il workflow di Salgado...
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- Michele Azzali
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Re: il workflow di Salgado...
Ho approfondito (un po'...) la mia conoscenza sui lavori di Salgado e in particolare su questo 'Genesis': ho deciso che vedrò la mostra e comprerò il libro, perchè le foto sono veramente superlative. Uno spunto su cui meditare è che hanno tutte un moderato trattamento in HDR.
Il fatto dei negativi lo giustifico solo per motivi di costo e tempi di sviluppo: vuole fare 15000 scatti a viaggio, ma vuole trasferire solo il meglio su pellicola. Con altri numeri sarebbe veramente poco sensato. Del resto lui è Salgado e c'è chi fa la parte 'noiosa' per lui...
Il fatto dei negativi lo giustifico solo per motivi di costo e tempi di sviluppo: vuole fare 15000 scatti a viaggio, ma vuole trasferire solo il meglio su pellicola. Con altri numeri sarebbe veramente poco sensato. Del resto lui è Salgado e c'è chi fa la parte 'noiosa' per lui...
Spesso quello che cerchi è dentro di te... oppure nel frigo!
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- Roberto Frieri
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Re: il workflow di Salgado...
La povera carta rimane comunque il miglior supporto mai inventato in assoluto per la conservazione delle immagini.
Ho recentemente letto di grandi enti museali che stanno testando sistemi per replicare e conservare su carta, per eventuali future scansioni, una mole consistente di immagini (se non sbaglio, si trattatva di un articolo del British Journal of Photography).
Ho recentemente letto di grandi enti museali che stanno testando sistemi per replicare e conservare su carta, per eventuali future scansioni, una mole consistente di immagini (se non sbaglio, si trattatva di un articolo del British Journal of Photography).
Roberto Frieri
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Re: il workflow di Salgado...
Quello che non riesco a capire è quale sia il vantaggio, oltre al discorso dell'archiviazione su un supporto fisico, rispetto al metodo di stampa file/processo chimico (con ingranditore DeVere, per intenderci).
Annibale Catania
- Marco Pampaloni
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Re: il workflow di Salgado...
Presumo la qualità della stampa stessa, che viene fatta proprio come fosse una stampa chimica...
I should have never switched from whiskey to martinis - H.Bogart
ciao a tutti
Marco
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- valerio.falzetti
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Re: il workflow di Salgado...
Sarà fantastico, non lo metto in dubbio, ma stiamo parlando di 7.500€ per 59kg di pesoroby61r ha scritto:infatti Pino ho scritto di una generazione indietro, non considero la 1ds MKIII obsoleta tutt'altro !! ma adesso è uscita la 1Dx....g.caprio ha scritto:Non credo che una 1DSMKIII (in produzione fino a 1 anno fa al costo di 7000 euro) possa considerarsi una attrezzatura obsoleta. Senza nulla togliere ad uno dei miei fotografi preferiti, per il BN certamente tra i primi tre.
a tal proposito vi racconto un episodio avvenuto la settimana scorsa in un noto negozio di Roma, molto "fornito" ...nel reparto usato era presente la Ds MK III ad un buon prezzo, macchina in perfette condizioni senza un graffio e con pochissimi scatti, a circa 2200 euro, nel reparto del nuovo dello stesso negozio era esposta la stessa macchina a 6700 euro!! pazzesco!!!
comunque per pochi "spiccioli" in più se qualcuno vuole toccare con mano le foto del maestro può acquistare questo:
http://www.taschen.com/pages/en/catalog ... tion_a.htm
Vale
Ho sempre pensato che la fotografia sia come una barzelletta: se la devi spiegare non è venuta bene.
Ansel Adams
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- Michele Azzali
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Re: il workflow di Salgado...
Ma te lo porta a casa Salgado in persona...valerio.falzetti ha scritto:...ma stiamo parlando di 7.500€ per 59kg di peso
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Re: il workflow di Salgado...
Quante "pippe" mentali... portatevi a casa questa edizione che, a casa, ve la porta DHL...
"Hardcover with 17 fold-outs, 24,3 x 35,5 cm, 520 pages, € 49,99".
Sicuramente abbiamo molto da imparare lasciando fuori della porta tutto il resto.
Buona lettura
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Re: il workflow di Salgado...
Michele Azzali ha scritto:Ma te lo porta a casa Salgado in persona...valerio.falzetti ha scritto:...ma stiamo parlando di 7.500€ per 59kg di peso
Va considerato anche che nella "cassa" è presente il leggio dall'architetto giapponese Tadao Ando, tutto compreso nel prezzo!
Lorenzo
Re: il workflow di Salgado...
E' quello il problema: non so dove mettere il leggio....Lorenzo Bassi ha scritto:Michele Azzali ha scritto:Ma te lo porta a casa Salgado in persona...valerio.falzetti ha scritto:...ma stiamo parlando di 7.500€ per 59kg di peso
Va considerato anche che nella "cassa" è presente il leggio dall'architetto giapponese Tadao Ando, tutto compreso nel prezzo!
Emanuele
Re: il workflow di Salgado...
...forse, più che per "conservare" gli scatti, si fa fare dei negativi perché sa controllare bene la stampa analogica e non sa e non ha intenzione di imparare ad usare PS, LR e compagnia.
L'idea di selezionare gli scatti usando dei provini a stampa va un po' nella stessa linea: non deve aprire nemmeno i files, né accendere il computer: di fatto è come se continuasse a lavorare in analogico, con la sola differenza che non deve cambiare il rullino ogni 36 scatti, ma una semplice schedina dopo 360 foto o giù di lì. E alla fine probabilmente con questo sistema risparmia pure!
L'idea di selezionare gli scatti usando dei provini a stampa va un po' nella stessa linea: non deve aprire nemmeno i files, né accendere il computer: di fatto è come se continuasse a lavorare in analogico, con la sola differenza che non deve cambiare il rullino ogni 36 scatti, ma una semplice schedina dopo 360 foto o giù di lì. E alla fine probabilmente con questo sistema risparmia pure!
______Claudio_____
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Re: il workflow di Salgado...
Sarò probabilmente patetico per alcuni ma tutto ciò per me è veramente osceno!!! Non voglio assolutamente discutere sul Sebastiao fotografo su di cui certamente credo non si possa discutere.
Ho però da dire alcune cose e dirle certamente mi addolora. Ho conosciuto Salgado quando, parecchi, ma parecchi anni fa, è stato a Favignana a fotografare i tonnaroti. Era uno spettacolo vederlo fotografare sembrava essere in una sorta di trans visivo, era al di fuori del mondo...o meglio era lui. la sua leica ed i tonnaroti. Sono stato solo un giorno con lui e la cosa che ho imparato in quel giorno è stata la previsualizzazione...dava infatti, con il suo modo di fotografare, la netta sensazione che la foto fosse nata una frazione di secondo prima nella sua testa...pochi scatti ma al momento giusto.
Da quel giorno non ho più visto Salgado ma ricordo che in quella giornata dalle 7 del mattino alle 6 del pomeriggio scattò circa 15 rullini.
Perché vi racconto questa magnifica esperienza perché oggi pur amando alla follia questo maestro della fotografia non riesco a capire più la metodologia del suo lavoro...mi spiego...perchè fare fotografie in digitale per poi convertirle? quale è il senso io personalmente non riesco a capirlo...non credo che a Salgado manchino i soldi per le pellicole e per le stampe e non credo che, come tanti anni fa oggi non possa avere la possibilità di farsi sviluppare e stampare il vero bianco e nero.!!..ma perchè farsi duplicare i migliori scatti in pellicola....perchè?? Non riesco a capire questa metodologia di lavoro... o è carne o è pesce...Scusate lo sfogo ma credo che oggi si faccia tanta confusione.
Personalmente sono contento di quello che faccio e delle mie scelte...colore con M9 e bianco e nero solo in pellicola e basta perchè per me quello è il bianco e nero...e vi dirò di più io scatto con la M9 come se scattassi a pellicola con la stessa concentrazione di chi scatta a pellicola perchè questo lo ritengo il metodo giusto, mi faccio guidare dall'istinto di chi non vede e non deve vedere immediatamente le immagini nel display, che ho disinserito, sentendosi così appagato di ciò che ha fatto...il risultato lo vedo alla fine della mia giornata scoprendo magari che la foto splendida è magari proprio l'ultima quella che ho fatto quando ancora non ero contento.
Come diceva David Burnett vecchio fotografo di Time..."il digitale ti permette di vedere subito quello che ti sei perso"
Ho però da dire alcune cose e dirle certamente mi addolora. Ho conosciuto Salgado quando, parecchi, ma parecchi anni fa, è stato a Favignana a fotografare i tonnaroti. Era uno spettacolo vederlo fotografare sembrava essere in una sorta di trans visivo, era al di fuori del mondo...o meglio era lui. la sua leica ed i tonnaroti. Sono stato solo un giorno con lui e la cosa che ho imparato in quel giorno è stata la previsualizzazione...dava infatti, con il suo modo di fotografare, la netta sensazione che la foto fosse nata una frazione di secondo prima nella sua testa...pochi scatti ma al momento giusto.
Da quel giorno non ho più visto Salgado ma ricordo che in quella giornata dalle 7 del mattino alle 6 del pomeriggio scattò circa 15 rullini.
Perché vi racconto questa magnifica esperienza perché oggi pur amando alla follia questo maestro della fotografia non riesco a capire più la metodologia del suo lavoro...mi spiego...perchè fare fotografie in digitale per poi convertirle? quale è il senso io personalmente non riesco a capirlo...non credo che a Salgado manchino i soldi per le pellicole e per le stampe e non credo che, come tanti anni fa oggi non possa avere la possibilità di farsi sviluppare e stampare il vero bianco e nero.!!..ma perchè farsi duplicare i migliori scatti in pellicola....perchè?? Non riesco a capire questa metodologia di lavoro... o è carne o è pesce...Scusate lo sfogo ma credo che oggi si faccia tanta confusione.
Personalmente sono contento di quello che faccio e delle mie scelte...colore con M9 e bianco e nero solo in pellicola e basta perchè per me quello è il bianco e nero...e vi dirò di più io scatto con la M9 come se scattassi a pellicola con la stessa concentrazione di chi scatta a pellicola perchè questo lo ritengo il metodo giusto, mi faccio guidare dall'istinto di chi non vede e non deve vedere immediatamente le immagini nel display, che ho disinserito, sentendosi così appagato di ciò che ha fatto...il risultato lo vedo alla fine della mia giornata scoprendo magari che la foto splendida è magari proprio l'ultima quella che ho fatto quando ancora non ero contento.
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- Andrea Podesta'
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Re: il workflow di Salgado...
... Penso che il processo sia rivelatore di quello che il digitale di fatto rappresenta: La possibilità di centuplicare il flusso di ripresa e di poter disporre di una dinamica espositiva che una sola macchina a pellicola non può garantire.
Concentrato quidi sulla ripresa, una volta catturata la "realta" della luce, usa o fà usare "lo stativo di riproduzione" e la pellicola, come fosse Photoshop,(considerando la pellicola una edizione più avanzata .... ), non rendendosi conto che la cosa, ha effetti sociali sconvolgenti, tra le fazioni contrapposte dei digitalisti e dei pellicolari ....
Concentrato quidi sulla ripresa, una volta catturata la "realta" della luce, usa o fà usare "lo stativo di riproduzione" e la pellicola, come fosse Photoshop,(considerando la pellicola una edizione più avanzata .... ), non rendendosi conto che la cosa, ha effetti sociali sconvolgenti, tra le fazioni contrapposte dei digitalisti e dei pellicolari ....
Un saluto
Andrea
... prima il contenuto, poi la qualità; oppure, prima, la qualità del contenuto .....
A.P.©
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A.P.©
- Giuseppe Papale
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Re: il workflow di Salgado...
Gustosa osservazione però ribadisco quanto detto, Salgado conserva il suo archivio come ha sempre fatto: Pellicola.Andrea Podesta' ha scritto:... non rendendosi conto che la cosa, ha effetti sociali sconvolgenti, tra le fazioni contrapposte dei digitalisti e dei pellicolari ....
Non fosse che per un problema di omogeneitá, pensate a quante migliaia di rullini possa avere...
Cordialità
Giuseppe
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- Michele Azzali
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Re: il workflow di Salgado...
E' quello che ho detto subito, e condivido. Poi ho pensato ai numeri citati: 15.000 (diconsi quindicimila) scatti a viaggio... ripeto, secondo me è l'unico motivo plausibile.fabiosavagnone ha scritto:...ma perchè farsi duplicare i migliori scatti in pellicola....perchè?? Non riesco a capire questa metodologia di lavoro... o è carne o è pesce...
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