dal lato destro, completo.

Immagine

Dispositivo visto dal lato sinistro, completo.


Immagine

Schema elettrico del dispositivo: le diciture sono in Inglese perche' lo avevo postato su un Forum internazionale Sony-Minolta, comunque immagino che non ci sia bisogno di traduzioni. Notare che il tutto non puo' funzionare senza il programma da inserire nel microcontrollore, che posso fornire a chi e' interessato in MP. Se si desidera costruire una versione "semplificata" di questo apparato, utilizzabile direttamente sulla fotocamera, idonea ad interfacciare sia vecchi flashes elettronici con innesco in alta tensione e anche lampadine monouso a filamento, ma con la limitazione al solo sincronismo di tipo "X", si puo' omettere il microcontrollore che genera tutte le temporizzazioni e costruire solo la parte destra del circuito, dalla linea verticale dello schema che inizia con la resistenza da 10 kOhm al pulsante P1. Serve, ovviamente, connettere le batterie alla linee superiore ed inferiore di alimentazione (rispettivamente positiva e negativa), occorre il "power switch", ma si puo' tranquillamente omettere il regolatore di tensione "low drop" tipo LM2936-Z5, a patto di utilizzare batterie con tensione appropriata (6 Volt).


Immagine

Foto di prova "indoor* con Konica-Minolta 7D, lampadina flash Sylvania M3B da circa due metri.

Immagine

Altra foto similare, certamente senza alcuna pretesa artistica, solo per collaudare l' apparecchiatura in sincronismo "M".

Scusatemi se sono stato un po' "prolisso", ma deve essere causa della mia professione che mi spinge a dare tutti i ragguagli possibili: sono un insegnante tecnico-pratico presso una scuola superiore ad indirizzo tecnico.

Ah, ultima cosa: forse a qualcuno puo' interessare anche come si determina il valore (in millisecondi) dello "shutter lag* (ritardo allo scatto) di una DSLR: anche per tale uso ho dovuto autocostruirmi un apparecchietto specifico, comunque anche la teoria e' interessante.
Ciao.

Luca

Rispondi