Controllo taratura telemetrica M8 (e altre M).

Prove sul campo, impressioni di guida, articoli storici, collezionismo

Moderatore: Ferruccio Lobba

Bloccato
alessandrofarella
Messaggi: 179
Iscritto il: lun ott 08, 2007 10:25 am
Località: Bologna, via castiglione 86/a

Controllo taratura telemetrica M8 (e altre M).

Messaggio da alessandrofarella » ven ago 28, 2009 10:22 pm

Un amico del forum mi ha scritto che ha risolto il problema del fuoco degli obiettivi agendo sulla rotellina del tastatore del telemetro della M8.
Io ritengo che sia un'operazione da effettuare con qualche precauzione e con i mezzi più idonei. Di seguito indico come ritengo si debba fare.

La registrazione che si può effettuare, mediante chiave esagonale, direttamente sulla rotella del tastatore del telemetro, non è altro la fasatura dello 0 (infinito).
Si tratta di un’operazione molto semplice, ma per questo non priva d’incertezza nei risultati.

Per eseguire correttamente un controllo di questa regolazione occorre disporre di alcuni appositi strumenti:

1) Flangia calibrata che, una volta innestata sul corpo, porti Il tastatore esattamente sulla posizione di infinito. Si potrebbe utilizzare un obiettivo “sicuro” (già testato), ma non credo che sia consigliabile; non fosse altro che per la scomodità di dovere rimuovere l’ottica ad ogni ritocco della rotellina.

2) Oculare a forte ingrandimento (8/10x), che occorre avvitare sopra quello della fotocamera. Si può realizzare questo piccolo, ma utilissimo strumento, modificando un mirino ingranditore nato per un apparecchio reflex, dotandolo di flangia filettata per l’oculare della leica M. E’ importante che si tratti di un oggetto molto recente e provvisto di un buon trattamento antiriflesso delle lenti interne; altrimenti, nel telemetro, anziché vedere due immagini se ne vedono tante.
Questo oculare mostrerà, fortemente ingrandita, solo l’area dove si sdoppia l’immagine.
E’ indispensabile ridurre, mediante una semplice rondella brunita, la pupilla d’ingresso dello strumento. Se questa è troppo grande, non si ha la garanzia di un perfetto allineamento dell’occhio all’asse del telemetro e si commettono errori nella messa a fuoco.
Lo spessore del raccordo per l’oculare M non ha grande importanza, poiché questi mirini sono dotati d’ampia possibilità di correzione diottrica.

Una volta che si sia attrezzata la macchina, con gli strumenti descritti, si focheggia una linea verticale sottile (la classica antenna della televisione) posta a non meno di 200/300 m. di distanza e si può valutare ed eventualmente registrare lo 0.

Si può continuare la verifica del telemetro agendo come segue.
E’ necessario un secondo “calibro” che sposti esattamente il tastatore sulla posizione di 70 cm.
Si controlla, quindi, l’allineamento a questa distanza, tenendo presente che la posizione del sensore è arretrata di Cm 2,8 (circa) rispetto il piano della baionetta d’innesto delle ottiche e che è da lì che vanno misurati (con un metro rigido) i 70 cm.
Anche per fare questa operazione occorre mantenere montato l’oculare ingranditore.

Se si ha la coincidenza delle due immagini, si può ritenere che la registrazione del telemetro sia corretta.

Se risultasse un lievissimo sdoppiamento, conviene, prima di prendere qualunque decisione, controllare quale sia l’entità sia dell’errore, poiché più o meno 1/1,5cm di differenza possono considerarsi tollerabili e conviene accontentarsi.

Per proseguire nelle verifiche è necessario dotarsi di un 50mm “sicuro”, giacché il telemetro è basato su questa focale; vale a dire che focheggiando col 50mm sia il gruppo ottico che la rotellina del tastatore del telemetro si spostano esattamente all’unisono in ugual misura.
E’ meglio che l’obiettivo sia dotato di elevata luminosità.
Un Summilux 50 (già sistemato, poiché hanno, generalmente, problemi di fuoco) è l’ideale.
Ora, bisogna mirare, ad una distanza di 70 cm circa e sempre con il solito mirino ingranditore, una linea verticale nera che si abbia tracciato su di un metro da muratore (in stecca) posto in posizione inclinata rispetto l’asse dell’obbiettivo.
Eseguita la messa a fuoco si scatta la foto a tutta apertura.
Conviene ripetere queste operazioni diverse volte; poiché non sempre si ottiene lo stesso risultato e solo mediante una buona sequenza di scatti si può ottenere un dato attendibile.
Si può verificare, in questo modo, un eventuale errore nel telemetro valutando la zona nitida.
La linea nera deve, infatti, mostrarsi perfettamente incisa e in posizione (sufficientemente) centrale rispetto l’area nitida, che risulterà di pochi cm.
Con le fotocamere analogiche il fuoco dovrebbe trovarsi, grossomodo, sul primo terzo della profondità di campo, ma con il digitale si può considerare una buna riuscita anche se risulta circa nel mezzo.
Se la linea apparisse fuori fuoco, o al limite dello stesso, occorrerebbe una registrazione “in lunghezza” del braccetto del tastatore (vedi articolo nella sezione archivio tecnico).
Questa operazione è, in ogni caso, molto lunga e complicata già con gli apparecchi a pellicola e vi lascio immaginare cosa può accadere con la M8, che è “molto sensibile al fuoco”.
Talora fosse necessario un tale intervento, converrebbe valutare se inviare l’apparecchio alla casa madre; sempre che non si abbia sottomano un tecnico dotato di occhio di falco e palle d’acciaio (che altrimenti gli si frantumano dopo le prime due mezzore di prove).
Come ho già detto errori di più o meno 1,5 centimetri si possono ritenere fisiologici.
Avendo controllato, una buona serie di M8, posso affermare che siano tutte leggermente diverse l’una dall’altra.
In ogni caso, converrebbe fare qualche prova anche ad una distanza di 80/100 m.
Inutile, viceversa, provare gli obbiettivi sull’infinito poiché a lunghissima distanza il digitale si “siede” un po’.
Una M8 perfettamente tarata, abbinata al mirino ingranditore sopradescritto, è il miglior strumento per il controllo di qualunque obiettivo Leica M.
Occorrono altri dispositivi unicamente per comprendere quali siano le cause per cui un obiettivo sfochi e per sistemarlo nel modo più opportuno.
Alessandro Farella;

Bloccato