Problemi di messa a fuoco con la M8
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Problemi di messa a fuoco con la M8
Recentemente mi sono capitati due Summilux M 50mm ed un Summicron M della stessa focale che presentavano lo stesso difetto. Tutti, alla minima distanza di messa a fuoco, focheggiavano circa 5 cm dopo il punto regolato dal telemetro. In tutti i casi la coincidenza del telemetro a infinito e alla minima distanza risultava corretta, ma la nitidezza non era soddisfacente. Ho rimediato facendo spessorare (di pochi cent.) il gruppo ottico.
In questo modo la nitidezza è risultata perfetta, ma la scala dei valori del diaframma e il suo indice risultavano ruotati di circa 10°. E’ stato sufficiente allentare i grani (piccole viti) situati sulle due ghiere ripristinare le corrette posizioni e riavvitare le viti. Ora tutti gli obiettivi funzionano perfettamente:
Scrivetemi e vi spiegherò tutto.
Alessandro Farella
In questo modo la nitidezza è risultata perfetta, ma la scala dei valori del diaframma e il suo indice risultavano ruotati di circa 10°. E’ stato sufficiente allentare i grani (piccole viti) situati sulle due ghiere ripristinare le corrette posizioni e riavvitare le viti. Ora tutti gli obiettivi funzionano perfettamente:
Scrivetemi e vi spiegherò tutto.
Alessandro Farella
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Ti posso spiegare nel dettaglio se mi mandi un email a info@fotoprisma.bo.it, poiché la risposta è un po' lunga per il forum.
Ciao
Alessandro
Ciao
Alessandro
Alessandro Farella;
- Roberto Piero Ottavi
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Io credo invece che riportare la prcedura qui in Forum, sempre che non contenga segreti che non intendi rendere pubblici, sarebbe un'ottima cosa.
Precisando ovviamente che determinati interventi si debbono fare solo se sei sicuro di arrivare in fondo...
Ciao
Roberto
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Roberto
Tutto, in questo mondo terrestre/terreno ha un inizio, una vita e una fine ed io sono sempre stato contrario a qualunque forma di accanimento terapeutico.
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- lucaghedini
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Nessun segreto; non so quanti caratteri accetti ill forum, ma proverò ad inserire la risposta che contiene una piccola analisi tecnica del funzionamento del telemetro della Leica. In parte già esposta nella risposta a Sante sul forum OSCAR BARNACK PLATZ.Roberto Piero Ottavi ha scritto:Io credo invece che riportare la prcedura qui in Forum, sempre che non contenga segreti che non intendi rendere pubblici, sarebbe un'ottima cosa.
Precisando ovviamente che determinati interventi si debbono fare solo se sei sicuro di arrivare in fondo...
Ciao
Roberto
Molti utenti, che hanno acquistato la Leica M8 hanno riscontrato delle piccole imprecisioni nella messa a fuoco, utilizzando obiettivi ottiche molto luminose alle massime aperture e alla minima distanza di messa a fuoco.
Vorrei spiegare, per chi non fosse pratico di fotocamere a telemetro, come avviene la focheggiatua:
il telemetro si comporta, all’incirca, come la vista umana e determina la distanza tramite la coincidenza di due immagini riflesse dal soggetto, che arrivano a una direttamente dalla finestrella grande coassiale all’oculare, e l’altra dalla finestrella più piccola, situata all’estremità opposta.
L’immagine proveniente dalla finestra piccola occupa solo la parte centrale dell’inquadratura ed è mobile poiché è riflessa prima mediante prisma incernierato, solidale al “tastatore” del telemetro (che si trova all’interno del bocchettone d’innesto dell’obiettivo e che si presenta come una levetta mobile al cui termine c’è con una rotella di metallo) e in fine da una parte semiriflettente collocato nel mirino, che restituisce la seconda immagine.
La terza finestrella situata tra le due di cui sopra, non è altro che la presa di luce necessaria per fare comparire le cornici relative alle focali.
Ciò che comanda la messa a fuoco, che avviene per coincidenza delle due immagini descritte sopra, è la parte posteriore dell’obiettivo, situata all’interno della flangia di innesto che spingendo sul tastatore determina lo spostamento dell’immagine che occupa la parte centrale del mirino.
Anche lo spostamento delle cornici, necessario per la correzione dell’errore di paralasse è comandato dal pattino.
Avendo la certezza che il telemetro della fotocamera sia perfettamente registrato si possono fare alcuni controlli e determinare se l’obiettivo ha problemi:
1° Si controlla la perfetta coincidenza dell’immagine a infinito.
2° Aiutandosi con un metro si controlla la coincidenza dell’immagine alla
minima distanza di messa a fuoco,ricordando che il piano della
pellicola o del sensore è situato a circa 28mm da quello dell’innesto
degli obiettivi, è da lì che deve iniziare la misura.
3° Si fotografa un soggetto piano (manifesto muro ecc.) con l fotocamera
sul cavalletto, tenendola perfettamente parallela si effettuano alcune
foto col diaframma totalmente aperto e alla minima distanza. Tra una
foto e l’altra sarebbe opportuno portare la messa a fuoco a infinito e
rifocheggiare ogni volta prima di scattare
4° Mettete 5 bicchierini su un tavolo disposti in diagonale, rispetto la
fotocamera e distanti, sia in profondità che
in larghezza, 5 cm. Disponete il cavalletto in modo che la macchina
sia a fuoco, alla minima distanza, su quello centrale ed esponete,
sempre tenendo il diaframma tutto aperto. Anche in questo caso fate
più foto rifocheggiando.
Perché un obiettivo funzioni bene occorrono che siano rispettate 3 condizioni:
1° La battuta del telemetro, situata nel obiettivo, deve informare il corpo
della giusta distanza. Se le prime 2 prove danno un risultato corretto
questa condizione è soddisfatta.
2° Il gruppo ottico deve essere stato montato (dal fabbricante) in modo
che il fuoco corrisponda alla distanza stabilita dal telemetro. Le prove
3 e 4 tendono a verificare questa condizione.
3° Se il fuoco corrisponde alle indicazioni fornite dal telemetro,
controllare che anche la scala metrica riportata sull’obiettivo riporti la
giusta distanza.
Talora alcune di queste condizioni non fossero rispettate, aspettate a disperarvi.
Quasi sempre gli obiettivi si possono ripristinare con facilità.
La costruzione del telemetro è realizzata facendo riferimento al movimento necessario ad un obiettivo da 50mm per focheggiare dalla minima distanza a infinito (circa 4,40 mm, tranne la M3 che focheggiando solo a 1m varia solo di 2,95 mm).
Negli obiettivi da 50mm tale spostamento è garantito dalla parte interna dell’elicoide di messa a fuoco, che agisce direttamente sul pattino.
Gli obiettivi di focale maggiore necessitano di spostamenti maggiori del gruppo ottico per focheggiare; in questo caso l’informazione al pattino è fornita da un secondo elicoide che si deve spostare meno rispetto le lenti (sempre entro quei famosi 4 mm circa).
Nei grandangoli succede l’inverso, il secondo elicoide si sposta di più di quello che sposta le lenti.
Alcuni obiettivi, con focale maggiore o minore di 50mm e di costruzione più semplice non dispongono di un secondo elicoide, ma hanno la battuta dell’elicoide (quella che agisce sul pattino) “tagliata” in diagonale (es. il Summilux 75mm) e non perpendicolare come nei 50mm. In questo modo l’elicoide, girando, si comporta come una camma e trasmette al pattino un movimento diverso da quello che sarebbe, meccanicamente, generato dall’elicoide stesso.
Questi ultimi sono i più critici da sistemare, talora la camma non fornisse l’informazione corretta (controllo 1° e 2°); la riparazione richiede l’intervento di tecnici veramente specializzati e attrezzati, che possano intervenire modificando il profilo della camma.
Generalmente in tutti gli altri casi un buon tecnico può registrare gli elicoidi o se necessario spessorare i gruppi ottici in modo di ripristinare completamente gli obiettivi e le loro prestazioni ottiche.
Recentemente mi sono capitati due Summilux M 50mm ed un Summicron M della stessa focale che presentavano lo stesso difetto. Tutti, alla minima distanza di messa a fuoco, focheggiavano circa 5 cm dopo il punto regolato dal telemetro. In tutti i casi la coincidenza del telemetro a infinito e alla minima distanza risultava corretta, ma la nitidezza non era soddisfacente. Questi obiettivi come la maggioranza degli obiettivi Leica M hanno il gruppo ottico “svitabile. Ho provato poco alla volta a svitare il gruppo facendo foto con la M8, ogni volta che che lo ruotavo un po’ fino a che non ho trovato la perfetta nitidezza (circa 10°), poi con dell’ottone sottilissimo ho fatto realizzare degli spessori e li ho interposti tra il gruppo e il suo piano di battuta.
Ho trovato lo spessore esatto in modo che col gruppo ottico perfettamente riavvitato gli indici rimanessero nella posizione che avevo determinato.
In questo modo la nitidezza è risultata perfetta, ma la scala dei valori del diaframma e il suo indice risultavano ruotati dei famosi 10° circa. E’ stato sufficiente allentare i grani (piccole viti) situati sulle due ghiere ripristinare le corrette posizioni e riavvitare le viti. Ora tutti gli obiettivi funzionano perfettamente:
Alessandro Farella
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